Concetti Chiave
- L'episodio iniziale simboleggia la debolezza fisica e morale del poeta di fronte a una società corrotta e servile verso il potere.
- Il passante, rappresentante dell'opinione comune, critica il poeta per non adattarsi alle convenzioni sociali e suggerisce di piegarsi ai potenti.
- Parini esprime il desiderio di mantenere l'integrità artistica, rifiutando di svendere la propria arte per compiacere la nobiltà.
- Il poeta sottolinea l'importanza di migliorarsi continuamente con onestà e dignità, usando la costanza come protezione contro le avversità.
- La struttura dell'ode contrappone il discorso del passante, caratterizzato da espressioni negative, alla risposta misurata e densa di riferimenti classici e danteschi del poeta.
Indice
La caduta simbolica del poeta
L'episodio di una caduta avvenuta sulle strade fangose della città è il pretesto per descrivere la condizione etica del poeta (e dell'umanità in genere) in una società corrotta e prona nei confronti del potere.
La situazione iniziale ha dunque una valenza simbolica: nella stagione invernale (la iniqua / stagione, vv. 5-6), metafora della vecchiaia, il poeta è posto di fronte alla propria debolezza fisica e morale. Il ragazzo che è invece emblema delle nuove generazioni prima lo guarda ridendo, poi prova compassione; un passante lo soccorre ma, dopo averlo riconosciuto, critica il suo modo di vivere e lo incita ad adattarsi ai tempi.
Il passante e l'opinione comune
Il passante è l'espressione dell'opinione comune. Stupito dal fatto che un poeta affermato versi in condizioni tanto misere da non potersi permettere nemmeno la più umile carrozza, egli rivela, nelle sue parole, l'idea che la responsabilità per questo destino avverso sia dello stesso Parini, giudicato incapace di adattarsi alle circostanze.
Il poeta è una vittima, ma la colpa della sua condizione è la sua Sdegnosa anima (v. 41), che dovrebbe invece piegarsi al modo di vivere dei più, supplicando favori, accodandosi alla fila dei postulanti, entrando a far parte di quel gruppo di infimi (in senso morale e sociale) che sanno ingraziarsi i potenti. L'ottuso personaggio non riesce a spiegarsi come si possa essere famosi e celebrati senza ricavare da ciò vantaggi materiali, e si premura di offrire delle soluzioni al suo interlocutore: il poeta potrebbe suggerire ai detentori del potere di aver trovato modi inediti per sottrarre denaro al popolo, attraverso nuove imposte; oppure potrebbe usare la sua arte per distrarre gli aristocratici dalla loro atavica noia.
Egli farebbe bene a trasformare la sua poesia, da arte nobile qual è, in volgare strumento per compiacere i gusti del pubblico nobiliare che, nascosti sotto una ricchezza ostentata e sfarzosa, sono in realtà rozzi e grossolani.
L'invettiva del poeta
Lo stesso passante, tuttavia, si rende conto che la mente illusa del poeta (v. 70) non può essere "guarita", e che egli rimarrà fedele a sé stesso e ai suoi ideali. In effetti, al discorso dell'interlocutore (che occupa gran parte del componimento, vv. 17-76) si oppone la fiera invettiva pariniana (vv. 81-98). Umano sei, non giusto (v. 84), commenta il poeta, come a dire che il viandante è stato pietoso nel soccorrerlo, ma sconveniente con le sue parole. L'intento di ogni buon cittadino deve consistere nel continuo tentativo di migliorarsi; per Parini, questo Significa elevare la propria arte senza svenderla: ogni richiesta d'aiuto va fatta con onestà e con atteggiamento dignitoso; la costanza e l'impegno devono diventare scudo ed usbergo (V. 96) contro le amarezze della vita.
Lo spirito del giusto non è fiaccato dal dolore e dalla miseria, come non si esalta per orgoglio: questo è l'insegnamento più profondo, mutuato dalla cultura classica, che Parini esprime nell'ode.
Struttura e stile dell'ode
La struttura dell'ode è ben congegnata: alla descrizione iniziale del contesto (le prime tre strofe) segue il primo incontro, quello con il fanciullo (quarta strofa); quindi entra in scena il passante, il cui discorso si svolge per quindici strofe (vv. 17-76). La replica del poeta, introdotta da una nuova descrizione (questa volta del suo stato d'animo, vv. 77-80), ne occupa invece cinque (vv. 81-98).
La strofa finale chiude il componimento sul piano narrativo principalmente, inquadrando il poeta analogamente a quanto accadeva in apertura che torna a casa con passo molto malfermo.
I discorsi dei due interlocutori presentano alcune evidenti differenze stilistiche. La lingua del passante è intessuta di espressioni di significato negativo (il tuo nome roda, v. 28; te molesta incita, v. 30; debil fianco, v. 33; fra il danno strascinando, v. 36; vile cocchio, v. 38; dal furor de la tempesta, v. 40; più fatal periglio, v. 44; erte scale, v. 49; ulular de' pianti tuoi, v. 52; lor tetra / noja, vv. 59-60; pesca / insidioso nel turbato stagno, vv. 67-68; tua mente illusa, v. 70; vile / mima, vv. 73-74; dilettando scurrile, v. 75; bassi genj, v. 76). La reazione del poeta è decisa, ma resa con parole molto più alte e misurate: il riferimento al suo vecchio corpo (vetusto/ pondo, vv. 82-83) è espresso con il ricorso a un latinismo (pondus, in latino, significa "peso", e nel linguaggio poetico è spesso utilizzato per indicare il corpo mortale, contrapposto all'anima, leggera ed eterea); la definizione dello sconosciuto è icastica: Umano sei, non giusto (v. 84). "Giusto" è colui che chiede opportuno e parco (v. 91), discretamente e con dignità, in un atteggiamento che lascia intravedere la sua purezza interiore: con fronte liberal, che anche l'alma pinge (v. 92).
Riferimenti danteschi e conclusione
Nel delineare la propria figura esemplare, il poeta inserisce inoltre alcuni riferimenti danteschi facilmente identificabili. L'esclamazione del passante, Sdegnosa anima! (v. 41), richiama l'epiteto attribuito a Dante da Virgilio («Alma sdegnosa», Inferno, VIII, 44). L'immagine del poeta costretto ad arrampicarsi su erte scale (v. 49) evoca invece il celebre passo del Paradiso (XVII, 58-60) contenente la profezia di Cacciaguida: «Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e 'I salir per l'altrui scale».
In virtù di questi rimandi, Parini accosta la propria insofferenza nei confronti delle umiliazioni della vita cortigiana all'analoga disposizione interiore dell'autore della Commedia, che, proprio come lui, aveva dovuto in alcune fasi della sua vita rassegnarsi a porsi al servizio dei potenti.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato simbolico della caduta del poeta?
- Come viene rappresentato il passante e quale ruolo svolge?
- Qual è la reazione del poeta all'invettiva del passante?
- Come è strutturata l'ode e quali sono le differenze stilistiche tra i discorsi?
- Quali riferimenti danteschi sono presenti nel testo e quale significato hanno?
La caduta del poeta sulle strade fangose simboleggia la condizione etica del poeta e dell'umanità in una società corrotta, evidenziando la debolezza fisica e morale del poeta di fronte al potere.
Il passante rappresenta l'opinione comune, criticando il poeta per non adattarsi ai tempi e suggerendo che dovrebbe piegarsi ai potenti per ottenere vantaggi materiali.
Il poeta risponde con una fiera invettiva, sostenendo che l'intento di ogni buon cittadino è migliorarsi senza svendere la propria arte, mantenendo dignità e onestà.
L'ode è strutturata con una descrizione iniziale, seguita dall'incontro con il fanciullo e il discorso del passante, concludendo con la replica del poeta. I discorsi differiscono stilisticamente: il passante usa espressioni negative, mentre il poeta risponde con parole alte e misurate.
Il testo include riferimenti danteschi, come l'epiteto "Sdegnosa anima" e l'immagine delle "erte scale", che collegano l'insofferenza del poeta alle umiliazioni della vita cortigiana con quella di Dante, sottolineando una comune disposizione interiore.