Concetti Chiave
- Diocleziano interruppe l'anarchia militare romana instaurando un forte potere centrale e associando Massimiano come co-imperatore.
- La tetrarchia fu istituita nel 293 d.C., con Diocleziano, Massimiano, Costanzo Cloro e Galerio, suddividendo l'impero in quattro aree di influenza.
- Le riforme di Diocleziano includevano la divisione dell'esercito e una riorganizzazione amministrativa delle province in diocesi e tetrarchie.
- L'Editto dei prezzi del 301 d.C. tentò di stabilire prezzi minimi e massimi per i prodotti, ma non riuscì a fermare la speculazione.
- Diocleziano promosse persecuzioni contro i cristiani, culminate in editti che ordinavano l'apostasia, influenzato da Galerio.
Indice
L'ascesa di Diocleziano
La fase di anarchia militare nell'impero Romano, durante la quale non era stato presente un solido potere centrale, fu interrotta con la salita al trono di Diocleziano; egli era nato in Dalmazia da una famiglia non nobile e la sua ascesa sociale fu favorita dall’esercito: egli infatti si distinse sotto gli imperatori Probo e Aureliano, e sfruttò le lotte per la successione per farsi acclamare imperatore dall’esercito stesso.
Lasciò un’impronta significativa nella storia di Roma, dato che seppe risolvere i problemi con iniziative energiche e globali, reinstaurando un forte potere centrale.
Il problema più urgente da risolvere riguardava la sicurezza interna, poiché le rivolte e le ribellioni delle province erano ormai all’ordine del giorno; quindi si associò al potere Massimiano, suo fedele collaboratore, e divenne assieme a lui “Augustus”.
La tetrarchia e il decentramento
Mentre Diocleziano si impegnava a proteggere la parte Orientale dell’impero, fronteggiando i Sarmati, a Massimiano fu affidata quella Occidentale, dove combatté alcune popolazioni germaniche tra cui Alamanni, Franchi e Burgundi.
È importante sottolineare che né l’uno né l’altro soggiornarono nella Capitale.
L’opera di decentramento del potere continuò e nel 293 d.C. Diocleziano nominò due “Cesari”, ossia dei collaboratori con il compito di coadiuvare gli “Augusti”, Costanzo Cloro - per l’Occidente, al servizio di Massimiano - e Galerio - per l’Oriente, al servizio di Diocleziano.
Si venne così a formare una tetrarchia, in cui il potere è gestito da 4 persone, e ognuna di queste ultime scelse una propria residenza:
- Diocleziano si stabilì a Nicomedia, in Asia Minore;
- Galerio si stanziò a Sirmio, l’attuale Serbia;
- Costanzo Cloro risiedette a Treviri, nell’attuale Germania;
- Massimiano si stabilì a Milano.
I due Cesari portarono a termine vittoriosamente due spedizioni: Costanzo Cloro represse alcune rivolte scoppiate in Britannia, mentre Galerio arrestò l’espansionismo della tribù dei Sasanidi.
Inoltre, è bene tenere presente che questa suddivisione del potere aveva lo scopo di garantire negli anni successivi una tranquilla successione al potere, evitando le lotte per la supremazia, ma questo venne impedito dal sopravvento delle ambizioni dei singoli.
Riforme e conseguenze economiche
Per quanto riguarda le riforme varate, Diocleziano divise l’esercito in due formazioni: una parte fissa, stanziata sul limes, e una mobile, pronta a intervenire in caso di incursioni improvvise.
Inoltre, le province divennero circa cento e furono raggruppate in dodici diocesi, governate dai vicari, che a loro volta furono raggruppate in 4 province, governate direttamente dai 4 tetrarchi; egli varò anche una riforma tributaria per la quale ogni provincia doveva versare una tassa sul raccolto, l’annona militare.
Questo provocò due conseguenze negative:
- in caso di annata scarsa per il raccolto risultava difficile pagare le tasse;
- i figli e le generazioni future dei contadini furono obbligati a seguire la loro strada, poiché l’annona aveva una valenza temporale indeterminata.
Diocleziano poi promulgò un Editto dei prezzi nel 301 d.C., con il quale veniva stabilito un prezzo minimo e un prezzo massimo per ogni prodotto; tutto ciò, però, non fece ottenere i risultati sperati, dato che le speculazioni aumentarono in maniera più che capillare.
Persecuzioni e cambiamenti politici
Ci sono anche da annoverare le numerose persecuzioni indette contro i cristiani, iniziate con 4 Editti a cavallo tra il 304 d.C. e il 305 d.C., nelle quali essi furono costretti ad eseguire un atto di apostasia, ossia doverono ripudiare la loro fede; tra l’altro, molti storici ritengono che sia stato proprio il suo Cesare, Galerio, a istigarlo.
Infine, furono chiari alcuni cambiamenti con l’arrivo di Diocleziano:
- alcune magistrature persero il loro valore, come il senato e il tribunato;
- l’Italia non fu più il centro del potere, che invece si identificò con il palazzo reale;
- dal “principato” si passò a un “dominato”, dove l’imperatore era chiamato “dominus” ed egli si mostrò in pubblico solo in rare occasioni, a seguito di una sfarzosa cerimonia.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali iniziative di Diocleziano per ristabilire un forte potere centrale nell'impero Romano?
- Come fu strutturata la tetrarchia introdotta da Diocleziano?
- Quali furono le conseguenze delle riforme tributarie di Diocleziano?
- Quali furono gli effetti dell'Editto dei prezzi del 301 d.C. promulgato da Diocleziano?
- Quali cambiamenti istituzionali e sociali furono evidenti con l'arrivo di Diocleziano?
Diocleziano risolse i problemi dell'impero con iniziative energiche e globali, associandosi al potere con Massimiano e formando una tetrarchia per garantire una successione tranquilla al potere.
La tetrarchia era composta da quattro persone: Diocleziano e Massimiano come "Augusti", e Costanzo Cloro e Galerio come "Cesari", ognuno con una propria residenza e responsabilità territoriali.
Le riforme tributarie portarono a difficoltà nel pagamento delle tasse in caso di cattivi raccolti e obbligarono i figli dei contadini a seguire la stessa strada dei genitori a causa dell'annona.
L'Editto dei prezzi non ottenne i risultati sperati, poiché le speculazioni aumentarono notevolmente nonostante l'imposizione di prezzi minimi e massimi per i prodotti.
Con Diocleziano, alcune magistrature persero valore, l'Italia non fu più il centro del potere, e si passò dal "principato" al "dominato", con l'imperatore chiamato "dominus" e visibile in pubblico solo in rare occasioni.