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Concetti Chiave

  • Valeriano fu il primo imperatore romano catturato e preso in schiavitù, immortalato in sculture rupestri in catene.
  • Riprese le persecuzioni contro i cristiani, focalizzandosi sui funzionari imperiali, ordinando loro di sacrificare agli dèi.
  • Gallieno, figlio di Valeriano, cessò le persecuzioni e permise ai cristiani di riappropriarsi dei loro beni, incluso i cimiteri.
  • Gallieno non tentò di liberare il padre, ottenendo una cattiva reputazione tra i senatori e chiudendo un'era di paganesimo.
  • Durante il regno di Gallieno, l'impero si frammentò in tre parti e fu caratterizzato da costanti ribellioni e perdita di territori.

Indice

  1. La cattura di Valeriano
  2. La persecuzione dei cristiani
  3. Il regno di Gallieno

La cattura di Valeriano

Decio stesso fu ucciso in una campagna contro i Goti; a lui successe Valeriano (253-260 d.C.), che segnò un nuovo primum: fu il primo imperatore romano ad essere catturato e preso in schiavitù, tanto che è rimasta una copia delle sculture rupestri in cui Valeriano è rappresentato in catene e in ginocchio di fronte al sovrano nemico, nell’atto di baciargli le mani.

La persecuzione dei cristiani

Valeriano riprese la persecuzione contro i cristiani già operato da Massimino il Trace: fece anche lui una sorta di persecuzione essenzialmente rivolta ai funzionari imperiali, ordinando loro di sacrificare agli dèi; questa persecuzione fu praticamente chiusa da Gallieno, il quale si rese conto che ormai le comunità cristiane erano troppo ampie e radicate nel sociale per poter agire in termini persecutori. Infatti, Eusebio di Cesarea ricorda un provvedimento di Gallieno, che scrive a tutti i vescovi dell’impero dicendo che essi possono tornare in possesso dei propri beni compresi i cimiteri.

Il regno di Gallieno

Salito al potere, il figlio Gallieno (256-264 d.C.) non pensò minimamente di andare a liberarlo, tanto che ebbe una pessima fama nella tradizione aristocratica, considerato un traditore fra i senatori, anche perche chiuse la persecuzione (fulcro di paganesimo); egli continuò il suo regno sino al 268, trovandosi a governare in uno dei periodi più difficili dell’impero romano: la metà del III secolo. Sotto di lui l’impero si divise in tre protoni: il suo regno viene considerato spezzettato da costanti ribellioni, che tolgono territorio dall’Impero romano; come testimoniato da una fonte decisamente laconica a riguardo, Aurelio Vittore, perché dice semplicemente che Gallieno tolse i comandi militari ai senatori e mise a capo delle legioni gli equites.

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