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Concetti Chiave

  • Il 476 è considerato simbolicamente la fine del mondo antico, ma per gli antichi eventi come il saccheggio di Roma nel 410 dai Visigoti furono più significativi.
  • Mentre alcuni Romani temevano la scomparsa della civiltà, i cristiani vedevano questi eventi come la fine di un ciclo e l'inizio di una civiltà cristiana.
  • Sant'Agostino interpretava la caduta di Roma come un passaggio dalla "città degli uomini" alla "città di Dio", enfatizzando i valori cristiani.
  • I barbari che distrussero l'Impero erano spesso già cristiani, poiché i missionari avevano iniziato a convertirli nel IV secolo.
  • Il cristianesimo riuscì a integrare i popoli barbari nell'orbita culturale cristiana, mentre l'Impero romano li respingeva.

Fine di un ciclo storico La scelta del 476 come data della fine del mondo antico ha un valore simbolico: la storia, infatti, non procede per cesure nette. Per gli antichi comunque le date emblematiche erano altre: più ancora della deposizione dell’ultimo imperatore d’Occidente – che passò quasi inosservata – fece enorme impressione il saccheggio di Roma a opera dei Goti dell’Ovest, i Visigoti, nel 410, perché rese evidente a tutti che la forza dominante erano ormai i barbari e che la pax Romana garantita dallo Stato imperiale apparteneva al passato.
Alcuni Romani (in particolare i rappresentanti dell’aristocrazia) pensavano che, travolta dai barbari, stesse scomparendo la civiltà stessa: i cristiani invece videro generalmente in questi eventi solo la fine di un ciclo storico. Secondo il più grande pensatore cristiano di quest’epoca, sant’Agostino (354 –430), alla “città degli uomini” si andava così sostituendo la “città di Dio”, una civiltà cristiana che prefigurava e preparava l’avvento del regno di Dio sulla Terra: ciò che contava non era che Roma governasse il mondo, ma che il mondo fosse retto dai valori del cristianesimo.
Del resto, quei “barbari” che stavano facendo a pezzi l’Impero spesso erano già essi stessi cristiani. Infatti, fin dalla metà del IV secolo, i missionari cristiani si erano spinti oltre il confine nord-occidentale dell’Impero e avevano cominciato a convertire le tribù germaniche. Popoli nuovi vennero così attirati nell’orbita culturale della religione cristiana prima ancora di divenire protagonisti della storia politica. In tal modo, mentre l’Impero romano provava ostilità e terrore nei confronti dei barbari e cercava di mantenerli oltre i propri confini, il cristianesimo seppe assimilarli.

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