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Concetti Chiave

  • Il Senato romano spinse Pompeo a richiedere a Cesare la restituzione di una legione prestata per la guerra in Gallia, sotto il pretesto della difesa dai Parti.
  • Le votazioni per prendere una decisione furono bloccate dal tribuno Curione, amico di Clodio, fino a settembre del 50 a.C.
  • Cesare propose, tramite Curione, di lasciare la sua provincia se Pompeo avesse fatto altrettanto, rinunciando al comando in Iberia.
  • Il 1 gennaio del 49 a.C., i nuovi consoli Marcello e Lentulo, ostili a Cesare, ricevettero una lettera da lui tramite Curione.
  • Cesare era a Ravenna con la XIII legione, avendo lasciato le altre legioni oltre le Alpi per non apparire bellicoso.

Indice

  1. La questione del proconsolato
  2. La proposta di Cesare
  3. L'entrata in carica dei consoli

La questione del proconsolato

Premessa la questione del proconsolato negato a Cesare, il Senato spinse Pompeo a richiedere a Cesare la restituzione di quella legione che gli aveva prestato per la guerra in Gallia, con il pretesto del migliore impiego nella difesa dal pericolo dei Parti al confine orientale dell'impero. Per gran parte dell'anno, cioè fino al settembre del 50 a.C.

non si pervenne ad alcuna deliberazione, a causa del veto posto alle votazioni dal tribuno Curione, il quale era stato amico di Clodio.

La proposta di Cesare

A quel punto Cesare, secondo lo storico Appiano, comunicò tramite il tribuno Curione di essere disponibile a lasciare la sua provincia a patto che Pompeo facesse altrettanto con la sua, rinunciando al comando delle sette legioni di stanza nella penisola iberica.

L'entrata in carica dei consoli

L'1 gennaio del 49 a.C. entrarono in carica i consoli Caio Claudio Marcello e Lucio Cornelio Lentulo, entrambi accaniti nemici di Cesare.

Durante la seduta giunse Curione con una lettera di Cesare portata da Ravenna, la città della Gallia Cisalpina più vicina al confine dell'Italia, dove egli si trovava solo con la XIII legione, poiché aveva lasciato le altre legioni sotto il suo comando di là delle Alpi, per non manifestare una volontà di guerra. Si tenga conto della diatriba storica fra la successione degli avvenimenti e sul contenuto della missiva di Cesare.

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