Concetti Chiave
- Cesare, console nel 59 a.C., cercò di approvare una legge per concedere terre ai soldati di Pompeo, usando un contingente militare per superare l'ostruzionismo del Senato.
- Durante il suo consolato, Cesare fece ratificare l'organizzazione amministrativa di Pompeo in Oriente e ottenne il governo pro-consolare di diverse regioni per cinque anni.
- Utilizzando il tribuno Publio Clodio, Cesare orchestrò l'esilio di Cicerone attraverso una legge contro le condanne a morte senza appello popolare.
- Il "De Bello Gallico" di Cesare è noto per il suo stile attico, distinto da quello asiano di Cicerone, caratterizzato da periodi brevi e narrazione asciutta.
- L'opera di Cesare è apprezzata per la fedeltà storica, un aspetto raro nel suo genere letterario, offrendo un resoconto dettagliato della sua campagna in Gallia.
Indice
Cesare e la legge agraria
Cesare fu aderente ai patti: console nel 59, propose subito una legge per la concessione di terre ai soldati di Pompeo e, quando i nobili fecero ancora una volta ostruzionismo (tecnica parlamentare già attuata dai senatori romani per impedire che una legge venisse approvata), Cesare (mostrando già grande spregiudicatezza, che poi ebbe nella conduzione politica) fece intervenire un contingente di soldati pompeiani, che fuori dal Senato fecero capire quale poteva essere lo scenario di stragi, se il Senato non avesse approvato la legge. Ormai Roma aveva uno scenario politico aperto a tutto, con eserciti congedati che potevano entrare e fare un colpo di Stato perché irritati, contingenti militari che circolavano in città come bande armate, ex soldati che non avevano niente da perdere e premevano fortemente per avere terre, diventando avventurieri pericolosi.
Consolidamento del potere di Cesare
Sempre da console, Cesare fece anche ratificare la sistemazione amministrativa data da Pompeo all’Oriente; alla fine del consolato egli ottenne per sé il governo pro-consolare di Gallia cisalpina, Illirico e Gallia transalpina, ma non per un anno (come normalmente accadeva nella Repubblica tradizionale), bensì per 5 anni. Prima di partire fece fuori Cicerone: Publio Clodio, tribuno della plebe e stretto seguace di Cesare, fece approvare una legge che comminava l’esilio a chiunque condannasse o avesse condannato a morte un cittadino romano senza concedergli il diritto di appellarsi al popolo (provocatio ad populum).
Cesare in Gallia e il De Bello Gallico
In Gallia, nei cinque anni di pro-consolato in una realtà ancora tribale, Cesare è significativamente raccontato nel "De Bello Gallico", che è un’opera effettivamente interessante sia per lo stile attico che presenta (differente da Cicerone, che adotta uno stile asiatico), sia per la sua grande fedeltà storica. Cesare adotta periodi brevi e un tipo di narrazione asciutta, che lo rende facilmente comprensibile rispetto alla prolissità di altri autori dell’epoca.
Strategie politiche di Cesare
Nel corso della sua carriera politica, Cesare utilizzò la sua influenza per ottenere il risultato che desiderava, come nel caso dell’esilio di Cicerone. Publio Clodio, a lui vicino, fece approvare una legge che obbligava l’esilio a chiunque avesse condannato a morte un cittadino romano senza il diritto di appellarsi al popolo. In questo modo, Cesare riuscì a neutralizzare uno dei suoi più acerrimi oppositori e a consolidare la sua posizione politica.
Domande da interrogazione
- Quali furono le azioni principali di Cesare durante il suo consolato nel 59 a.C.?
- In che modo Cesare riuscì a esiliare Cicerone?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche del "De Bello Gallico" di Cesare?
Durante il suo consolato, Cesare propose una legge per la concessione di terre ai soldati di Pompeo e, di fronte all'ostruzionismo dei nobili, fece intervenire un contingente di soldati pompeiani per esercitare pressione sul Senato. Inoltre, fece ratificare la sistemazione amministrativa di Pompeo all'Oriente e ottenne il governo pro-consolare di diverse regioni per cinque anni.
Cesare utilizzò la sua influenza politica per far approvare da Publio Clodio una legge che esiliava chiunque avesse condannato a morte un cittadino romano senza il diritto di appellarsi al popolo, riuscendo così a neutralizzare Cicerone, uno dei suoi principali oppositori.
Il "De Bello Gallico" è noto per il suo stile attico, caratterizzato da periodi brevi e una narrazione asciutta, che lo rendono facilmente comprensibile rispetto alla prolissità di altri autori dell'epoca, come Cicerone che adottava uno stile asiatico.