Concetti Chiave
- La proprietà terriera nell'antichità era la principale fonte di reddito e potere, influenzando anche i sistemi elettorali come ad Atene.
- I fratelli Gracchi cercarono di riformare la distribuzione dell'ager publicus per evitare un'eccessiva concentrazione nelle mani di pochi.
- Le riforme agrarie dei Gracchi rispondevano alle aspirazioni popolari, soprattutto di coloro che avevano contribuito alle conquiste.
- La reazione dell'aristocrazia ai tentativi di riforma portò alla rapida eliminazione dei Gracchi senza risolvere i problemi fondiari.
- L'articolo 42 della Costituzione italiana riconosce la proprietà privata, ma ne enfatizza la funzione sociale e la solidarietà nazionale.
Indice
La questione della proprietà terriera
La tragica fine dei nobili fratelli Caio e Tiberio Gracco propone alla nostra riflessione il problema della proprietà terriera che nell'antichità costituiva la principale fonte di reddito tanto per i proprietari quanto per chi lavorava. Sulla proprietà fondiaria e sulle sue rendite erano basati alcuni sistemi elettorali dell'antichità (si pensi ad Atene) e, di riflesso, il potere che ai detentori di grandi porzioni di territorio derivava.
Motivazioni della riforma agraria
Alla base della riforma agraria dei Gracchi vi erano una serie di motivazioni, prima fra tutte quella di evitare un'eccessiva concentrazione di ager publicus ( cioè i terreni di proprietà dello Stato accumulati grazie alle conquiste) nelle mani di pochi cittadini che da semplici gestori avevano invece iniziato a comportarsi come veri e propri proprietari.
Reazione aristocratica e conseguenze
D'altro canto, forte era la pressione popolare, soprattutto da parte di chi avendo contribuito in prima persona alle conquiste desiderava ora ricavarne anche dei vantaggi. La reazione del ceto aristocratico che di quei terreni era il principale beneficiario portò alla rapida eliminazione dei Gracchi, lasciando insoluti tutti i problemi che i tentativi di riforma agraria avevano messo sul tappeto. Nella nostra Costituzione invece, fermo restando il riconoscimento della legittimità della proprietà privata, l'articolo 42 ribadisce la funzione sociale della proprietà che oltre a compensare adeguatamente chi legittimamente la detiene deve anche contribuire ad assicurare la solidarietà nella nazione.