Concetti Chiave
- Roma adottò una strategia di guerra di logoramento contro Annibale, evitando scontri frontali e attaccando le retrovie.
- La sconfitta di Annibale è attribuita principalmente a Publio Cornelio Scipione, noto come l'Africano, piuttosto che a Quinto Fabio Massimo.
- Annibale tentò di rafforzare il suo esercito con l'aiuto del fratello Asdrubale, ma questi fu sconfitto da Scipione nella Battaglia del Metauro.
- Scipione l'Africano condusse efficaci campagne in Spagna, costringendo i Cartaginesi a ritirarsi e consolidando il suo prestigio a Roma.
- Nonostante l'opposizione del Senato romano, Scipione riuscì a portare la guerra in Africa, influenzato dai suoi successi precedenti.
Indice
Strategia di logoramento romana
Appurato che Annibale non intraprendeva un nuovo fronteggiamento, Roma adottò un sistema che aveva imparato dai Sanniti e che prevedeva una guerra di logoramento: essa mise a dura prova l’esercito di Annibale, le cui retrovie furono ripetutamente attaccate e con cui non venne mai ingaggiato uno scontro frontale.
Il ruolo di Scipione l'Africano
Non fu comunque attribuibile a Quinto Fabio Massimo la definitiva sconfitta di Annibale, quanto piuttosto a Publio Cornelio Scipione, che si vedrà poi attribuiti caratteri leggendari e che fu chiamato, in seguito alla grande vittoria su Annibale, l’Africano.
Annibale e la Spagna
Mentre Annibale scendeva vittoriosamente al sud, cercando di sollevare tutti contro Roma, in Spagna i suoi familiari avrebbero dovuto sia consolidare le proprietà cartaginesi che reclutare cavalieri iberici, fondamentali per Annibale in quanto potevano rifornirlo via mare; Annibale cercò di ottenere un contingente unico per accrescere il suo esercito dal fratello Asdrubale, ma questi venne intercettato e sconfitto da Scipione nella Battaglia del Metauro (207 a.C.): la sua testa fu fatta rotolare davanti al campo di Annibale.
Vittoria e strategia di Scipione
Tale vittoria fu possibile anche grazie alle azioni di Scipione l’Africano in Spagna, dove era riuscito a fare terra bruciata ai Cartaginesi, costringendoli a ritirarsi dalla penisola; forte di questi successi, egli riuscì a far prevalere la sua opinione a Roma, mentre tutto il Senato gli era avverso: Scipione voleva portare la guerra in Africa e perciò incontrava l’opposizione dei senatori, memori della disastrosa sconfitta subita da Marco Attilio Regolo a Cartagine.