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Concetti Chiave

  • A Roma esistevano due tipi di carceri: domestico, per punire schiavi e figli, e cittadino per i condannati a morte.
  • Il carcere cittadino non era un luogo per scontare pene, poiché il diritto romano non prevedeva la reclusione come punizione.
  • Pene alternative alla reclusione includevano l'esilio, la relegatio, la deportatio e la condanna ai lavori forzati.
  • Il Tullianum, o Mamertinum, era il carcere pubblico più antico, situato nel Foro, costruito nel III secolo a.C.
  • Condizioni disumane caratterizzavano il Tullianum, dove le esecuzioni capitali avvenivano e i detenuti subivano crudeltà.

Indice

  1. Tipi di carcere a Roma
  2. Caratteristiche del carcere cittadino
  3. Il Tullianum e le sue condizioni

Tipi di carcere a Roma

A Roma esistevano due tipi di carcere: quello domestico e quello cittadino. Il carcere domestico era un locale della casa (in genere sotterraneo) nel quale il pater familias rinchiudeva a fini punitivi gli schiavi e i figli indisciplinati, nonché i suoi debitori.

Caratteristiche del carcere cittadino

Il carcere cittadino invece era il luogo nel quale venivano rinchiusi coloro che erano stati condannati a morte e che erano in attesa di esecuzione.

A differenza di quello privato dunque esso non era un luogo dove si scontava una pena: il diritto romano non conosceva infatti la pena della reclusione. Alcune pene limitavano la libertà personale: l’esilio vietava di rientrare nella città da cui si era stati esiliati, la relegatio e la deportatio obbligavano a soggiornare in un determinato luogo e così faceva – di fatto- anche la condanna ad metalla, vale a dire ai lavori forzati. Nessuna di queste pene prevedeva lo sconfinamento in edificio come il carcere.

Il Tullianum e le sue condizioni

Il carcere pubblico più antico, chiamato Tullianum (e più tardi Mamertinum), era collocato sulla parte nord-ovest del Foro, sotto l’attuale chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami. Esso era stato costruito nel III secolo a.C nella parte del Foro chiamata Comitium, in cui i magistrati celebravano i processi per consentire un facile trasferimento degli imputati e dei carcerati. Nel tardo II secolo esso venne ampliato e insieme alle vicine latumiae iniziò a essere un complesso carcerario di una certa ampiezza. La descrizione di questo carcere fatta da Sallustio lo raffigura come un luogo terribile nel quale i prigionieri venivano ammassati in condizioni disumane, abbandonati agli arbitrii e alle crudeltà dei carcerieri che spesso li invitavano esplicitamente a suicidarsi o li costringevano a farlo con le loro angherie. A rendere le condizioni di vita nel carcere ancor più spaventose si aggiungeva il fatto che in uno dei suoi locali, il più remoto e il più profondo, avevano luogo le esecuzioni capitali (spesso per strangolamento) e i cadaveri erano abbandonati a marcire, appestando l’ambiente e provocando ulteriori morti.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i due tipi di carcere esistenti a Roma?
  2. A Roma esistevano il carcere domestico, usato per punire schiavi, figli indisciplinati e debitori, e il carcere cittadino, destinato a coloro condannati a morte in attesa di esecuzione.

  3. Qual era la funzione del carcere cittadino nell'antica Roma?
  4. Il carcere cittadino non era un luogo di pena, ma serviva per detenere i condannati a morte in attesa di esecuzione, poiché il diritto romano non prevedeva la reclusione come pena.

  5. Come veniva descritto il Tullianum e quali erano le condizioni al suo interno?
  6. Sallustio descrive il Tullianum come un luogo terribile, con prigionieri ammassati in condizioni disumane, soggetti a crudeltà dei carcerieri e con esecuzioni capitali che peggioravano ulteriormente l'ambiente.

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