Concetti Chiave
- A Roma, il gioco era parte integrante della vita dei bambini, con attività come nascondino e gare con bighe trainate da caprette.
- Giochi che richiedevano abilità, come la trottola e gli astragali, erano comuni tra i bambini più grandi.
- Gli adolescenti si divertivano con aquiloni e cerchi di legno o bronzo, oltre al rocchetto, simile allo yo-yo moderno.
- Le bambole erano popolari tra le ragazze, realizzate con materiali come pezza, ceramica e avorio, dotate di abiti e accessori.
- In Grecia e a Roma, artigiani specializzati creavano giocattoli venduti nei mercati, riflettendo l'importanza del gioco nella cultura antica.
Indice
Giochi e passatempi dei bambini romani
Nella vita del bambino e del ragazzo romano c'era, per fortuna, anche tempo per il gioco. Tra le rovine di Pompei sono venute alla luce molte testimonianze di giochi e giocattoli: in una casa sono raffigurati amorini alati che si divertono a giocare, come sicuramente facevano i bambini dell'epoca, a nascondino, al tiro alla corda e a gareggiare su piccole bighe trainate da caprette o da compagni.
Giochi di abilità e concentrazione
I bambini più grandi sostituivano gradualmente ai semplice giochi dell'infanzia quelli che richiedevano una certa abilità, uno di questi era la trottola: per imprimere il movimento rotatorio vi si avvolgeva intorno a una lunga frusta, che poi veniva strappata con forza durante il lancio.
Ve ne erano di metallo, di legna di terracotta. Molto in voga erano Il gioco delle noci e il gioco degli astragali, di cui non si conoscono le regole anche se si sa che i due passatempi presupponevano abilità e concentrazione.
L'astragalo era una specie di dado oblungo di avorio, che ricordava per la forma l'omonimo osso e che veniva lanciato o forse usato come segnapunti. Era così diffuso ad essere considerato un simbolo dell'infanzia. Gli adolescenti giocavano poi con l'aquilone, di forma triangolare confezionato con tela leggera, e il cerchio, in legno oppure in bronzo. Molto diffuso era anche il rocchetto, il moderno yo-yo.
Giocattoli e artigiani specializzati
In Grecia e a Roma esistevano artigiani specializzati per la costruzione di questi giocattoli venduti nelle piazze e nei mercati. Il gioco più diffuso tra le ragazze erano ovviamente le bambole, da cui si separano alle soglie del matrimonio, offrendole alle divinità protettrici della famiglia.
Bambole e il loro significato culturale
Le bambole, fatte di pezza, di ceramica, di legno o di avorio dipinto, riproducevano sempre le fattezze di fanciulle giovani e belle con vestiti che qualsiasi ragazza sarebbe sognato di poter indossare: erano molto simili alle Barbie di oggi e avevano vestiti, collane, orecchini e braccialetti.
Dettagli delle bambole romane
Nelle sepolture di bambine e ragazze, oltre alle bambole e loro ricchi corredi personali, a volte si sono ritrovati anche mobili e arredi in miniatura. Sono stati rinvenuti persino piccoli cofanetti contenenti pettinini e specchietti per la toeletta della bambola. Per ottenere un effetto di maggiore verosimiglianza, le bambole avevano anche le membra snodabili: il torace era separata dalla testa, che ruotava liberamente, così come le braccia e le gambe. Tutte queste parti erano connesse tra loro mediante perni di avorio.
Domande da interrogazione
- Quali giochi erano popolari tra i bambini romani?
- Come erano fatte le bambole delle ragazze romane?
- Dove venivano venduti i giocattoli nell'antica Roma?
I bambini romani giocavano a nascondino, tiro alla corda, gare su bighe, e con trottole, noci, astragali, aquiloni, cerchi e rocchetti.
Le bambole erano di pezza, ceramica, legno o avorio dipinto, con fattezze di giovani fanciulle, vestiti, gioielli, e avevano membra snodabili.
I giocattoli venivano venduti nelle piazze e nei mercati da artigiani specializzati.