Concetti Chiave
- Giustiniano, nominato imperatore nel 518, preparò il nipote Pietro Sabbazio come successore, rinominandolo Giustiniano e integrandolo nella corte imperiale.
- Giustiniano si impegnò a restaurare la gloria dell'impero romano, riorganizzando l'esercito e affrontando rivolte interne per stabilizzare l'impero.
- La guerra greco-gotica, combattuta contro gli Ostrogoti in Italia, fu lunga e devastante, culminando con la vittoria di Giustiniano nel 553 e la ricostituzione dell'impero romano.
- Dopo la guerra, l'Italia era in rovina; la Prammatica sanzione del 554 restaurò l'autorità imperiale, trasformando l'Italia in un esarcato sotto il governo bizantino.
- La Costituzione bizantina coinvolse la Chiesa nella gestione del potere, ma la popolazione italiana subì nuove tasse e la vecchia aristocrazia fu esclusa dalle cariche pubbliche.
Indice
L'ascesa di Giustiniano
Quando fu nominato imperatore nel 518, Giustiniano, che non aveva figli, chiamò a corte il nipote Pietro Sabbazio, al quale riconosceva intelligenza e determinazione, per prepararlo a succedergli. Per rendere evidente il legame familiare lo rinominò Giustiniano; alle doti militari, che il nipote aveva già rivelato, si affiancarono l'educazione diplomatica e la carriera all'interno della corte: poco dopo il suo arrivo Giustiniano divenne infatti ufficiale della guardia di palazzo e, nel 521, console. Amante dei giochi circensi, egli s'innamorò e sposò una bellissima attrice, Teodora, suscitando scandalo nell'aristocrazia. Prossimo alla morte, Giustino adottò il nipote, agevolando il passaggio della corona imperiale, che avvenne pochi mesi dopo, nell'agosto 527.
Le sfide iniziali del regno
Fin dall'inizio il nuovo imperatore si mostrò determinato a restaurare la gloria e l'unità dell'impero romano, adoperandosi senza sosta per allontanarne i nemici dalle frontiere, per dotare lo Stato di un esercito potente e fidato e per rendere ancora più dinamiche la burocrazia e l'amministrazione. Nonostante la preparazione ricevuta, i primi anni di regno furono difficili soprattutto a causa di alcune rivolte, sedate con l'intervento delle milizie. L'esercito si rivelò molto efficiente, grazie a una riorganizzazione che l'imperatore aveva introdotto poco dopo la sua salita al trono: dalle truppe erano stati, infatti, eliminati soldati e comandanti germanici, mentre era stata rafforzata la componente che proveniva dalla penisola balcanica, considerata assai più affidabile. In seguito, normalizzata la situazione interna dell'impero, Giustiniano intraprese il tentativo di riportare la parte occidentale sotto il suo controllo. Per fare ciò, egli doveva ristabilire l'autorità imperiale sui regni romano-germanici.
Le guerre di espansione
Per prima cosa, Giustiniano combatté contro i Vandali per il controllo di Corsica, Sardegna e Nord Africa, poi si rivolse contro i Goti per portare sotto il suo dominio penisola italica e Illirico (l'attuale Dalmazia), infine, vinse i Visigoti in Spagna (554). Particolarmente lunga e cruenta fu la guerra greco-gotica combattuta per quasi due decenni contro gli Ostrogoti, in Italia.
I loro re, prima Vitige, poi Totila, infine il suo successore Teia si rivelarono un nemico tenace, contro cui penarono molto i generali inviati da Oriente, Belisario e Narsete. Il primo aveva combattuto contro i Vandali prima di affrontare, con alterni successi, gli Ostrogoti. Il secondo ebbe maggiori risultati attaccando il regno da nord e riprendendo il controllo della penisola nel 553. Il conflitto fu contrassegnato da fasi diverse a vantaggio ora dei Bizantini ora dei Goti, e causò grandi sofferenze alla popolazione dell'Italia, che patì carestie, epidemie, continue razzie e fame. Quando, nel 553, Giustiniano giunse alla vittoria definitiva, l'antico impero romano sembrava ricostituito sotto il suo scettro; rimanevano però ancora escluse le province germaniche, il Nord della Spagna, la Gallia e la Britannia.
La devastazione dell'Italia
L'Italia usciva devastata dal conflitto: le sue strutture pubbliche (strade, edifici, acquedotti) erano distrutte, la popolazione era decimata, la miseria era ovunque. Per cancellare le tracce della dominazione dei Goti, nel 554, l'imperatore promulgò una costituzione nota come Prammatica sanzione, ossia un insieme di norme che restauravano l'autorità imperiale in Italia, affidando il governo locale a un governatore detto "esarca": l'Italia diventava così un esarcato, cioè una provincia dell'impero bizantino.
La prammatica sanzione
La Costituzione prevedeva, inoltre, la collaborazione, nella gestione del potere, delle gerarchie della Chiesa: in questo modo i vescovi diventavano veri e propri amministratori delle città, anche a livello di giustizia. Inoltre, essa stabiliva la restituzione ai legittimi proprietari romani di tutti i beni che erano stati loro sottratti durante la guerra greco-gotica, inclusi servi e coloni. La vecchia aristocrazia senatoria, tuttavia, fu esclusa dalle cariche politiche e amministrative. Non molti furono, in definitiva, i vantaggi per la popolazione dell'Italia: le nuove tasse, infatti, giustificate dalle spese per la ristrutturazione dell'impero, oppressero ulteriormente gli abitanti del nuovo esarcato.
Domande da interrogazione
- Chi era Giustiniano e come divenne imperatore?
- Quali furono le principali azioni intraprese da Giustiniano per restaurare l'impero romano?
- Quali furono le conseguenze della guerra greco-gotica in Italia?
- Come influenzò la Costituzione bizantina la gestione del potere in Italia?
- Quali furono gli effetti delle nuove tasse imposte in Italia dopo la guerra?
Giustiniano fu nominato imperatore nel 518 e preparò il nipote Pietro Sabbazio, rinominato Giustiniano, a succedergli. Giustino adottò il nipote, facilitando il passaggio della corona imperiale nell'agosto 527.
Giustiniano si impegnò a restaurare la gloria e l'unità dell'impero romano, allontanando i nemici dalle frontiere, rafforzando l'esercito e rendendo più dinamiche la burocrazia e l'amministrazione.
La guerra greco-gotica devastò l'Italia, distruggendo strutture pubbliche e decimando la popolazione. La Prammatica sanzione del 554 restaurò l'autorità imperiale, trasformando l'Italia in un esarcato bizantino.
La Costituzione bizantina coinvolse le gerarchie della Chiesa nella gestione del potere, rendendo i vescovi amministratori delle città e restituendo beni ai legittimi proprietari romani, escludendo però la vecchia aristocrazia senatoria.
Le nuove tasse, giustificate dalle spese per la ristrutturazione dell'impero, oppressero ulteriormente la popolazione dell'Italia, portando pochi vantaggi agli abitanti del nuovo esarcato.