Concetti Chiave
- Dopo l'omicidio di Cesare, i congiurati si rifugiarono sul Campidoglio per difendersi, ma presto compresero l'impossibilità di ristabilire il controllo repubblicano.
- I soldati di Cesare cercavano vendetta, spingendo i congiurati a trattare con Marco Antonio e Lepido, che avevano rispettivamente il supporto dei soldati e di una legione.
- Il Senato, il 17 marzo, concesse amnistia ai cesaricidi e confermò gli atti politici di Cesare, includendo incarichi per alcuni congiurati.
- Il testamento di Cesare, letto il 18 marzo, non menzionava Antonio come erede, portandolo a orchestrare funerali pubblici per ottenere consenso popolare.
- Durante i funerali del 20 marzo, l'orazione di Antonio incitò la folla contro Bruto, Cassio e gli altri congiurati, costringendoli a lasciare Roma.
Indice
La reazione dei congiurati
Dopo il delitto di Cesare, il 15 Marzo 44 a.C. i congiurati si asserragliarono sul colle del Campidoglio, perché era in una posizione più difendibile. Ma già il 16 marzo compresero che erano illusori i loro piani di ristabilire il pieno funzionamento delle istituzioni repubblicane e di annullare gli atti politici di Cesare.
Scesi nel Foro si resero conto che i soldati di Cesare volevano vendicarne la morte.Trattative e decisioni del senato
Per questo, ritornati sul Campidoglio, iniziarono trattative con Marco Antonio e con Lepido. Il primo, carico di debiti, dedito al gioco e a varie dissolutezze, era popolare tra i soldati. Il secondo disponeva di una legione alle porte di Roma, che lo attendeva per partire con lui alle volte della Gallia Narbonense e della Spagna Citeriore, le province che gli erano state assegnate da governare. Trovato un accordo tra cesariani e repubblicani, il Senato nella seduta del 17 marzo prese all'unanimità due decisioni pacificatrici: si concesse completa amnistia ai cesaricidi e si confermò la validità degli atti con cui Cesare aveva predisposto il governo di Roma e delle province per il 44-41 a.C, con le quali fra l’altro si assegnavano importanti incarichi ad alcuni congiurati.
Il testamento di Cesare e le sue conseguenze
Un fatto imprevisto si verificò il 18 marzo quando alla lettura del testamento di Cesare in casa di antonio, quando si scoprì che il padrone di casa non era affatto indicato come successore di Cesare, né menzionato fra gli eredi del patrimonio. Antonio dunque volendo evitare che il ruolo gli fosse conteso dal giovane Ottavio, impose che le esequie di Cesare avvenissero pubblicamente. Il 20 marzo durante i funerali tenne un’orazione declamatoria con gesti teatrali, che accese gli animi dei popolani spingendoli inferociti verso le case di Bruto e Cassio, che si allontanarono da Roma, come d’altronde tutti i congiurati, uno alla volta, Cicerone compreso.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la reazione iniziale dei congiurati dopo l'assassinio di Cesare?
- Quali decisioni ha preso il Senato dopo le trattative tra cesariani e repubblicani?
- Quali furono le conseguenze della lettura del testamento di Cesare?
Dopo l'assassinio di Cesare, i congiurati si rifugiarono sul Campidoglio, ma presto si resero conto che i loro piani di ripristinare le istituzioni repubblicane erano illusori, poiché i soldati di Cesare cercavano vendetta.
Il Senato, il 17 marzo, ha concesso un'amnistia completa ai cesaricidi e ha confermato la validità degli atti di governo predisposti da Cesare, che includevano incarichi importanti per alcuni congiurati.
La lettura del testamento di Cesare rivelò che Antonio non era indicato come successore, spingendolo a organizzare funerali pubblici per Cesare, durante i quali un'orazione infiammò il popolo contro i congiurati, costringendoli a lasciare Roma.