Concetti Chiave
- La società romana era divisa tra Ottimati, rappresentanti della nobiltà, e Popolari, sostenitori delle classi inferiori, creando tensioni che condussero a una crisi politica.
- La guerra di Giugurta iniziò nel 112 a.C. dopo che Giugurta, autoproclamato sovrano della Numidia, uccise mercanti italici, provocando l'intervento militare di Roma.
- Gaio Mario, eletto console, sconfisse Giugurta con l'aiuto di Silla, ottenendo il sostegno popolare ma l'ostilità del Senato romano.
- Mario attuò una riforma militare che rese il servizio volontario e accessibile ai nullatenenti, garantendo una carriera retribuita e la concessione di terre ai veterani.
- La carriera politica di Mario declinò quando, pressato dal Senato, si distanziò da Saturnino, perdendo il supporto dei suoi sostenitori popolari.
Dopo il fallimento dei Gracchi, la società romana si trovava sull’orlo di una guerra civile. Politicamente si contrapponevano due schieramenti:
- Ottimati: si autoproclamavano “i migliori” e rappresentavano la nobiltà, la quale mirava a ottenere il dominio assoluto sul Senato.
- Popolari: comprendevano i cavalieri, la plebe meno ricca e alcuni nobili disposti a rinunciare a privilegi per risolvere i problemi economici e sociali. Erano propensi a fare concessioni al popolo italico e alle classi inferiori.
Questo scontro segnò un secolo della storia romana e fu il preludio della fine della Repubblica.
Guerra contro Giugurta
Nel 118 a.C., alla morte del re della Numidia, una regione sotto l’influenza di Roma, i figli del defunto sovrano vennero assassinati dal cugino Giugurta, che si autoproclamò sovrano. Durante la resa dei conti, Giugurta fece uccidere dei mercanti italici, provocando l’ira del Senato romano che dichiarò guerra nel 112 a.C..
Per diversi anni, Roma subì numerose sconfitte a causa della corruzione dei suoi generali, comprati con il denaro del re numida. Tuttavia, con l’elezione di Gaio Mario a console nel 107 a.C., a cui venne affidato il compito di sconfiggere Giugurta con l’aiuto del generale Silla, Roma riuscì in due anni a trionfare sui Numidi.
Riforme di Gaio Mario
Con la vittoria, Gaio Mario si guadagnò la stima del popolo, ma il disprezzo del Senato. Tuttavia, quando i Germani, i Cimbri e i Teutoni minacciarono Roma, il Senato fu costretto a nominare Mario console per cinque anni consecutivi. Grazie a due decisive vittorie sui Teutoni nel 102 a.C. e sui Cimbri nel 101 a.C., Mario riuscì a liberare l’Italia dalla minaccia.
Durante il suo consolato, Mario attuò una riforma dell’esercito: trasformò l’arruolamento da obbligatorio a volontario e lo rese accessibile anche ai nullatenenti e agli italici. Il servizio militare divenne permanente, retribuito, e al termine della carriera i veterani ricevevano una concessione di terre.
Nel 100 a.C., Saturnino, tribuno della plebe, propose una legge per assegnare terre ai veterani, ma incontrò l’opposizione degli ottimati. Mario, pressato dal Senato, fu costretto a prendere le distanze da Saturnino, scatenando la disillusione dei ceti popolari che l’avevano sostenuto. Gli ottimati sfruttarono questa occasione per screditare Mario, che vide lentamente sfumare la sua fortuna politica.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali fazioni politiche durante la crisi della Repubblica romana?
- Cosa scatenò la guerra di Giugurta?
- Quali furono le riforme militari attuate da Gaio Mario?
- Come terminò la carriera politica di Gaio Mario?
Durante la crisi, le principali fazioni erano gli Ottimati, che rappresentavano la nobiltà e miravano al dominio del Senato, e i Popolari, che includevano cavalieri, plebei meno ricchi e alcuni nobili disposti a fare concessioni al popolo italico.
La guerra di Giugurta fu scatenata dall'assassinio dei figli del re della Numidia da parte di Giugurta, che si autoproclamò sovrano, e dall'uccisione di mercanti italici, provocando l'ira del Senato romano.
Gaio Mario trasformò l'arruolamento militare da obbligatorio a volontario, rendendolo accessibile anche ai nullatenenti e agli italici, e rese il servizio militare permanente e retribuito, con concessioni di terre ai veterani.
La carriera politica di Mario terminò con la disillusione dei ceti popolari dopo che fu costretto a prendere le distanze da Saturnino, e gli ottimati sfruttarono l'occasione per screditarlo, portando al declino della sua fortuna politica.