Concetti Chiave
- La seconda guerra punica iniziò nel 219 a.C. quando Annibale attaccò la città di Sabuto, alleata di Roma, scatenando il conflitto tra Cartagine e Roma.
- Annibale attraversò le Alpi con 70.000 uomini e 37 elefanti, ottenendo vittorie significative contro i Romani, ma senza riuscire a conquistare Roma.
- La strategia romana cambiò con Quinto Fabio Massimo che adottò tattiche di guerriglia, mentre la vittoria a Canne nel 216 a.C. mostrò i limiti dei Cartaginesi.
- Nel 202 a.C., Publio Cornelio Scipione sconfisse Cartagine a Zama, costringendola a cedere territori e ridurre la sua potenza militare.
- Nel periodo post-guerra, Roma espanse il suo dominio verso la pianura padana, la Spagna e l'oriente, sconfiggendo potenze ellenistiche come Macedonia e Siria.
Indice
L'inizio della seconda guerra punica
L’inizio della seconda guerra punica fu dato dai Cartaginesi: nel 219, Annibale, figlio di Amilcare, assunse il comando della spedizione decidendo di espugnare la città di Sabuto, alleata di Roma nel territorio Cartaginese. I romani chiesero dunque la restituzione della città e la testa di Annibale, ovviamente i cartaginesi rifiutarono ed iniziò così la 2° guerra punica.
La strategia di Annibale
Annibale decise di combattere via terra e non via mare, andò in Italia, passando per le alpi nel 218 con 70.000 uomini e 37 elefanti, fomentando Galli e Italici contro Roma iniziando dalle popolazioni galliche, che sconfissero i romani in tre battaglie dal 218-217:
-Alticino
-Ticino
-Trebbia lungo Trasimeno
I Romani si ritrovano in una situazione di difficoltà poiché i cartaginesi minacciavano Roma, il comando dell’esercito fu dato a Quinto Fabio Massimo che, anziché affrontare i cartaginesi in campo aperto, preferì temporeggiare con azioni di guerriglia e logoramento, tuttavia questa modalità non venne condivisa dal senato il quale premeva per attaccare Annibale, perciò, terminati i sei mesi, si decise di affidare il mandato a due consoli Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo, lo scontro avvenne a Canne in Puglia nel 216, per i romani la sconfitta fu tremenda e Lucio Emilio morì. Questa vittoria cartaginese fu, da un lato una vittoria, ma evidenziò i limiti dell’esercito cartaginese che ne uscì provato, portò Annibale a concentrare i suoi uomini nella città di Capua in attesa di aiuti. Roma, che controllava i mari, impedì l’arrivo di rifornimenti facendo rimanere Annibale a Capua per 5 anni (216-211), in questo periodo Roma si rafforzò migliorando l’esercito: da 15 legioni passarono a 20.
La riscossa romana
La riscossa dei romani iniziò nel 211 quando Capua fu rasa al suolo e Annibale scappò verso il sud, la Sicilia l’anno successivo tornò di proprietà romana. Tra il 209-206 l’esercito romano, comandato da un certo Publio Cornelio Scipione, riuscì a sottrarre ai cartaginesi gran parte della Spagna, ma la svolta conclusiva della guerra fu in africa perché Scipione riuscì a sconfiggere i cartaginesi costringendoli a richiamare in patria Annibale, nel 202 a Zama si ebbe la volta decisiva, tantoché questo Scipione fu soprannominato “l’africano”. Annibale fuggi in oriente e Cartagine si arrese dovendo sottostare alle varie condizioni di pace:
-rinuncio alla Spagna
-consegno flotta
-pagamento di debiti
-divieto di fare guerra senza il consenso di Roma
La città rimase intatta ma la potenza fu distrutta. Roma ormai dominava tutto l’oriente. Con il 202 si concluse la seconda guerra punica.
Espansione romana post-guerra punica
Nonostante la vittoria su Cartagine, Roma si rimise subito in moto e decise di muoversi intorno a tre direzioni, verso la pianura padana, verso ovest (Spagna) e verso est ( mondo ellenistico). La conquista della pianura padana portò i romani a scontrarsi per molto tempo con i galli, ma il controllo romano riuscì ad estendersi fino al confine orientale italiano. In Spagna le conquiste furono organizzate con la creazione di due provincie: la Spagna citeriore e Spagna ulteriore, andando a stroncare le possibili resistenze locali. Per garantirsi i collegamenti militari i romani andarono a sottomettere la Gallia meridionale (alpi-Pirenei) e la Gallia Narbonese (Provenza).
Conquista romana dell'oriente
La terza direzione in cui si mosse Roma fu l’oriente, dopo la morte di Alessandro l’impero era diviso in regni ellenistici: Siria, Macedonia, Pergamo, Egitto. Essi erano politicamente instabili essendo piccoli regni, quando si pensava a Roma di espandersi verso oriente non tutti i romani erano propensi a farlo, la possibile espansione era voluta da qualcuno ma non da altri, tuttavia prevalse la parte che voleva, volevano espandersi coloro interessati all’ambiente militare ed ai ceti mercantili, il pretesto fu il fatto che Filippo V di Macedonia minacciava il territorio dell’Illiria che era sotto il controllo romano (perciò si erano già scontrati con lui durante la seconda guerra punica e ne uscirono vincitori). Quando Filippo V cercò di limitare l’autorità delle città greche i romani intervennero, tra i romani si distinse la figura di un certo Tito Quinzio Flaminino tanto che riuscì a vincere contro la macedonia presentandosi come un salvatore, Roma si sostituì alla Macedonia nella tutela di città greche. Il Re di Siria, che voleva approfittare della sconfitta macedone, entrò a Macedonia con l’esercito, i romani sconfissero il re Siriaco e ridiedero la libertà al mondo greco. Con la pace di Apamea del 188, anche il secondo dei regni ellenistici venne umiliato. La potenza romana aveva sopraffatto sia il regno di Macedonia che quello di Siria (guerre macedoniche) le continue interferenze di Roma in Grecia portarono l’insofferenza delle polis tant’è vero che il nuovo re di macedonia decise di riprendere le ostilità verso Roma. Nel 168 si svolse la famosa battaglia di Pidna, dove venne definita la vittoria romana sui macedoni.
La Macedonia prima fu divisa in piccole repubbliche, ma dopo, del tempo, fu trasformata in provincia romana. In Grecia in questi anni ci fu un ultima ribellione al dominio romano ma anch’essa fu dominata. Nel 146 con la distruzione di Corinto la Grecia divenne provincia romana con il nome di Acaia, il dominio romano ad oriente si completerà nel 133 a.C. quando il regno di Pergamo diverrà anch’esso provincia romana: morto il re di Pergamo che non aveva eredi il governo fu dato a Roma.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dell'inizio della seconda guerra punica?
- Come riuscì Annibale a minacciare Roma durante la seconda guerra punica?
- Quali furono le conseguenze della battaglia di Canne per i Romani?
- Come si concluse la seconda guerra punica?
- Quali furono le principali direzioni di espansione di Roma nel periodo post-seconda guerra punica?
La seconda guerra punica iniziò quando Annibale, figlio di Amilcare, espugnò la città di Sabuto, alleata di Roma, nel 219. I Romani chiesero la restituzione della città e la testa di Annibale, ma i Cartaginesi rifiutarono, portando allo scoppio della guerra.
Annibale attraversò le Alpi nel 218 con 70.000 uomini e 37 elefanti, fomentando Galli e Italici contro Roma e sconfiggendo i Romani in tre battaglie: Alticino, Ticino e Trebbia lungo Trasimeno.
La battaglia di Canne nel 216 fu una sconfitta tremenda per i Romani, con la morte del console Lucio Emilio Paolo. Nonostante la vittoria, l'esercito cartaginese ne uscì provato, e Annibale si concentrò a Capua in attesa di aiuti.
La guerra si concluse nel 202 a Zama, dove Publio Cornelio Scipione sconfisse i Cartaginesi, costringendo Annibale a fuggire e Cartagine ad arrendersi, rinunciando alla Spagna, consegnando la flotta e accettando di non fare guerra senza il consenso di Roma.
Dopo la vittoria su Cartagine, Roma si espanse verso la pianura padana, la Spagna e l'oriente ellenistico, sottomettendo la Gallia meridionale e Narbonese, e intervenendo nei regni ellenistici come Macedonia e Siria, consolidando il suo dominio.