Concetti Chiave
- Augusto, tra il 27 e il 23 a.C., adottò una strategia politica per consolidare il potere senza provocare l'oligarchia senatoria o i conservatori dell'antico regime.
- Le sue Res Gestae sono una sorta di autobiografia-testamento che elenca le sue azioni per Roma e il suo lascito politico, destinate a essere divulgate in tutto l'Impero.
- Nel 27 a.C., Augusto restituì formalmente la Repubblica al Senato e al popolo, ricevendo però onori straordinari e il titolo di Augustus per i suoi meriti.
- Augusto fu riconosciuto nel Senato come primus inter pares, ma la sua auctoritas lo rendeva superiore agli altri, combinando onorificenze e potere magistratuale.
- La sua capacità di bilanciare autorità e potere istituzionale fu ereditata dai successori con minimi aggiustamenti nei secoli successivi.
Indice
La strategia politica di Augusto
Tra il 27 e il 23 Augusto operò con estrema abilità e con il consiglio della sua ragio politica per capire cosa, quali poteri avrebbe dovuto assumere per avere tutto in mano, senza che l’oligarchia senatoria e la parti più conservatrici dell’antico regime fossero urtati da tali poteri e creassero una cospirazione come contro Cesare (si giocò il destino politico di Augusto e della Roma dei secoli successivi fino a Diocleziano, perché l’assetto istituzionale che Augusto seppe dare a Roma, scegliendo accuratamente alcuni poteri e rivestendoli insieme, fu ciò che tutti gli altri ereditarono, con pochissimi aggiustamenti nel corso del I e del II secolo d.C.).
Le Res Gestae e il testamento
Nelle sue Res Gestae (dal punto di vista letterario sono una sorta di autobiografia-testamento, “azioni, cose compiute”, in cui racconta ciò che aveva fatto per Roma, che aveva dato ai suoi cittadini, che intendeva lasciare in testamento: esse dovevano essere affisse sulle porte del suo mausoleo dopo la sua morte e poi divulgate in tutto l’Impero, perché il suo testamento fosse noto in tutto l’Impero romano→perciò sono rimaste tutte note; è uno dei documenti più importanti, fra tutte le fonti dell’epoca, per capire il pensiero di Augusto e come si mosse, sia politicamente, sia diplomaticamente, sia nell’organizzazione della propaganda), che decise di consegnare alle vestali molti anni prima di morire.
Il potere e l'auctoritas di Augusto
Augusto formulò in modo esplicito come valuta i fondamenti del proprio potere ed il suo ragionamento era sostanzialmente questo: dopo la vittoria nelle guerre civili, nel 27 a.C. egli aveva restituito la Repubblica nelle mani del Senato e del popolo romano, ma per i grandi meriti acquisiti aveva ricevuto onori eccezionali (come il titolo di Augustus) ed era stato ritenuto primus inter paris nel Senato, ma anche superiore a tutti per auctoritas (che ha la stessa radice di Augustus ed è qualcosa di molto più del prestigio o della autorità, perché si lega anche al medesimo spessore politico che aveva fatto sì che egli avesse il titolo di princeps e perché solo in quanto superiore per auctoritas poteva dire la sua prima degli altri), a metà tra l’onorificenza e la potestas (potere magistratuale), in quanto egli stesso scrive che “non ebbi più di coloro che mi furono colleghi nelle singole magistrature”.
Domande da interrogazione
- Quali furono le strategie politiche di Augusto per consolidare il suo potere senza provocare l'oligarchia senatoria?
- Cosa rappresentano le Res Gestae di Augusto e quale fu il loro scopo?
- Come Augusto giustificò il suo potere e la sua posizione nel Senato dopo le guerre civili?
Augusto operò con abilità per assumere poteri che non urtassero l'oligarchia senatoria, evitando cospirazioni come quelle contro Cesare, e stabilì un assetto istituzionale che fu ereditato nei secoli successivi.
Le Res Gestae sono una sorta di autobiografia-testamento in cui Augusto racconta le sue azioni per Roma, destinate a essere divulgate in tutto l'Impero per far conoscere il suo testamento politico.
Augusto restituì formalmente la Repubblica al Senato e al popolo, ma ricevette onori eccezionali e fu considerato primus inter pares nel Senato, superiore per auctoritas, che giustificava la sua influenza e il titolo di princeps.