Fabrizio Del Dongo
Genius
7 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il racconto inizia con una descrizione di un tempo in cui tutti gli uomini erano uguali, senza distinzioni sociali tra nobili e plebei.
  • Il dio Piacere viene inviato sulla Terra per introdurre varietà e differenze tra gli uomini, portando un cambiamento significativo nella percezione del piacere.
  • Il testo esplora l'idea che il piacere e la bellezza siano stati inizialmente scoperti dai nobili, distinguendoli dal volgo incapace di apprezzare tali stimoli.
  • La divisione sociale tra nobili e plebei viene attribuita alla sensibilità raffinata concessa ai nobili, in contrasto con la fatica e la miseria della plebe.
  • Il contenuto esamina il tema dell'eredità e dell'evoluzione sociale, suggerendo che i nobili godono di privilegi derivanti da antenati illustri e da un destino favorevole.

Indice

  1. L'uguaglianza primordiale
  2. L'influenza del Piacere
  3. La divisione tra nobili e plebei

L'uguaglianza primordiale

Forse non è vero, ma è risaputo che un tempo tutti gli uomini erano uguali; e ignota fu la distinzione degli uomini in plebei e nobili. Gli esseri umani erano spinti dallo stesso istinti quando si trattava di mangiare, di bere, di accoppiarsi per entrambi i sessi, di dormire, un’uguale forza sospingeva gli esseri umani e non erra ad essi concessa alcuna facoltà di scegliere fra i vari oggetti e i vari momenti [In questi versi si ritrova un’influenza di Rousseau ed il suo vagheggiamento per l’iniziale stato di natura. Anche gli Illuministi ponevano all’inizio dei tempi un’umanità come quella descritta dal Parini]I primi antenati del tuo sangue, o Signore, e quelli della plebe disprezzata si ritrovavano sulle rive dello stesso fiume, si nutrivano degli stessi frutti, si riposavano sotto la stessa ombra. Le stesse grotte e la stessa terra offrivano loro riposo e riparo; e gli stessi animali fornivano le stesse vesti rozze a tutti. [ Questo passaggio è di chiara intonazione arcaica, non come evasione dalla realtà storica, ma come approfondimento di un tema tanto discusso nel XVII secolo. L’età dell’oro non veniva considerata quella in cui i frutti erano abbondanti od esisteva la possibilità di concedersi ad effusioni amorose in tutta libertà, bensì un momento di uguaglianza fra antenati dei nobili ed antenati dei plebei].

L'influenza del Piacere

L’unica preoccupazione comune a tutti gli uomini era quella di sfuggire al doloro e ignoto era ancora il desiderio delle cose piacevoli [cioè, quelli non richiesti strettamente dai bisogni naturali]. L’aspetto degli uomini così uniforme non piacque agli Dei; e il Piacere fu inviato sulla terra a renderla più varia [a rendere alcuni uomini diversi dagli altri]. Come fecero gli dei che scesero sui campi di battaglia di Troia, così l’amico Genio [il Piacere] scivolando leggermente per l’aria, si avvicinò alla Terra; e la terra sorrise di un sorriso mai conosciuto fino ad allora. Muove verso la terra e l’aria derivata dallo scorrere estivo dei ruscelli e delle pendici profumate dei monti è come una dolce carezza sui muscoli tondeggianti del dio Piacere [Il dio è rappresentato come una scultura greca e ricorda gli efebi; in questi versi il Parigi aggiunge altri elementi che ci fanno pensare al morbido mondo sensuale del piacere. Le vaghe membra, il cadente rivo e il tondeggiar dei muscoli gentile ci richiama all’atmosfera un equivoca e sensuale dell’ambiente nobile del Settecento]. Intorno gli svolazzano i Vezzi e i Giochi, e come ambrosia e dalle labbra rosse e fresche come fragole, escono delle lusinghe: dagli occhi socchiusi, umidi e languidi del dio, sprizzano scintille tremule e lucenti grazie alle quali l’aria che esso varca arde [si accende di nuove capacità sensitive]. Alla fine, o Terra, sentisti stamparsi su di te l’orma del Piacere; e subito un lento e soave fremito si diffuse in ogni cosa; e crescendo poco a poco tutte le intime fibre di cui sono forniti solo i semidei si commossero; come durante la calda estate si ode il rombo del tuono che viene avanti da lontano e sorge col suo profondo rumore di montagna in montagna, e le valli e le foreste tutt’intorno riecheggiano il rumore fragoroso de tuono, finché non cade la feconda pioggia che ravviva, rendendola più allegra e più bella la natura (animali, fiori e l’erba) e anche gli uomini.

La divisione tra nobili e plebei

Oh beati tra gli altri, o esseri viventi cari a cielo, che da uno dei Titani furono plasmati con organi più delicati [tesi come le corde di uno strumento musicale, capaci di avvertire le eccitazioni del piacere] e li inondò con sangue più scorrevole [e quindi più puro]. Voi soli avvertiste il fremito che era derivato dal celeste motore, cioè dalla presenza del dio Piacere. Solo in voi fermentarono le prime aspirazioni e nacquero i primi desideri. Voi, per primi, avete scoperto ciò che è buono e ciò che è meglio; e con dolcissimo ed impetuoso slancio siete corsi a possederli. Allora, quello dei due sessi che inizialmente costituiva soltanto una necessità, fu intessuto di tutto ciò che esiste di bello di amabile [L'amore si accompagna alla scelta della bellezza della donna e i rapporti tra i due sessi non si riducono più al solo soddisfacimento di un bisogno].Voi, per primi, o nobili, avete dato il primo esempio di giudizio di Paride: tra i volti di donna egli scelse quello più grazioso e voi per primi siete stati sensibili alle grazie. A voi, fra mille sapori, furono resi noti quelli più soavi: e il vino fu preferito all’acqua; e fu preferito il vino prodotto dai vigneti più soleggiati, coltivati nei terreni più soleggiati, coltivati nei terreni più alti e ricchi di materiale sulfureo. Fu così che l’uomo si divise: e il Nobile si distinse dai Volgari nel cui seno troppo a lungo le ottuse fibre rimasero prive di vigore e di efficacia, incapaci di reagire ai soavi stimoli del Piacere che pure aveva toccato anche loro e continuarono come prima ad essere sospinti dal pungolo del bisogno come i buoi e destinati a trascorrere la vita tra la servitù, l’avvilimento, la fatica e la miseria per essere chiamati plebe. Tu dunque, signor, poiché racchiudi un sangue filtrato attraverso illustri antenati [a te giunto a seguito di un lungo ordine di antenati], poiché in altri tempo l’astuzia, o la rapina o il cieco caso rese grandi i tuoi antenati, poiché il tempo, alla fine, ha raccolto in te tutti i tesori appartenenti a diversi avi, gioisci dunque di questa sensibilità raffinata che ti fu concessa dagli dei; e l’umile volgo, intanto, si serva del dono [a lui procurato dagli dei] di lavorare e di faticare, a te, nato per produrre e recare ogni bene sulla mensa signorile non per goderne.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto di uguaglianza primordiale descritto nel testo?
  2. Il testo descrive un tempo in cui tutti gli uomini erano uguali, senza distinzione tra nobili e plebei, vivendo in armonia con la natura e condividendo le stesse risorse.

  3. Come viene introdotto il concetto di piacere nella narrazione?
  4. Il piacere viene introdotto come un dono degli dei per rendere la vita più varia, portando diversità tra gli uomini e influenzando la loro percezione e desideri.

  5. In che modo il piacere ha influenzato la divisione tra nobili e plebei?
  6. Il piacere ha portato a una sensibilità raffinata che ha distinto i nobili dai plebei, con i nobili che hanno sviluppato un gusto per il bello e il piacere, mentre i plebei sono rimasti legati ai bisogni primari.

  7. Qual è il ruolo del "Giudizio di Paride" nel contesto del testo?
  8. Il "Giudizio di Paride" simboleggia la capacità dei nobili di scegliere il meglio e il più bello, un esempio di come il piacere e la bellezza siano diventati criteri di distinzione sociale.

  9. Come viene giustificata la superiorità dei nobili nel testo?
  10. La superiorità dei nobili è giustificata attraverso la loro sensibilità raffinata e il sangue nobile, considerati doni divini, mentre i plebei sono destinati al lavoro e alla fatica.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community