Concetti Chiave
- La dinastia Giulio-Claudia nacque dalla necessità di mantenere la pace e lo splendore di Roma sotto l'auctoritas di Augusto, nonostante le istituzioni repubblicane esistessero ancora.
- Augusto consolidò il suo potere attraverso il controllo delle legioni e il supporto del popolo, strategie poi adottate dai suoi successori per mantenere il consenso popolare.
- Ogni principe della dinastia Giulio-Claudia ebbe un diverso rapporto con il Senato: da Tiberio, che lasciò il potere a Seiano, a Caligola, che aspirava alla monarchia assoluta e fu ucciso per la sua tirannia.
- Claudio, nonostante le difficoltà personali, amministrò efficacemente l'impero, espandendo i confini e integrando provinciali nel Senato, unificando diverse classi sociali.
- Nerone, noto per la sua eccentricità e il lussuoso stile di vita, portò alla crisi economica e alla fine della dinastia Giulio-Claudia, culminando nel suo suicidio e nella proclamazione di Galba come nuovo princeps.
Indice
Il potere di Augusto
Il potere giuridico di Augusto era fondato sulla sua auctoritas che però portò un periodo di grande splendore a Roma e quindi l’unico modo per conservare la pace fu proseguendo la dinastia Iulia di Augusto e Claudia della moglie Livia (Giulio-claudia) anche sei fu difficile poichè esistevano ancora le istituzioni repubblicane.
Nel Senato infatti furono esautorati tutti i comizi popolari, erano quindi presenti molte persone legate al princeps ma altre che non erano d’accordo perché credevano che la sua influenza fosse troppo grande.Il senato e i successori
I principi che si successero ebbero vari punti di vista sul senato: alcuni li rispettarono ma altri li disprezzarono commettendo anche crimini contro di loro, infatti dopo Nerone l’antico patriziato italico subì un declino e il peso dei provinciali crebbe così tanto sul senato che a un certo punto esso fu formato solo da loro.
L'esercito e il popolo
Augusto aveva un esercito composto da 25 legioni e anche le coorti pretorie che gli avevano fatto giuramento. Augusto era anche accettato dal popolo che li proteggeva e gli dava panem et circenses; questi strumenti furono usati anche dai suoi successori per ottenere il consenso del popolo e difendersi dall’opposizione.
Tiberio e Seiano
Era parte della dinastia Claudia poichè era figlio di primo letto di Livia. Per farlo entrare in quella dinastia fu promesso a Giulia. Quando salì al potere era già un uomo adulto, schivo e crudele stando a quel che si dice e aveva già esperienza politica poichè si era battuto contro i Germani a non fu ai pari di suo nipote Germanico e per paura che gli succedesse lo inviò a fronteggiare i parti e li mori nel 19 e perciò i Romani iniziarono a odiarlo. Fu però molto abile nell’amministrazione, Nel 26 lascia il potere allo spietato prefetto del pretorio Seiano e si ritira a Capri. Essendo che Seiano aspirava troppo al trono lo fece arrestare e mettere a morte.
Caligola e la sua autorità
Alla morte di Tiberio il senato acclamò come principe Caligola figlio di Germanico. Venne chiamato così come le calzature dei soldati (caliga) perché il padre lo portava sul campo di battaglia vestito da soldato. Fu estremamente autoritario poichè:
- perseguitava gli oppositori;
- umiliava la classe senatoria.
Infatti lui aspirava alla monarchia assoluta presente nei mondi orientali: voleva che gli fosse eretto un tempio in suo onore, voleva che le persone si inchinassero al suo cospetto. Per ingraziarsi il popolo aumentò il numero di giochi attingendo dal fiscus. Fu talmente avverso al senato che elesse come senatore il suo cavallo e dopo aver accumulato tutte queste tensioni finì per essere ucciso.
Claudio e la Britannia
Era uno zio di Caligola e fu proclamato princeps dai militari. Era zoppo, balbuziente e timido ma era molto istruito. Preso il potere però lo gestì egregiamente e amministrò per bene la burocrazia dello stato che fu posta sotto la segreteria dello Stato e ammise in Senato alcuni provinciali creando una classe dirigente mista. Conquistò la Britannia e la fece diventare provincia imperiale.
Messalina e le sue relazioni
Sposò in terze nozze Messalina e poi con Agrippina anche se il loro rapporto fu considerato incestuoso. Lei lo fece solo per far salire al governo il figlio Nerone e per governare lei infatti fece avvelenare Claudio con dei funghi e esautorò l’unico possibile erede al trono ovvero Britannico il figlio che Claudio ebbe con Messalina che poi fu ucciso un anno dopo.
Si diceva che si prostituisse e che avesse moltissimi amanti. Fu data in moglie a Claudio quando aveva 14/15 anni e da lì iniziano le calunnie sul suo conto. Era molto corteggiata ed non era da biasimarla se si concedesse a qualche avventura ma si pensava che lei andasse in un vero e proprio bordello a prostituirsi.
Si innamora del nobile Caio Sillo che secondo Tacito era pazzo per lei divorzia con la moglie, tuttavia si può anche pensare che lui facesse tutto questo per salire al trono. Celebrarono la loro unione pubblicamente e secondo Giovenale dato che lei voleva il matrimonio con lui se non avesse accettato lo avrebbe ucciso. Claudio lo venne a sapere e temendo che la perdonasse non gliela fecero vedere. Entrambi gli amanti morirono e Messalina volle mandare una lettera di supplica al marito che non arrivò mai per colpa del liberto Narciso.
Nerone e la sua influenza
Seguiva la moda Greca: vestiva con colori sgargianti, non si radeva e fu anche un artista e un amante dell’arte e dello sfarzo a giudicare dalla sua abitazione: la domus aurea. Subì molto l’influenza di sua madre Agrippina e del filosofo Seneca. Fu anche un abile poeta che uccise Lucano poiché era geloso di lui facendogli tagliare le vene così come Petronio ma anche Seneca. Fu anche uno sportivo che partecipò alle olimpiadi. Nerone tentò di uccidere la madre che gli stava usurpando un po troppo il potere prima con una nave di scena che affondava da sola solo che lei sopravvisse e così la fece suicidare così come sua moglie Ottavia poiché si era innamorato di Poppea. Ebbe atteggiamenti tipici di un sovrano assoluto e restò circondato solo dai suoi fedeli e dal prefetto del pretorio Tigellino.
Con lui ci fu una crisi economica dovuta alla svalutazione dei denarii e dalle ingenti tasse che lui applicava per vivere una vita sfarzosa.
Sconfisse i Parti e si impose sull’Armenia.
L'incendio di Roma
Nel 64 scoppia un incendio che distrugge i due terzi di Roma e ci sono 2 ipotesi:
- Lui che si gode lo spettacolo dal suo spettacolo suonando la cetra.
- Aiuta gli sfollati.
Fatto sta che incolparono i cristiani poiché erano un gruppo che stava in disparte, fatto sta che dopo ciò costruì la domus aurea in cui c’è persino una statua di lui vestito da Dio Sole. Tutto ciò alimentò l’opposizione del Senato tanto che fu fatta nel 65 la congiura dei Pisoni che fu scoperta e comportò l’uccisione di Seneca, Lucano e Petronio. Nel 68 però le legioni spagnole di Galba proclamarono Galba princeps e Nerone si suicidò. Così finisce la dinastia Giulio-Claudia.
Domande da interrogazione
- Qual era la base del potere di Augusto e come influenzò la dinastia Giulio-Claudia?
- Come gestivano i successori di Augusto il controllo dei soldati e delle masse popolari?
- Quali furono le caratteristiche principali del regno di Caligola?
- In che modo Claudio contribuì all'amministrazione dell'impero?
- Quali furono le cause della caduta di Nerone e della fine della dinastia Giulio-Claudia?
Il potere di Augusto si basava sulla sua auctoritas, che portò splendore a Roma. La dinastia Giulio-Claudia continuò il suo approccio, nonostante le difficoltà con le istituzioni repubblicane.
I successori di Augusto utilizzarono l'esercito e il consenso popolare, ottenuto tramite panem et circenses, per mantenere il controllo e difendersi dall'opposizione.
Caligola fu estremamente autoritario, perseguitava gli oppositori e umiliava il senato. Aspirava a una monarchia assoluta e fu infine ucciso a causa delle tensioni accumulate.
Claudio gestì egregiamente la burocrazia, ammise provinciali nel senato e conquistò la Britannia, trasformandola in provincia imperiale.
La caduta di Nerone fu causata dalla crisi economica, dall'opposizione del senato e dalla proclamazione di Galba come princeps dalle legioni spagnole, portando al suo suicidio e alla fine della dinastia.