Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Alcibiade, discendente da una famiglia importante, era un astuto politico ateniese e discepolo di Socrate, amato e temuto per la sua intelligenza e carisma.
  • Nel 416 a.C., Atene attaccò l'isola di Melo, causando gravi conseguenze e segnando un periodo di declino per la democrazia ateniese.
  • Alcibiade fu il promotore dell'intervento ateniese in Sicilia, motivato dalle alleanze esistenti e dalla promessa di vantaggi economici.
  • Accusato di empietà, Alcibiade si rifugiò presso gli Spartani, influenzando la guerra in Sicilia a sfavore di Atene.
  • Nonostante il suo esilio, Alcibiade tornò ad Atene, dove divenne un eroe per aver sconfitto la flotta spartana, prima di essere assassinato nel 404 a.C.

Indice

  1. La sconfitta di Atene
  2. L'attacco a Melo
  3. L'avventura siciliana di Alcibiade
  4. Il tradimento di Alcibiade
  5. Il ritorno e la morte di Alcibiade

La sconfitta di Atene

Nella battaglia di Maratea del 418 a.c, Atene fu sconfitta da Sparta e, anche se temporaneamente, gli Ateniesi persero tutti i loro alleati.

L'attacco a Melo

In questo periodo fu esiliato il demagogo (= oratore e uomo politico) Iperbolo, ma il vero pericolo per la democrazia si presentò due anni dopo, nel 416, quando senza motivazione, la flotta ateniese attaccò l’isola di Melo, nelle Cicladi meridionali. L’episodio si concluse con l’uccisione di quasi tutti gli abitanti dell’isola in grado di servirsi delle armi, in pratica tutti i maschi, e i rimanenti furono ridotti in schiavitù. Dopo questo episodio, ormai Atene sembrava destinata all’autodistruzione.

L'avventura siciliana di Alcibiade

Nello stesso anno dell’attacco a Melo, spinti da un irrefrenabile desiderio di avventura e di conquista, gli Ateniesi decisero di immettersi nelle lotte interne che stavano interessando la Sicilia. La prima vittima di questa impresa fu Alcibiade. Discendente da un’importante famiglia imparentata con Pericle, egli aveva aderito alla parte democratica radicale. Discepolo di Socrate, egli era molto astuto ed intelligente, ma anche di bella presenza ed era amato e nel contempo temuto. In un certo senso, egli impersonava le speranze e le illusioni di quelli anni. Quando diventò stratega per la prima volta, tentò di volgere a favore di Atene il malcontento che regnava nel Peloponneso contro gli Spartani e per questo arrivò ad aprire le ostilità contro Sparta.

Fu lui il promotore dell’intervento contro la Sicilia, in cui era in corso una disputa per motivi territoriali fra Selinunte (alleata di Siracusa) e Segesta (alleata di Atene). Dopo aver chiesto inutilmente aiuto a Cartagine, Segesta si rivolse agli Ateniesi, inviando ad Atene degli ambasciatori che riuscirono a stringere un accordo, in applicazione di un’alleanza esistente fin dal V secolo. A seguito di tale richiesta di aiuto, Atene inviò a Segesta degli agenti che ebbero un’eccellente accoglienza; a loro furono mostrate le enormi ricchezze della città e avvertiti del reale pericolo costituito dalla presenza di Siracusa. Ritornati ad Atene, gli ambasciatori riferirono quanto avevano visto per cui si cominciò a pensare che dalle enormi ricchezze della poleis siciliana, Atene avrebbe potuto trarre enormi vantaggi economici, il che giustificava un intervento armato.

Il tradimento di Alcibiade

Il comando della spedizione fu affidato ad Alcibiade, Appena giunto in Sicilia, fu richiamato subito in patria, su pressione dei gruppi conservatori, con l’accusa di empietà. Infatti i suoi oppositori e qualche amico più intimo, in sua assenza, lo avevano accusato, forse non a torto, della mutilazione delle erme e di altri atti sacrileghi. (Le erme erano delle statue quadrangolari con la testa del dio Ermete, poste lungo le strade di Atene per proteggere gli abitanti e i viandanti e, per questo, erano considerate sacre). Alcibiade preferì sottrarsi al processo e si rifugiò presso gli Spartani a cui offrì i suoi consigli. Fra l’altro, con un discorso pronunciato davanti all’assemblea, convinse gli spartani ad inviare una flotta in Sicilia per difendere Siracusa dall’attacco ateniese.

Il ritorno e la morte di Alcibiade

Nel frattempo la guerra di Sicilia si stava risolvendo in un totale disastro, con conseguenze estremamente negative. Inviato presso il satrapo Tissaferne con il compito di aprire trattative con i Persiani, Alcibiade approfittò della situazione per proporre ad Atene l’alleanza con Tissaferne in cambio del suo rientro in patria. Tornato ad Atene, appoggiò prima gli oligarchici, poi democratici e fu posto al comando della flotta che sconfisse quella spartana, ragion per cui fu riconosciuto da tutti come il salvatore della democrazia. Morì nel 404, assassinato da un satrapo, per ordine dello spartano Lisandro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo di Alcibiade nella spedizione ateniese in Sicilia?
  2. Alcibiade fu il promotore dell'intervento ateniese in Sicilia, cercando di sfruttare il malcontento nel Peloponneso contro Sparta e stringendo un accordo con Segesta.

  3. Perché Alcibiade fu richiamato ad Atene durante la spedizione in Sicilia?
  4. Alcibiade fu richiamato in patria con l'accusa di empietà, poiché i suoi oppositori lo accusarono della mutilazione delle erme e di altri atti sacrileghi.

  5. Come reagì Alcibiade alle accuse mosse contro di lui ad Atene?
  6. Alcibiade preferì sottrarsi al processo e si rifugiò presso gli Spartani, offrendo loro i suoi consigli e convincendoli a inviare una flotta in Sicilia.

  7. Quali furono le conseguenze della guerra di Sicilia per Atene?
  8. La guerra di Sicilia si risolse in un totale disastro per Atene, con conseguenze estremamente negative.

  9. Come si concluse la vita di Alcibiade?
  10. Alcibiade morì nel 404 a.C., assassinato da un satrapo per ordine dello spartano Lisandro.

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