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Concetti Chiave

  • Il testo "La sfilata degli imbecilli" è parte della raccolta poetica "Il Giorno" di Giuseppe Parini, specificamente nel passo "La Notte".
  • Descrive un ricevimento notturno a cui partecipa il Giovin Signore, accompagnato da una gentile donna, osservando strani personaggi aristocratici.
  • Parini utilizza la poesia per criticare l'aristocrazia, descrivendola come una classe vanesia, priva di valore culturale, intellettuale e morale.
  • Gli atteggiamenti dei nobili vengono descritti come caricature, mettendo in evidenza i loro tic, manie e ossessioni personali.
  • Il termine "sfilata degli imbecilli" sottolinea la visione critica di Parini nei confronti di questa classe sociale.

Indice

  1. Eroi e Virtù
  2. Carriera e Successo
  3. Vita di Lusso
  4. Maestri del Gioco
  5. Trionfi e Carrozze
  6. Cavalli e Dame
  7. Arte e Tessitura
  8. Critica alla Nobiltà

Eroi e Virtù

Quanta folla d’eroi! Tu, che modello

d’ogni nobil virtù, d’ogn’atto eccelso,

esser dei fra’ tuoi pari, i pari tuoi

a conoscere apprendi; e in te raccogli

quanto di bello e glorioso e grande

sparse in cento di loro arte o natura.

Carriera e Successo

Altri di lor ne la carriera illustre

stampa i primi vestigi; altri gran parte

di via già corse; altri a la meta è giunto.

In vano il vulgo temerario a gli uni

di fanciulli dà nome; e quelli adulti,

questi già vegli di chiamare ardisce:

tutti son pari.

Ognun folleggia e scherza;

ognun giudica e libra; ognun del pari

l’altro abbraccia e vezzeggia: in ciò sol tanto

non simili tra lor, che ognun sua cura

ha diletta fra l’altre onde più brilli.

Questi è l’almo garzon, che con maestri

da la scutica sua moti di braccio

desta sibili egregi; e l’ore illustra

l’aere agitando de le sale immense,

onde i prischi trofei pendono e gli avi.

L’altro è l’eroe, che da la guancia enfiata

e dal torto oricalco a i trivj annuncia

suo talento immortal, qualor dall’alto

de’ famosi palagi emula il suono

di messagger, che frettoloso arrive.

Quanto è vago a mirarlo allor che in veste

cinto spedita, e con le gambe assorte

in amplo cuoio, cavalcando a i campi

rapisce il cocchio,

ove la dama è assisa

e il marito e l’ancella e il figlio e il cane!

Vita di Lusso

Quegli or esce di là dove ne’ fori

si ministran bevande ozio e novelle.

Ei v’andò mattutin, partinne al pranzo,

vi tornò fino a notte: e già sei lustri

volgon da poi che il bel tenor di vita

giovinetto intraprese. Ah chi di lui

può sedendo trovar più grati sonni

o più lunghi sbadigli; o più fiate

d’atro rapè solleticar le nari;

o a voce popolare orecchi e fede

prestar più ingordo e declamar più forte?

Maestri del Gioco

Ecco che il segue del figliuol di Maia

il più celebre alunno, al cui consiglio

nel gran dubbio de’ casi ognaltro cede;

sia che dadi versati, o pezzi eretti,

o giacenti pedine, o brevi o grandi

carte mescan la pugna. Ei sul mattino

le stupide micranie o l’aspre tossi

molce giocando a le canute dame.

Ei, già tolte le mense, i nati or ora

giochi a le belle declinanti insegna.

Ei la notte raccoglie a sé dintorno

schiera d’eroi, che nobil estro infiamma

d’apprender l’arte, onde l’altrui fortuna

vincasi e domi; e del soave amico

nobil parte de’ campi all’altro ceda.

Trionfi e Carrozze

Vuoi su lucido carro in dì solenne

gir trionfando al corso? Ecco quell’uno,

che al lavor ne presieda. E legni e pelli

e ferri e sete e carpentieri e fabbri

a lui son noti: e per l’Ausonia tutta

è noto ei pure. Il Càlabro di feudi

e d’ordini superbo; i duchi e i prenci,

che pascon Mongibello;

e fin gli stessi

gran nipoti Romani a lui sovente

ne commetton la cura: ed ei sen vola

d’una in altra officina in fin che sorga,

auspice lui, la fortunata mole.

Poi di tele ricinta, e contro all’onte

de la pioggia e del sol ben forte armata,

mille e più passi l’accompagna ei stesso

fuor de le mura; e con soave sguardo

la segue ancor sin che la via declini.

Cavalli e Dame

Vedi giugner colui, che di cavalli

invitto domator divide il giorno

fra i cavalli e la dama. Or de la dama

la man tiepida preme; or de’ cavalli

liscia i dorsi pilosi, ovver col dito

tenta a terra prostrato i ferri e l’ugna.

Aimè misera lei quando s’indìce

fiera altrove frequente! Ei l’abbandona;

e per monti inaccessi e valli orrende

trova i lochi remoti, e cambia o merca.

Arte e Tessitura

Ma lei beata poi quand’ei sen torna

sparso di limo; e novo fasto adduce

di frementi corsieri; e gli avi loro

e i costumi e le patrie a lei soletta

molte lune ripete! Or vedi l’altro,

di cui più diligente o più costante

non fu mai damigella o a tesser nodi

o d’aurei drappi a separar lo stame.

A lui turgide ancora ambe le tasche

son d’ascose materie.

Eran già queste

prezioso tapeto, in cui distinti

d’oro e lucide lane i casi apparvero

d’Ilio infelice: e il cavalier, sedendo

nel gabinetto de la dama, ormai

con ostinata man tutte divise

in fili minutissimi le genti

d’Argo e di Frigia. Un fianco solo avanza

de la bella rapita; e poi l’eroe,

pur giunto al fin di sua decenne impresa,

andrà superbo al par d’ambo gli Atridi.

Critica alla Nobiltà: La Sfilata degli Imbecilli di Giuseppe Parini articolo

Critica alla Nobiltà

Il testo La sfilata degli imbecilli fa parte della raccolta poetica di Giuseppe Parini dal titolo Il Giorno e fa parte della celebre della raccolta dal titolo La notte.

In questo brano viene descritto il ricevimento nel cuore della notte a cui deve partecipare il Giovin Signore che si reca nella sede del ricevimento in compagnia di una gentile donna. Non appena egli arriva nella sala del ricevimento ha modo di vedere certi strani personaggi, che appartengono alla classe aristocratica. Il Parini critica questi personaggi all’interno della poesia, le descrive infatti come delle caricature, come delle personcine insignificanti che sono “bassi” sul piano culturale, intellettuale e anche morale.

Non per nulla Parini li definisce “la sfilata degli imbecilli”, per cui i nobili vengono definiti come appartenenti ad una classe vanesia, senza alcun valore.

Vengono anche descritti gli atteggiamenti dei membri della nobiltà: i loro tic, le loro manie, le ossessioni personali di ciascun nobile, il loro dover apparire a tutti i costi, ecc…

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del testo "La sfilata degli imbecilli" di Giuseppe Parini?
  2. Il tema principale è la critica alla nobiltà, descritta come una classe vanesia e priva di valore, con personaggi caricaturali e insignificanti.

  3. Come vengono rappresentati gli eroi nel testo?
  4. Gli eroi sono descritti come modelli di virtù e atti eccelsi, ma anche come figure che si dilettano in attività futili e superficiali.

  5. Quali sono le attività descritte nella sezione "Carriera e Successo"?
  6. Vengono descritte attività come il gioco, il giudizio e l'abbraccio tra pari, con un'enfasi sulla superficialità e la ricerca di brillare tra gli altri.

  7. In che modo Parini critica la vita di lusso?
  8. Parini critica la vita di lusso come un'esistenza oziosa e priva di significato, con personaggi che si dedicano a piaceri effimeri e conversazioni futili.

  9. Qual è il ruolo dei maestri del gioco nel testo?
  10. I maestri del gioco sono descritti come figure che guidano e insegnano l'arte del gioco, contribuendo alla decadenza morale e intellettuale della nobiltà.

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