Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il pettine e la cipria erano strumenti di moda nel XVIII secolo, con lo scopo di far apparire i capelli bianchi prima del tempo.
  • La cipria veniva applicata in uno stanzino speciale per garantire un'imbiancatura uniforme, riflettendo pratiche di bellezza dell'epoca.
  • Un racconto mitologico descrive un litigio tra giovani e vecchi alla corte del dio Amore, simboleggiando la tensione tra le generazioni.
  • Parini usa toni satirici per descrivere l'atto di affrontare la cipria come un atto eroico, paragonandolo a imprese belliche.
  • Il confronto tra l'eroismo del passato e l'eleganza del presente sottolinea l'ironia del poeta, evidenziando i cambiamenti nei valori sociali.

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Indice

  1. L'arte del parrucchiere nel Settecento
  2. Il litigio nella corte di Amore
  3. Il coraggio del Giovin Signore

L'arte del parrucchiere nel Settecento

7845-748 Giunta al suo termine è l’opera dotta del pettine. L’elegante maestro spande tutt’intorno, scuotendo la mano, una polverosa nuvola di cipria affinché i tuoi capelli sembrino bianchi prima del tempo (come voleva la moda del XVIII secolo).

[ Il parrucchiere era per lo più francese e nel Settecento era molto stimato, quasi come fosse un artista.

La cipria veniva diffusa in un apposito stanzino al fine di ottenere un’imbiancatura uniforme della chioma del Giovin Signore]

[A questo punto inizia il racconto mitologico sull’uso di imbiancarsi di cipria i capelli per i giovani e di ravvivare il colore delle guance per i vecchi]

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Il litigio nella corte di Amore

749-771 Ad un tratto tutta la corte del dio Amore si sentì risuonare di un orribile litigio. I vecchi tardi nei movimenti e rugosi in volto osarono disputare con i giovani nipoti sull’ordine di precedenza dinnanzi al trono del Dio. I giovani freschi e baldanzosi scoppiarono in una risata fragorosa e con parole aspre e pungenti prese in giro l’audacia dei vecchi. Nacque un gran tumulto; se non che Amore che vuole tutti ugualmente soggetti alla sua legge, intervenne perAmorini ed un candido fioccar di cipria che si venne poi a posare sulle chiome dei giovani e trasformò in bianche le capigliature bionde, nere e perfino quelle rosse che dispiacevano ai costumi del secolo. In questo modo, nella reggia di Amore, non si era più in grado di distinguere le due età opposte (= entrambi rosei nel volto e bianchi nei capelli) Solo dal tatto si sarebbe potuto scoprire l’età.

[Terminato il racconto mitologico sull’origine della cipria, il Parini riprende il tono satirico]

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Il coraggio del Giovin Signore

772-778 Ora tu, o Signor mio [di cui il Parini era precettore], tu che sei il primo onore e il primo ornamento del regno dell’ Amore, affronta nell’apposito stanzino la bianca polvere. Ecco che dopo essere stata sparsa da una mano provvidenziale, contrasta con l’aria nella quale trova un ostacolo a causa della sua leggerezza, e delle sue particelle ricopre ogni cosa.

[Secondo l’usanza del tempo, per indicare le particelle della cipria, Parini usa il termine atomo, rifacendosi così all’atomismo di Newton. Infatti nel XVIII secolo era molto frequente l’uso nella poesia, anche in quella più classicheggiante, il ricorso a vocaboli strettamente scientifici.]

vv. 779-780 Ora, fatti coraggio e slanciati, pieno di coraggio, in mezzo a quella vorticosa nebbia di cipria. Bravo! Così! Sei forte.

[In questi versi Parini raggiunge il punto culminante dell’ironia. Passare nello stanzino della cipria e lasciarsi ricoprire i capelli diventa un atto di eroismo e di forte coraggio degno di suscitare il plauso del precettore. L’ironia diventa più incisiva nei versi successivi]

vv. 781-797 Uguale a te il tuo grande antenato, si gettò tra il fuoco orribile di Marte, infuriando quando difese i trepidanti dei della patria (=i Lari) e sconfisse mettendoli in fuga il nemico feroce. Identico è l’ardire del Giovin Signore a quello del suo antenato e tuttavia quanto è diverso il loro aspetto!. L’antenato uscì dalla battaglia con il volto annerito dal fumo e cosparso di sangue nero e di sudore e con i capelli strappati e scompigliati, uno spettacolo fiero per i cittadini medesimi che la sua mano aveva salvato. Mentre tu, assai più dolce e leggiadro a vedersi, coperto di bianco, uscirai tra poco ad allietare gli occhi della cara tua patria, alla quale il forte braccio dell’antenato e il viso divino del nipote erano destinati a portare salvezza. La patria ti attende con impazienza ed il tuo ritardo di poche ore le sembra lungo quanto mille anni.

[Nei due versi finali si può notare un tocco di malizia perché non è la patria che attender il Giovin Signore, bensì la dama per le cerimonie cortesi della giornata]

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo del parrucchiere nel Settecento?
  2. Nel Settecento, il parrucchiere era considerato quasi un artista, molto stimato, e spesso di origine francese. La sua opera includeva l'uso della cipria per imbiancare i capelli, seguendo la moda dell'epoca.

  3. Qual è il significato del litigio nella corte di Amore?
  4. Il litigio rappresenta un conflitto tra vecchi e giovani per l'ordine di precedenza davanti al trono di Amore. Amore interviene per uniformare le età, coprendo i capelli dei giovani con cipria bianca, rendendo indistinguibili le due generazioni.

  5. Come viene descritto il coraggio del Giovin Signore?
  6. Il coraggio del Giovin Signore è paragonato a un atto eroico, simile a quello del suo antenato in battaglia. Tuttavia, l'ironia risiede nel fatto che il suo "coraggio" consiste nel farsi coprire di cipria, un gesto frivolo rispetto alle gesta belliche del passato.

  7. Qual è l'uso del termine "atomo" nel contesto del Settecento?
  8. Parini utilizza il termine "atomo" per descrivere le particelle di cipria, rifacendosi all'atomismo di Newton. Questo riflette l'uso frequente di vocaboli scientifici nella poesia del XVIII secolo.

  9. Qual è l'ironia nei versi finali riguardo al Giovin Signore?
  10. L'ironia nei versi finali risiede nel contrasto tra l'attesa della patria e la realtà che è una dama a attendere il Giovin Signore per le cerimonie cortesi, sottolineando la frivolezza delle sue azioni rispetto alle aspettative eroiche.

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