Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • I Romani usavano il termine "res gestae" per riferirsi alla storia, focalizzandosi su grandi imprese, soprattutto militari, in una forma di celebrazione storica.
  • Inizialmente, il Pontifex Maximus annotava sulla "Tabula dealbata" eventi significativi, con una preferenza per le classi aristocratiche, formando gli "Annales Maximi".
  • La vera storiografia romana iniziò durante le guerre puniche per narrare e propagandare le origini leggendarie e la politica militare di Roma.
  • Le prime opere storiche romane furono scritte in greco, ma con Catone si passò all'uso del latino per la storiografia.
  • Storici come Sallustio, Cesare, Tito Livio e Tacito hanno contribuito con opere fondamentali che analizzano la transizione politica e i dettagli delle guerre di Roma.

Indice

  1. Il concetto di storia per i romani
  2. Il ruolo del pontifex maximus
  3. La nascita della storiografia romana
  4. Gli storici romani e le loro opere

Il concetto di storia per i romani

Per indicare la “storia” i Romani utilizzavano il termine “res gestae”, che significando alla lettera “le imprese compiute”, ci dà subito un’idea dello spirito con cui i Romani si accingevano a narrare gli avvenimenti: lo scopo era quello di lasciare traccia scritta e di trasmettere ai posteri le grandi imprese e soprattutto quelle imprese militari che, nel corso dei secoli, fecero Roma grande.

Si potrebbe dire una sorta di “storia celebrativa”

Il ruolo del pontifex maximus

All’inizio, era Il Pontifex Maximus, massima autorità religiosa, che aveva il compito di trasmettere gli avvenimenti, degni di nota. Fuori della sua dimora, era collocata la “Tabula dealbata”, cioè una tavola resa bianca dalla calce, sulla quale il Pontefice segnava il nominativo dei personaggi che si erano distinti in un’impresa, le battaglie, le dichiarazioni di guerra ed anche aspetti attinenti la vita economica di Roma. Pur trattandosi di notizie molto schematiche, esse erano comunque soggette alla discrezionalità del Pontifex: infatti, alcuni elementi ci fanno capire che esisteva un’evidente simpatia per le classi aristocratiche. Tali annotazioni si chiamavano Annales Maximi, perché redatte annualmente e dato che riguardavano i fatti accaduti in quell’anno, il criterio cronologico era l’unico criterio che veniva seguito. Pertanto nella Tabula dealbata si alternavano notizie di politica interna, di politica economica o di politica estera ed in ogni caso solo eventi che lo storico ritenesse necessario e soprattutto opportuno ricordare.

La nascita della storiografia romana

La storiografia vera e propria coincide con gli anni delle guerre puniche: Roma stava diventando una grande potenza ed aveva bisogno non solo di trascrivere le “res gestae”, ma anche di farne la relativa narrazione, di celebrare l’origine leggendaria della città e fare soprattutto propaganda della politica militare adottata. Inoltre, essendo sconveniente narrare le umili origini della città, i cui primi abitanti erano semplici pastori o cantadini, si inizia ad elaborare leggende con l’obiettivo di dare un’immagine dell’antica Roma più solenne e nobile

Le prime opere storiche furono scritte in greco, la lingua della cultura e molto diffusa ed è con Catone, avversario della grecità. che si comincia ad utilizzare la lingua latina.

Gli storici romani e le loro opere

Fra gli storici, occorre ricordare:

Sallustio, vissuto nel I secolo a.C,. che nelle opere “De Catilinae coniuratione” e “Bellum Iugurthinum” studia soprattutto le cause che determinarono il passaggio dalla repubblica al principato.

Giulio Cesare che con i suoi Commentarii (= appunti) - De Bello Gallico e De Bello Civili - ci fornisce un quadro dettagliato della guerra combattuta contro i Galli e della guerra civile che portò Roma verso l’Impero.

Tito Livio, vissuto durante il periodo di Augusto che compone un’immensa opera storica – “Ab Urbe Condita” – che va dalle origini fino ai suoi tempi (circa 700 anni).

Tacito, vissuto a cavallo fra il I e il II secolo d.C., che negli “Annales” e nelle “Historiae” analizza i risvolti e gli intrighi spesso oscuri su cui si fondava l’impero romano

Domande da interrogazione

  1. Qual era lo scopo principale della storiografia romana?
  2. Lo scopo principale della storiografia romana era di lasciare traccia scritta delle grandi imprese, soprattutto militari, per trasmetterle ai posteri, creando una sorta di "storia celebrativa".

  3. Chi era inizialmente responsabile della trasmissione degli avvenimenti storici a Roma?
  4. Inizialmente, il Pontifex Maximus, la massima autorità religiosa, era responsabile della trasmissione degli avvenimenti storici, annotandoli sulla "Tabula dealbata".

  5. Quali furono le prime opere storiche romane e in quale lingua furono scritte?
  6. Le prime opere storiche romane furono scritte in greco, la lingua della cultura, e solo successivamente, con Catone, si iniziò a utilizzare la lingua latina.

  7. Quali storici romani sono menzionati nel testo e quali sono le loro opere principali?
  8. Gli storici menzionati sono Sallustio con "De Catilinae coniuratione" e "Bellum Iugurthinum", Giulio Cesare con "De Bello Gallico" e "De Bello Civili", Tito Livio con "Ab Urbe Condita", e Tacito con "Annales" e "Historiae".

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