Concetti Chiave
- Il poema di P. Rolli descrive una società galante e aristocratica del Settecento, con un focus su convivialità festosa ed equilibrata.
- Le terzine di versi endecasillabi sottolineano sensazioni visive, olfattive e gustative, tipiche del sensismo del XVIII secolo.
- Il poeta utilizza immagini vivide per evocare la bellezza delle dame mascherate e la sontuosità delle danze nei palazzi nobiliari.
- Viene celebrata la ricchezza dei cibi e dei vini raffinati, in contrasto con i vini robusti della Sabina, creando un'atmosfera di opulenza e grazia.
- Il componimento si conclude con un'invocazione al dio Bacco, celebrando lo spirito gioioso e l'ebbrezza delle festività.
P. Rolli: Ecco già s’aprono le carole
Ecco già s'aprono alle carole
per folti lumi le adorne camere
come la splendida Reggia del Sole.
in gaie e varie fogge novelle
su i bianchi volti la negra maschera
le snelle giovani rende più belle,
perché le tenere sembianze crede
più graziose più vive e morbide
il desiderio che non le vede.
Vezzosa Egeria inanellato
il crin t'adorna con una candida
piuma pieghevole fu'l manco lato:
al collo avvolgiti l'orientali
fila di perle che dolce caggiano
da nodo facile fu'l petto eguali:
dopo le rapide danza se lassa
ti posi e siedi; bello è le scorgere
in onda moversi or' alta or bassa:
e così ondeggiano le perle rare
soavemente; che d'esser credono
mosse da Zeffiro tornate in mare.
Poi s'imbandiscono tutte fumanti
di scelti cibi le ricche tavole,
e i vini brillano dolce piccanti
che dentro a’ limpidi tersi bicchieri,
spiritosetti lieve zampillano
al gusto amabili sani e leggieri.
Bevasi ‘l rustico fier Sabinese
i suoi gagliardi vini che fumano
cretosi e ruvidi com' il Paese:
Aurei scintillino in nostra mano
i dilicati vini del Tuscolo
di Monte Porzio, d'Alba e Genzano.
Quando s'immollano, che bel colore
hn le tue Labbra! Quanto le grazie
Sopra si stillano dolce sapore!
Allor più scherzano il gioco, il riso
degli occhi lieti nell’umor lucido,
e allegra l’anima vin tutta al viso
O Evio, o Libero, o Bassareo,
o sempre biondio, o sempre giovane,
evoè Bromio, evoè Lieo
Si tratta di una delle tante canzonette di P.
Rolli che ebbero tanto successo nel Settecento. La società che vi è descritta è galante, aristocratica, lontana da ogni eccesso e dedita alla convivialità festosa, ma equilibrata e razionale. Nel componimento, alla vivacità che ci rimanda a Bacco, si nota il gusto per tutti gli aggettivi in grado di suggerire impressioni visive, olfattive e gustative derivate da oggetti e da cibi rari e preziosi. Il XVIII fu anche il secolo del sensismo e non è quindi a caso se l’autore cerca di cogliere le impressioni sensibili, anche le più sensibili. Dal punto di vista metrico si tratta di terzine di versi endecasillabi, in cui il primo verso rima con il terzo, mentre il secondo gode di una sua autonomia ed è sdrucciolo.
Ecco che ora vengono aperte alle danze
le stanze colme di numerose luci
come la splendente Reggia del Re Sole:
[Si tratta di una festa di Carnevale che si tiene in un sontuoso palazzo nobiliare. È il momento delle danze – il termine “carola” indica una danza di origine franco-provenzale – ma Rolli lo utilizza nel generico significato di danza – Da notare che in un solo verso, con due aggettivi, il poeta è in grado di rendere l’immagine dello splendore e della leggiadria delle decorazioni]
Descrizione delle Dame
la maschera nera posta sui bianchi volti
con abiti sempre nuovi ed allegri
rende più belle le snelle figure femminili;
[L’attributo “snelle” riferito alle dame è molto evocativo; infatti in molte tele del Sette cento, troviamo dame dal corpo molto slanciato. L’aspetto femminile viene ripreso nella terzinba successiva in cui prevale il senso di morbidezza e di graziosità]
il desiderio suscitato in chi non le vede
fa credere il loro tenero aspetto
più grazioso, più vivo e più morbido.
Egeria e le Perle
O leggiadra Egeria, dopo averti inanellato
i capelli, adornati con una candida
e morbida piuma il fianco sinistro:
[Egeria è il nome di una fanciulla, di nobile famiglia, che Rolli aveva conosciuto ed amato durante un suo soggiorno a Roma]
avvolgiti al collo le orientali
file di perle che ricadono dolcemente
dal nodo verso il petto in modo simmetrico:
[L’aggettivo “orientali” ci rimanda al gusto per l’esotismo, proprio del XVIII secolo.]
dopo le veloci danze, se stanca
ti fermi e ti siedi, è bello notare
il petto che ondeggia come un’onda verso l’alto e il basso:
[In questa terzina si può notare una vaga sensualità sempre presente nei componimenti poetici del Rolli]
e nello stesso modo le perle rare ondeggiano
soavemente, e credono di essere state riportate
in mare, agitate dal vento.
Tavole Imbandite e Vini
Quindi vengono imbandite tutte fumanti
le ricche tavole con cibi di pregio,
e brillano i vini dal gusto dolce e frizzante insieme,
[La terzina è ricca di sensazioni visive e gustative, riprese anche nella terzina seguente. Alla precisione dei termini utilizzati si unisce una certa grazia e leggerezza dei versi successivi.]
che dentro a limpidi e brillanti bicchieri,
zampillano lievemente, poco alcolici come sono,
dal gusto gradevole, sano e leggero.
Che il rustico e fiero abitante della Sabina
beva i suoi vini dal gusto vigoroso che esalano profumi
che sanno di creta e sono ruvidi come la sua terra.
[Viene introdotta l’immagine dell’abitante della Sabina, avvezzo a bere vini corposi; questo accostamento con la leggiadria della festa del Carnevale, conferisce alla poesia un aspetto vivace che ci ricorda anche le feste dedicate a Bacco]
Che scintillino d’oro, nella nostra mano
i delicati vini di Tuscolo,
di Monte Porzio, di Alba e di Genzano.
Sensualità e Divinità
Quando si bagnano di vino, che bel colore
hanno le tue labbra! Quanto dolce sapore
vi stillano sopra le grazie!
[La terzina è caratterizzata dalla sensualità del poeta che si concretizza con la possibilità di incontrare le labbra dell’amata, umide di vino, circostanza che viene più suggerita che detta esplicitamente]
Allora si fanno più scherzosi il moto ed il riso degli occhi
allietati dalla lucentezza un po’ ebbra derivata dai vini
e l’allegria dell’animo si manifesta nel viso.
O Evio, o Libero, o Bassareo,
o divinità sempre bionda e sempre giovane
evoè Bromio, evoè Lieo.
[In questa terzina, il poeta evoca il dio Bacco con tutti gli appellativi che gli riservavano gli antichi. Evoè è l’acclamazione con cui veniva invocato dalle Baccanti]
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della canzonetta di P. Rolli?
- Come viene descritta la figura femminile nel componimento?
- Qual è il ruolo delle perle nella descrizione di Egeria?
- Quali sensazioni evocano le tavole imbandite e i vini?
- In che modo viene celebrata la divinità di Bacco?
Il tema principale è la descrizione di una società galante e aristocratica del Settecento, dedita a feste eleganti e conviviali, con un forte richiamo alla sensualità e alle impressioni sensoriali.
Le dame sono descritte come snelle e graziose, con maschere nere che esaltano la loro bellezza, evocando un senso di morbidezza e leggiadria.
Le perle orientali adornano il collo di Egeria, aggiungendo un tocco di esotismo e sensualità, e sono descritte come ondeggianti dolcemente, simili a onde del mare.
Le tavole riccamente imbandite e i vini dolci e frizzanti evocano sensazioni visive e gustative di eleganza e leggerezza, in contrasto con i vini robusti della Sabina.
Bacco è celebrato attraverso l'evocazione dei suoi appellativi antichi e l'acclamazione "evoè", simbolo di allegria e giovinezza, che riflette l'atmosfera festosa e sensuale del componimento.