Concetti Chiave
- Nel V secolo, gli Unni, guidati da Attila, rappresentarono una minaccia significativa per l'Occidente, invadendo l'impero d'Oriente e giungendo fino a Costantinopoli.
- Attila consolidò un vasto impero che includeva popoli germanici e slavi, e nel 451 invase la Gallia, ma fu sconfitto dai Romani e dai loro alleati barbari nella battaglia dei Campi Catalaunici.
- Dopo la sconfitta in Gallia, Attila invase l'Italia nel 452, ma fu persuaso a ritirarsi dopo un incontro con il papa Leone I, probabilmente in cambio di un tributo.
- Attila era noto per le sue abilità diplomatiche e per aver vissuto a Ravenna, imparando a negoziare efficacemente con i Romani.
- Dopo la morte improvvisa di Attila nel 453, l'impero degli Unni si dissolse, con gli Unni europei che si integrarono con altri popoli, perdendo la loro identità etnica.
Indice
La minaccia degli Unni
Intorno alla metà del V secolo l’Occidente dovette affrontare una nuova minaccia: la rinnovata aggressività degli Unni. In passato i Romani erano riusciti a frenare la spinta di questo popolo delle steppe, famoso per la sua ferocia, solo pagando un tributo in oro. Ma nel 440, sotto la guida di un nuovo re, Attila, bande di Unni tornarono a invadere l’impero d’Oriente, causando spaventose distruzioni e giungendo fin sotto le mura di Costantinopoli.
L'invasione dell'Occidente
Persuasi a fermarsi grazie al pagamento di un nuovo, colossale tributo, gli Unni attaccarono l’Occidente, entrando in Gallia nel 451.
All’epoca Attila non era più soltanto il re di alcuni clan unni, ma il capo di un immenso impero che si estendeva dall’Europa centrale ai deserti dell’Asia; sotto il nome di Unni si erano coalizzati molti popoli germanici e slavi.La battaglia dei Campi Catalaunici
Contro Attila il comandante dell’esercito romano d’Occidente, Aezio, mobilitò le forze dei popoli barbari che occupavano gran parte della Gallia, Franchi e Goti, e sconfisse il re unno nella battaglia dei Campi Catalaunici. Attila si rivolse allora all’Italia, che invase nel 452. Presa e distrutta Aquileia, che era una delle città più importanti della penisola, era giunto al Po quando un’ambasciata che comprendeva anche il papa di Roma, Leone I, lo raggiunse e lo convinse a rinunciare all’invasione dell’Italia, probabilmente pagandogli un tributo.
Il declino degli Unni
Attila era un tipico re dell’epoca delle invasioni, capace di negoziare da pari a pari con le autorità romane; del resto conosceva bene il mondo romano, perché da giovane aveva vissuto per anni a Ravenna, dove era stato mandato come ostaggio, in garanzia della pace fra gli Unni e l’impero. Le spaventose distruzioni compiute dai suoi eserciti erano anche un’arma propagandistica e può darsi che Attila, come altri capi barbari prima e dopo di lui, mirasse a imporre la sua egemonia sul mondo romano, piuttosto che a distruggerlo. Il re unno, però, morì all’improvviso nel 453 e dopo la sua morte l’impero europeo degli Unni si sfasciò. Nei secoli seguenti gli Unni continuarono a essere attivi in Asia, dove costituirono una minaccia costante per gli imperi cinese e indiano quelli rimasti in Europa, invece, si aggregarono ad altri popoli, come gli Àvari, tanto che la loro identità etnica finì per scomparire.
Domande da interrogazione
- Qual era la strategia di Attila per affrontare l'Impero Romano?
- Come riuscì l'Impero Romano d'Occidente a fermare l'avanzata di Attila in Gallia?
- Cosa accadde all'impero degli Unni dopo la morte di Attila?
Attila negoziava da pari a pari con le autorità romane e utilizzava le distruzioni come arma propagandistica, mirando a imporre la sua egemonia piuttosto che distruggere il mondo romano.
Il comandante romano Aezio mobilitò le forze dei popoli barbari, come Franchi e Goti, e sconfisse Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici.
Dopo la morte improvvisa di Attila nel 453, l'impero europeo degli Unni si sfasciò e la loro identità etnica finì per scomparire, con alcuni che si aggregarono ad altri popoli come gli Àvari.