Concetti Chiave
- Augusto, sebbene non avesse ambizioni espansionistiche, condusse diverse campagne militari tra il 27 a.C. e il 9 d.C. per difendere e ampliare i confini di Roma.
- In Spagna, le tribù degli Asturiani, Baschi e Cantari furono sconfitte, consolidando il controllo romano sulla penisola iberica.
- Le campagne nelle Alpi e nel Norico portarono alla sottomissione di varie tribù e alla creazione di nuove province come la Rezia e la Pannonia.
- La disfatta nella foresta di Teutoburgo nel 9 d.C. segnò la fine dell'espansione romana in Germania, stabilendo il confine lungo il Reno e il Danubio.
- Augusto preferì la diplomazia alla guerra con i Parti, riuscendo a ottenere il controllo dell'Armenia e rafforzando l'influenza romana in Asia Minore.
Indice
Politica espansionistica di Augusto
Nonostante Augusto non coltivasse progetti espansionistici particolarmente ambiziosi, egli si trovò più di una volta a impegnare l’esercito nelle zone di confine e non solo allo scopo di controllare situazioni rischiose: a volte i suoi interventi risultarono vere e proprie campagne di conquista che portarono all’ulteriore estensione dei confini di Roma. Questa sua politica, peraltro, non era in contrario con quella messa in atto per consolidare la pace che si riteneva potesse essere garantita soltanto dal dominio mondiale di Roma. Nel corso di circa quarant’anni, quindi, tra il 27 a.C. e il 9 d.C, Augusto intraprese una lunga serie di campagne militari, volte sia alla difesa dei confini sia alla conquista di nuovi territori.
Conquiste in Spagna e Alpi
In Spagna il pericolo era rappresentato dalle tribù degli Asturiani, dei Baschi e dei Cantari che, approfittando delle guerre civili erano calate verso il Sud della penisola iberica, penetrando nel territorio sottoposto alla dominazione romana. Queste tribù vennero affrontate e sgominate tra il 20 e il 19 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa e i territori da esse occupati furono incamerati nella provincia della Spagna Citeriore. Sulle Alpi furono sgominate la tribù dei Salassi, che controllavano il Piccolo e il Gran San Bernardo. E, per consentire e proteggere il passaggio dell’esercito romano, nel 25 a.C. venne fondata la colonia di Augusta Pretoria (l’attuale Aosta). Nel 18 a.C. in Valcamonica e in Valtellina vennero sottomessi rispettivamente i Camuni e i Vennini.
Campagne nel Norico e Rezia
Quindi, nel 16 a.C., i due figli di Augusto, Tiberio e Druso, condussero con successo una spedizione nel Norico, grazie alla quale sottomisero i Taurisci: questi popoli, infatti, occupavano una zona ricca di miniere d’oro e di ferro (l’attuale Stiria e parte della Corinzia), che divenne una nuova provincia (il “Norico"). Successivamente vennero sconfitti i Rezi e i Vindelici, sui cui territori sarebbe stata costituita la provincia di Rezia (tra Svizzera, Germania e Austria). Nelle Alpi Marittime, i Liguri furono sgominati nel corso di una campagna condotta personalmente da Augusto. Tra il 12 e il 9 a.C. Tiberio sottomise i Pannoni che occupavano la zona che poi divenne la provincia di Pannonia (tra le attuali Slovenia e Ungheria) e immediatamente dopo venne conquistata la Mesia (parte della Serbia e della Bulgaria). I confini di Roma erano ormai giunti al Danubio, ma per renderli più sicuri ed evitare il pericolo rappresentato dalle scorrerie dei Germani in Gallia, nel 12 a.C. Augusto incaricò Druso di raggiungere i confini dell’Elba. Nel 9 a.C., essendo Druso morto per una caduta da cavallo, la campagna venne continuata da Tiberio, che sonfisse i Marcomanni e domò una rivolta in Pannonia.
Rivolta germanica e disfatta romana
Le popolazioni germaniche sottomesse si ribellarono nel 9 d.C. sotto il comando di una valoroso guerriero, Arminio, capo dei Cherusci. I Germani tesero un’imboscata ai Romani nella foresta di Teutoburgo e li annientarono; il luogotenente romano Publio Quintilio Varo si uccise, salvando così il suo onore di soldato. Il suo esercito era stato sterminato, tre intere legioni erano andate distrutte: secondo il racconto di Svetonio, Augusto stentò a rassegnarsi alla disfatta e si aggirò disperato per giorni e giorni, invocando Varo di restituirgli i suoi soldati (“Quintilio Varo, rendimi le mie legioni!”). Con questa sconfitta, i territori conquistati al di là del Reno vennero perduti, e Augusto fu costretto a rinunciare al progetto di rendere la Germania una provincia romana. Il confine fu stabilita lungo il Reno e il Danubio.
Diplomazia con i Parti
Sul confine orientale del resto il conflitto con i Parti per il possesso dell’Armenia causò ad Augusto problemi ancor più seri di quelli posti in Occidente dai Germani. I rapporti con i Parti, caratterizzati da un’antica inimicizia, rappresentavano un continuo pericolo che già Cesare aveva in progetto di affrontare. Di fronte all’annoso problema, Augusto preferì evitare uno scontro armato e si impegnò in una complicata azione diplomatica grazie alla quale ottenne che i Parti restituissero le insegne prese a Crasso nel 53 a.C. e che l’Armenia entrasse nella sfera di controllo dei Romani, insieme ai regni d’Asia Minore, di Tracia, del Bosforo e del Ponto. La preferenza di Augusto per la diplomazia rispetto a una nuova era nella politica estera romana, e fu seguita da molti suoi successori, a cominciare da Tiberio.
Domande da interrogazione
- Qual era l'approccio di Augusto verso l'espansione territoriale di Roma?
- Quali furono le principali campagne militari intraprese da Augusto?
- Come reagì Augusto alla sconfitta nella foresta di Teutoburgo?
- Quali furono le conseguenze della sconfitta romana nella foresta di Teutoburgo?
- Come gestì Augusto il conflitto con i Parti per il controllo dell'Armenia?
Augusto non aveva progetti espansionistici particolarmente ambiziosi, ma si trovò a impegnare l'esercito in campagne di conquista per estendere i confini di Roma e consolidare la pace attraverso il dominio mondiale.
Augusto intraprese campagne in Spagna contro le tribù degli Asturiani, Baschi e Cantari, nelle Alpi contro i Salassi, e in Norico, Rezia, Pannonia e Mesia, estendendo i confini di Roma fino al Danubio.
Augusto fu profondamente colpito dalla sconfitta nella foresta di Teutoburgo, dove tre legioni romane furono annientate, e si disperò invocando il ritorno delle sue legioni.
La sconfitta portò alla perdita dei territori conquistati al di là del Reno e costrinse Augusto a rinunciare al progetto di rendere la Germania una provincia romana, stabilendo il confine lungo il Reno e il Danubio.
Augusto evitò uno scontro armato con i Parti e optò per una soluzione diplomatica, ottenendo la restituzione delle insegne prese a Crasso e l'inclusione dell'Armenia nella sfera di controllo romana.