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Concetti Chiave

  • In Oriente, Augusto fu venerato come una divinità associata alla dea Roma, simbolo di unità dell'Impero.
  • In Occidente, il culto del genius Augusti servì a unificare varie religioni locali sotto la figura di Augusto come nume tutelare.
  • Questo culto rimase influente fino al V secolo, con sacerdoti imperiali anche tra i cristiani, evidenziando la sua importanza.
  • Augusto assunse il titolo di pater patriae, riflettendo il suo ruolo unificante e protettivo per l'Impero.
  • Augusto legò intellettuali come Virgilio e Orazio attraverso amicizie e coinvolgimenti, ispirando opere di grande valore artistico.

Indice

  1. Il culto di Augusto
  2. Il titolo di pater patriae
  3. Rapporto tra intellettuali e potere

Il culto di Augusto

In Oriente permise che venisse onorato ed adorato (di solito associato alla dea Roma, per cui comincia ad essere rappresentato con particolari fattezze, seduto in trono con la tyche o la spada in mano, in tutto l’Impero), in Occidente era il genius Augusti (il “genio di Augusto”, cioè un nume tutelare che, anziché essere onorato da una ricca famiglia, era onorato in tutto l’Impero): questo culto fu particolarmente importante per rendere omogenea una religiosità molto varia, fatta di tanti culti locali incorporati a Roma all’insegna della venerazione di un capo considerato figlio di un Dio, il massimo sacerdote della religione imperiale e tutelato, reso abile ad accrescere la fortuna dell’Impero romano (una sorta di divinità implicita).

Il titolo di pater patriae

Questo culto fu tanto importante che ancora nel V secolo in Africa conosciamo sacerdoti del culto imperiale, anche cristiani (benché le due cose siano agli antipodi); nel 2 d.C. Augusto assunse anche un altro titolo onorifico, quello di pater patriae, del tutto coerente con il significato, con la venerazione del genius Augusti.

Rapporto tra intellettuali e potere

Come già aveva fatto Cesare (con il mese di Iulius), si prese il mese Sextilis (cioè Agosto), così chiamato perché l’anno romano iniziava a Marzo, che venne rinominato Augustus; uno dei temi molto studiati è stato il rapporto fra intellettuali e potere: il problema che si pone con Augusto (la storia di Roma ha dei momenti che servono come esemplari alla storia mondiale) è il cercare di capire come Augusto potesse aver legato a sé senza asservirli degli intellettuali che hanno lasciato opere eccezionali. A legare storici, poeti e letterati all’imperatore era un complesso gioco di coinvolgimenti ed amicizie, cosicché Virgilio, Orazio ed altri avevano l’impressione di aderire spontaneamente alla politica augustea e finivano per interpretarne i temi (direttamente suggeriti da Augusto) con entusiasmo sincero, che è alla base della grandezza delle opere (altrimenti si sarebbe immediatamente capito che erano frutto di adulazione ed avrebbero certamente avuto un livello artistico squallido→opere composte durante il fascismo).

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo del culto del genius Augusti nell'Impero Romano?
  2. Il culto del genius Augusti era fondamentale per unificare la diversità religiosa dell'Impero, venerando Augusto come un nume tutelare e massimo sacerdote, capace di accrescere la fortuna dell'Impero.

  3. Come Augusto riuscì a legare a sé gli intellettuali dell'epoca?
  4. Augusto legò a sé intellettuali come Virgilio e Orazio attraverso un complesso gioco di coinvolgimenti ed amicizie, facendo sì che aderissero spontaneamente alla sua politica e interpretassero i suoi temi con entusiasmo sincero.

  5. Quali titoli onorifici assunse Augusto e quale mese rinominò?
  6. Augusto assunse il titolo di pater patriae e rinominò il mese Sextilis in Augustus, in linea con la venerazione del genius Augusti e seguendo l'esempio di Cesare con il mese di Iulius.

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