Concetti Chiave
- Gli antichi Romani iniziarono a radersi e tagliare i capelli solo nel II sec. a.C., influenzati dalla cultura greca.
- I primi barbieri arrivarono a Roma dalla Sicilia nel 300 a.C., ma il rasoio esisteva già in Italia prima di questa data.
- Scipione l'Africano e Claudio Marcello furono figure chiave nella diffusione della moda della rasatura a Roma.
- La rasatura della prima barba era un rito di passaggio per i giovani romani, celebrato con una festa familiare.
- Gli uomini mantenevano la barba curata fino ai quarant'anni, quando i peli bianchi venivano rimossi con pinzette o rasati.
Indice
Tradizioni romane e greche
Tra gli antichi Romani non esisteva l'usanza dei Greci dell'età arcaica ed etrusca di radersi una barba rotonda intorno al viso e di tagliare completamente i baffi.
Evoluzione della rasatura a Roma
Gli antichi Romani facevano crescere capelli , barba e baffi e solo nel II sec. a.C. iniziarono a radersi e a tagliare i capelli.
I primi barbieri sarebbero arrivati a Roma dalla Sicilia nel 300 a.C.. Il rasoio, tuttavia, fa la sua comparsa tra i reperti archeologici molto prima di quella data, probabilmente perchè i tonsores di cui parla Varrone erano già in Italia, arrivati per aprire delle pubbliche attività di tonstrinae. Ciò significherebbe che l'uso di radersi e tagliarsi i capelli era presente ma non diffuso nè affermato.Influenza greca e moda romana
Nel III sec. a.C., Scipione l'Africano iniziò la moda della rasatura quotidiana e Claudio Marcello,conquistatore di Siracusa, fu il primo romano a comparire sulle monete effigiato senza barba. La cultura greca stava penetrando in quegli anni a Roma, non solo nelle forme letterarie ma anche nelle abitudini quotidiane. La moda di radersi la barba, che nacque in Grecia in età ellenistica proprio con Alessandro, fu a Roma un lento processo che culminò con la seconda guerra punica.
Significato culturale della barba
I giovani romani non si radevano la prima barba fino a quando non fosse stata abbastanza consistente. Veniva allora rasa e consacrata a una divinità, "Depositio barbae", e, considerato un avvenimento solenne, veniva celebrato con una festa della famiglia. Gli uomini conservavano la barba curata fino ai quarant'anni, quando, comparsi i peli bianchi, li si toglieva con le pinzette (volsellae), o meglio e più rapidamente, si radeva del tutto. La "barbula" era perciò associata alla gioventù e radersi la barba significava invecchiare.
Domande da interrogazione
- Qual era l'usanza degli antichi Romani riguardo la rasatura rispetto ai Greci?
- Come influenzò la cultura greca le abitudini di rasatura a Roma?
- Qual era il significato culturale della barba nella società romana?
Gli antichi Romani non seguivano l'usanza greca di radersi una barba rotonda e tagliare completamente i baffi. Iniziarono a radersi e tagliare i capelli solo nel II sec. a.C., mentre i primi barbieri arrivarono a Roma dalla Sicilia nel 300 a.C.
La cultura greca influenzò Roma non solo nelle forme letterarie ma anche nelle abitudini quotidiane, come la moda della rasatura quotidiana introdotta da Scipione l'Africano nel III sec. a.C., culminando con la seconda guerra punica.
La barba aveva un significato culturale importante; i giovani non si radevano la prima barba fino a quando non fosse consistente, poi veniva rasa e consacrata a una divinità. Era un evento solenne celebrato con una festa familiare, e radersi la barba era associato all'invecchiamento.