Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il matrimonio romano poteva essere celebrato tramite "confarreationem" per le famiglie benestanti o "coemptionem" per quelle più umili.
  • La cerimonia "confarreationem" coinvolgeva riti complessi, come gli auspici, un sacrificio di pecora, e la consumazione di una focaccia di farro.
  • La sposa indossava una tunica bianca e un velo arancione durante la "confarreationem", assistita da figure religiose e dieci testimoni.
  • Il matrimonio "per coemptionem" era una forma di compravendita della sposa, seguito da un banchetto e un corteo musicale alla casa del marito.
  • Dopo le nozze, la sposa entrava nella casa del marito, riceveva acqua e fuoco e sacrificava ai Lari, diventando una matrona romana.

Indice

  1. Tipi di matrimonio romano
  2. Rituali del matrimonio confarreationem
  3. Cerimonia e simboli del matrimonio
  4. Matrimonio per coemptionem
  5. Tradizioni post-rito nuziale

Tipi di matrimonio romano

A Roma, il matrimonio poteva essere contratto in due modi: per “confarreatiomem” oppure per “coemptionem

Rituali del matrimonio confarreationem

Il matrimonio per “confarreationem” era quello più solenne ed era proprio delle famiglie più benestanti. Il giorno prima delle nozze, al mattino prima dell’alba ci si recava dagli aruspici per prendere gli auspici, cioè i responsi divinatori, ottenuti, di solito, osservando il volo degli uccelli. Il giorno delle nozze la sposa indossava una tunica bianca chiamata “tunica recta” o “tunica regilla”, divideva i capelli in sei trecce (= crines), adornava con dei nastri (=vittae) e quindi si copriva il capo con un velo arancione, chiamato “flammeum”.

Cerimonia e simboli del matrimonio

Alla cerimonia nunziale assisteva il “Pontefix Maximus” ed il sacerdote preposto al culto di Giove (= Flan Dialis) oltre a dieci testimoni davanti ai quali lo sposo ed il padre della sposa firmavano il contratto di matrimonio, detto “tabellae nuptialis”. Agli dei veniva offerta una pecora come sacrificio e gli sposi consum,avano una focaccia di farro, chiamata “farreus panis” che dava il nome di “confarreationem” alla cerimonia. La “pronuba”, cioè una donna sposata amica di famiglia univa le due mani destre degli sposi (= dextrarum iunctio) che si promettevano così amore e fedeltà

Matrimonio per coemptionem

Il matrimonio “per coemptionem” era molto più semplice ed era proprio delle famiglie più umili. In pratica si trattava di una compravendita della sposa ( “coemptio” coemere” = comprare) che il padre cedeva al futuro marito.

Tradizioni post-rito nuziale

Dopo il rito nuziale si dava avvio al banchetto che poteva durate per molte ore e sul finire di questo, quando il sole era già tramontato, lo sposo fingeva di rapire la sposa, in ricordo del ratto delle Sabine, poi si avviava da solo verso casa. Quindi aveva luogo la “deductio”, cioè l’accompagnamento in corteo della sposa alla casa del marito, a suon di musica. Durante il corteo, tutti inneggiavano al dio romano delle nozze, Talasso, e lanciavano dei lazzi e delle inventive contro lo sposo. Quando il corteo era giunto davanti alla casa del marito, quest’ultimo si affacciava sulla porta e chiedeva “Chi sei donna?” “Come ti chiami?” e la sposa rispondeva: “Ubi tu Gaius, ego Gaia” per significare che gli sarebbe stata fedele sia nella buona che nella cattiva sorte. Entrata in casa, l’uomo le offriva l’acqua ed il fuoco, elementi indispensabili per far funzionare una casa. Il giorno successivo, dopo aver indossato gli abiti matronali, essa sacrificava ai Lari domestici e, così, essa entrava a far parte del rispettato novero delle matrone romane.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i due modi principali per contrarre matrimonio a Roma?
  2. A Roma, il matrimonio poteva essere contratto per "confarreationem", un rito solenne per le famiglie benestanti, o per "coemptionem", una forma più semplice simile a una compravendita, tipica delle famiglie umili.

  3. Quali erano i rituali principali del matrimonio per "confarreationem"?
  4. Il matrimonio per "confarreationem" includeva la consultazione degli aruspici, la presenza del Pontefice Massimo e del Flamen Dialis, il sacrificio di una pecora, e il consumo di una focaccia di farro, con la sposa che indossava una tunica bianca e un velo arancione.

  5. Cosa rappresentava il rito della "deductio" nel matrimonio romano?
  6. La "deductio" era il corteo che accompagnava la sposa alla casa del marito, con musica e canti in onore del dio Talasso, e rappresentava simbolicamente l'ingresso della sposa nella nuova famiglia.

  7. Qual era il significato della frase "Ubi tu Gaius, ego Gaia" pronunciata dalla sposa?
  8. La frase "Ubi tu Gaius, ego Gaia" significava che la sposa prometteva fedeltà al marito, sia nella buona che nella cattiva sorte, simboleggiando il suo impegno e la sua integrazione nella nuova famiglia.

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