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Concetti Chiave

  • I triumviri utilizzarono le liste di proscrizione per eliminare i nemici e accumulare ricchezze, come già fatto da Silla.
  • Cicerone fu una delle vittime politiche delle liste di proscrizione, a causa dell'odio di Antonio e dell'incapacità di Ottaviano di proteggerlo.
  • Bruto e Cassio, con un esercito di 80.000 uomini, furono sconfitti nella battaglia di Filippi nel 42 a.C. dai triumviri.
  • Bruto e Cassio si suicidarono per evitare la cattura, segnando la fine del loro movimento contro i cesariani.
  • Sesto Pompeo, nonostante le sue conquiste e azioni piratesche, non riuscì a fermare il dominio dei triumviri su Roma.

Battaglia di Filippi e il tracollo degli anticesariani

Indice

  1. Proscrizioni e vittime illustri
  2. La battaglia di Filippi
  3. Sesto Pompeo e la minaccia repubblicana

Proscrizioni e vittime illustri

Come prima misura per sgominare i nemici i triumviri ricorsero alle liste di proscrizione: proprio come ai tempi di Silla, le liste furono il pretesto per massacrare centinaia di innocenti al solo scopo di impossessarsi delle loro ricchezze. Tra le vittime politiche vi fu anche Cicerone che, pronunciando le Filippiche, si era attirato l’odio eterno di Antonio e che Ottaviano non volle o forse non riuscì a salvare.

Bruto e Cassio nel frattempo avevano raccolto in Macedonia un esercito di circa 80.000 soldati.

La battaglia di Filippi

Ottaviano e Antonio, mentre Lepido restava a controllare la situazione a Roma, partirono per costringerli alla battaglia: lo scontro ebbe luogo nel 42 a.C nella pianura di Filippi, fra la Tracia e la Macedonia, e vide la completa vittoria dei triumviri; per non dover seguire in catene il carro dei vincitori, Bruto e Cassio si suicidarono.

Sesto Pompeo e la minaccia repubblicana

Alcuni superstiti del loro esercito riuscirono a fuggire in Spagna, unendosi a Sesto Pompeo (figlio di Pompeo “il Grande”), strenuo difensore dei valori repubblicani e nemico acerrimo di Antonio e Ottaviano. Costui, dopo aver conquistato la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, minacciava con le sue azioni piratesche il vettovagliamento della Capitale, ma non era in grado di dare battaglia poiché non disponeva di forze di terra. Il partito degli anticesariani, dunque, era finito: Roma era nelle mani dei triumviri.

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