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Concetti Chiave

  • Nel Settecento, il passaggio dall'assolutismo monarchico al dispotismo illuminato è segnato dalle rivoluzioni americana (1776) e francese (1789), cambiando il rapporto tra cittadino e Stato.
  • L'illuminismo, nato in Francia, promuove la ragione come strumento di progresso, con un sapere "universale" che unisce scienze e arti, esemplificato dall'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert.
  • I nuovi ideali illuministi enfatizzano l'uguaglianza e la tolleranza, proponendo un cosmopolitismo in cui le differenze religiose e culturali sono superate a favore della fratellanza e del rispetto reciproco.
  • In Italia, l'illuminismo porta alla collaborazione tra intellettuali e sovrani, favorendo riforme sociali e politiche, come la modernizzazione della Lombardia e l'abolizione della pena di morte in Toscana da parte di Cesare Beccaria.
  • Cesare Beccaria, con il suo saggio "Dei delitti e delle pene", critica la pena di morte e la tortura, sostenendo una giustizia laica e imparziale, influenzando il pensiero europeo grazie alla diffusione promossa da Voltaire.

Indice

  1. Transizione dal monarchismo al dispotismo
  2. Illuminismo e il ruolo della ragione
  3. Enciclopedia: simbolo dell'illuminismo
  4. Cosmopolitismo e tolleranza illuministica
  5. Intellettuali e potere nel Settecento
  6. Laicizzazione della cultura e giornalismo
  7. Riforme e modernizzazione in Italia
  8. Dispotismo illuminato e riforme sociali
  9. Il Caffè e il dibattito illuminista
  10. Beccaria e la riforma della giustizia

Transizione dal monarchismo al dispotismo

Nel Settecento cambia il rapporto tra cittadino e Stato, difatti si passa dall’assolutismo monarchico al dispotismo illuminato, con il susseguirsi della rivoluzione americana, nel 1776, e di quella francese, nel 1789.

Due date indicano gli estremi del XVIII secolo:

1715, anno di morte di Re Luigi XIV (noto anche come Re Sole);

1789, anno della Rivoluzione Francese.

Il Re Sole è simbolo dell’ancien régime (“antico regime”), legato agli antichi privilegi di nobiltà e clero.

La Francia attraversa un periodo di crisi finanziaria che tocca il suo massimo con il regno di Luigi XIV, pertanto nel 1789 il popolo parigino insorse: fu la Rivoluzione Francese a creare la prima repubblica in Francia nel 1792.

Nel 1776 si ribellano tredici colonie britanniche in America, stanche delle pesanti tasse imposte dall’Inghilterra. La Rivoluzione americana determinerà la nascita degli Stati Uniti d’America.

Illuminismo e il ruolo della ragione

Il movimento dell'illuminismo nacque in Francia e mette al centro del movimento la ragione, che illumina la vita degli uomini, allontanando l’oscurità dell’ignoranza e della superstizione. Propone un nuovo culto: la fede nel progresso per mezzo della ragione. Inoltre l’Illuminismo promuove un’idea di sapere “universale”. La scienza e la tecnica ne sono rafforzate, come dimostra l’ Enciclopedia, opera monumentale curata da Diderot e D’Alembert. Gli illuministi credono che l’intellettuale debba avere un ruolo attivo nella società, influenzando le scelte del pubblico e della classe dirigente.

Attraverso la propria capacità di giudizio critico, gli uomini possono compiere scelte consapevoli, rifiutare di obbedire ad un ordine ingiusto, essere autonomi. La cultura non è più un’occupazione per individui colti, ma diventa uno strumento utile al progresso della società. Nasce così la figura dell’intellettuale al servizio dell’umanità: con le loro opere i filosofi illuministi cercano di influenzare la politica, i costumi ed i valori della società.

Enciclopedia: simbolo dell'illuminismo

Il simbolo dell’attività dell’illuminismo francese è il progetto dell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri. L’opera diventa qualcosa di completamente nuovo quando ne viene affidata la direzione a Denis Diderot, per la parte umanistica, e a Jean-Baptiste d’Alembert per quella scientifica. lo scopo dell’opera è quello di andare oltre la separazione tra discipline umanistiche e scientifiche per affermare una concezione di sapere aperto alle tecniche. Alla stesura dell’opera vengono invitati a partecipare intellettuali famosi , come Montesquieu, Voltaire e Rousseau. L’Enciclopedia non ha solo come obiettivo quello di informare, ma soprattutto quello di formare. Gli illuministi mirano, come scrive Diderot, a dare ad un’enciclopedia “il carattere che dev’essere proprio di un buon dizionario: la capacità di cambiare il modo di pensare comune”.

Cosmopolitismo e tolleranza illuministica

Dal momento che tutti gli uomini sono uguali e condividono la stessa ragione, essi sono come cittadini di un’unica patria (cosmopolitismo) e devono essere mossi da sentimenti fraterni gli uni verso gli altri (filantropismo), pertanto le differenze religiose, razziali e culturali non hanno ragione di esistere. Nel pensiero illuministico è centrale il concetto di tolleranza , ovvero il rispetto delle diversità, teorizzato da Voltaire.

L’illuminismo mira ad attuare delle riforme nell’amministrazione statale e a migliorare il benessere dei cittadini. La lunga influenza che l'Illuminismo ha esercitato sulle epoche successive consiste anche nel fatto che esso non ha offerto una sola risposta, bensì ha fornito più interpretazioni di quale debba essere il rapporto tra cittadino e Stato.

Intellettuali e potere nel Settecento

Nel Settecento diventa evidente il distacco tra gli intellettuali ed i centri di potere. Si trattò di un processo graduale e non uniforme: in Italia, per esempio, l’Accademia dell’Arcadia era strettamente legata al potere politico. Accanto a queste figure di intellettuali accademici si afferma anche un modello di intellettuale indipendente dai potenti, che cerca di vivere del proprio lavoro. Questa evoluzione fu resa possibile grazie allo sviluppo della stampa e dall’aumento di giornali e riviste che fanno arrivare la letteratura anche a classi sociali sino ad allora escluse dalla cultura altolocata.

L’illuminismo ribalta definitivamente i rapporti tra intellettuali e potere politico. La collaborazione dei grandi pensatori alle riforme dei sovrani illuminati non dimostra che essi sono schiavi del potere, al contrario prova che la politica non può fare a meno della guida dei filosofi. Tale rovesciamento di prospettiva nasce dalla convinzione che l’intellettuale debba essere utile alla società e dall'attribuzione di una nuova funzione della cultura, la funzione utilitaristica della stessa. Difatti la cultura non doveva avere un fine a sé, bensì doveva essere utile per la società.

Laicizzazione della cultura e giornalismo

Con il razionalismo illuminista, il rapporto tra cultura e Chiesa, indissolubile sin dal Medioevo, viene scardinato per sempre e la cultura si avvia verso la sua completa laicizzazione, pertanto la cultura acquista indipendenza dalla religione.

I dibattiti del Settecento furono documentati dal gran numero di quotidiani e periodici, che rappresentarono la nascita del giornalismo moderno. In Italia i primi periodici nascono solo nella seconda metà del secolo, come ad esempio la rivista “La Frusta letteraria" e “Il Caffè”, che diviene il mezzo di comunicazione degli esponenti dell’Illuminismo.

Riforme e modernizzazione in Italia

Nella prima metà del Settecento l’Italia è attraversata da disordini e crisi politiche. Tuttavia, a partire dal 1748, la pace di Aquisgrana assicura alla Penisola quarant'anni di pace e di relativa prosperità, ponendo fine alla guerra di successione austriaca e stabilizzando le aree di influenza degli Asburgo (Austria) e Borbone (Francia). Il nuovo assetto politico va a vantaggio degli Stati guidati da sovrani riformatori, come la Lombardia asburgica, la Napoli borbonica ed il Granducato di Toscana, retto dal 1765 da Pietro Leopoldo di Lorena, figlio minore di Maria Teresa d’Austria. In queste zone la modernizzazione delle strutture statali si accompagna ad una modernizzazione della cultura italiana verso le tendenze più avanzate dell’Illuminismo. Soprattutto dall'aristocrazia, ma anche dal clero e dal mondo dell’università, emergono gruppi di intellettuali che esercitano un ruolo attivo nella vita amministrativa e politica, programmando progetti di riforma nell'agricoltura e nel commercio, nelle finanze e nelle leggi, collaborando con i sovrani assoluti nel cosiddetto dispotismo illuminato.

Dispotismo illuminato e riforme sociali

Dispotismo illuminato: molti sovrani usufruiscono del proprio potere assoluto per imporre riforme utili al progresso spesso collaborando con importanti filosofi illuminati.

La collaborazione tra gli intellettuali illuministi e l’imperatrice Maria Teresa d’Austria porta in Lombardia alla nascita del primo catasto moderno, base per una più equa redistribuzione dei tributi, all’istituzione delle prime scuole elementari obbligatorie, a importanti riforme nell’ambito della sanità e della giustizia penale e alla revisione dei rapporti tra Stato e Chiesa. In Toscana, Pietro Leopoldo liberalizza la circolazione del grano abbattendo i dazi e le dogane e Cesare Beccaria, nel 1786 emana un codice penale con cui abolisce la pena di morte e la tortura. A Napoli vi sono alcune importanti riforme in campo economico.

Il Caffè e il dibattito illuminista

Il principale centro di diffusione dell’illuminismo in Italia fu la Lombardia, grazie a un gruppo di aristocratici progressisti con l’azione riformatrice attuata dall’imperatrice Maria Teresa, seguita dal figlio Giuseppe II, e alla fondazione dell’Accademia dei Pugni: un circolo di intellettuali che si riuniva nel salotto di Pietro Verri per discutere di temi di pubblica utilità e che comprende, fra gli altri, anche Alessandro Verri e Cesare Beccaria. Ai fratelli Verri si deve la fondazione del giornale periodico “Il Caffè”, che verrà pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766 e che si farà portavoce del movimento illuminista lombardo. Il nome della rivista si riferiva alla finzione secondo cui il giornale riporta nei suoi articoli le discussioni che si svolgono in un caffè. La civiltà simboleggiata ne “Il Caffè” è tipicamente illuministica: libere discussioni tra cittadini, che con linguaggio chiaro, affrontano questioni legate al benessere della società. I temi dibattuti nel periodico sono quasi sempre di pubblica utilità: lotta contro l'ignoranza, il clero, le regole letterarie seguite in modo passivo, i vincoli all'economia, contro l’applicazione servile della legge ma anche anche divulgazione delle scoperte scientifiche.

Beccaria e la riforma della giustizia

Cesare Beccaria nel 1764 pubblicò il saggio “Dei delitti e delle pene” in cui si batte per l’abolizione della pena di morte e della tortura. Il testo ottiene subito una grande risonanza, difatti viene proibito dalla Chiesa e commentato da Voltaire, che ne favorisce la diffusione in tutta Europa. Il saggio si rivolge ai sovrani illuminati, esaminando il sistema penale per favorire una riforma radicale con lo scopo di impedire ai giudici, spesso influenzati dalle pressioni dei nobili, un’interpretazione personale delle leggi. Beccaria mirava ad assicurare l’imparzialità del giudice. Inoltre l’autore si batte per una concezione laica della giustizia, che deve essere svincolata dalla religione. La battaglia più importante intrapresa da Beccaria è contro la pena di morte, che l’autore rifiuta in modo netto assieme alla tortura, argomentando attraverso l’uso di esempi estremamente logici : Beccaria dimostra l’inefficacia pratica e afferma una concezione contrattualistica dello Stato, che non prevede la cessione da parte del singolo del diritto alla vita.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali trasformazioni politiche del Settecento?
  2. Nel Settecento si assiste alla transizione dall'assolutismo monarchico al dispotismo illuminato, influenzata dalla Rivoluzione Americana del 1776 e dalla Rivoluzione Francese del 1789.

  3. Qual è il ruolo della ragione nell'Illuminismo?
  4. L'Illuminismo pone la ragione al centro, promuovendo il progresso e un sapere universale, come dimostrato dall'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert, e incoraggia gli intellettuali a influenzare la società.

  5. Come si manifesta il cosmopolitismo nell'Illuminismo?
  6. Il cosmopolitismo illuminista si basa sull'uguaglianza degli uomini e la tolleranza, promuovendo il rispetto delle diversità e l'idea di una cittadinanza universale.

  7. Qual è l'importanza dell'Enciclopedia nell'Illuminismo?
  8. L'Enciclopedia è un simbolo dell'Illuminismo, mirante a unire discipline umanistiche e scientifiche, e a formare il pensiero comune, coinvolgendo intellettuali come Montesquieu, Voltaire e Rousseau.

  9. Quali riforme sociali sono state promosse dal dispotismo illuminato?
  10. Il dispotismo illuminato ha portato a riforme come la creazione del catasto moderno in Lombardia, l'abolizione della pena di morte in Toscana da parte di Beccaria, e riforme economiche a Napoli.

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