Concetti Chiave
- La Feroniade è un poema incompiuto di Monti, composto da 3 canti e circa duemila versi, che celebra il prosciugamento delle paludi pontine.
- Il poema è ambientato nei pressi di Terracina e narra la storia della ninfa Feronia, amata da Giove e trasformata in dea.
- La rivalità con Giunone porta alla distruzione dei territori fioriti di Feronia, trasformati in paludi a causa di torrenti e terremoti.
- Giove interviene per preservare il tempio di Feronia, promettendo la rinascita delle città distrutte e il culto delle divinità olimpiche.
- Feronia, accolta da un contadino, viene rassicurata da Giove sulla futura ricostruzione ad opera dei Romani e del Papa Pio VI.
Indice
Lavoro e revisione della Feroniade
La Feroniade è l’opera alla quale il Monti ha lavorato più a lungo. Iniziatane la redazione nel 184 quando il poeta soggiornava a Roma, diverse volte la riprese per correggerla, praticamente fino ala sua morte. Nonostante ciò, il poema ci è pervenuto incompiuto. E’ diviso in 3 canti per un totale di circa duemila versi endecasillabi. Il poeta fu indotto a comporlo per il desiderio di celebrare il tentativo, portato a termine dal Papa Pio V, di prosciugare le paludi pontine. Fu comunque per il Monti un’occasione per calarsi del mondo dei miti e della classicità.
La leggenda di Feronia e Giove
Il poeta immagina che nelle vicinanze d Terracina, all’origine del mondo, vivesse una bellissima ninfa di nome Feronia. Essa rifiutava di sposarsi ed era solo interessata dei fiori che crescevano nella zona. Ferronia fu amata da Giove che le apparse sotto forma di giovinetto e questa volta accettò.; essa divenne dea e fu adorata da molte popolazioni mentre intorno ai suoi giardini sorgevano ricche e popolose città.
La vendetta di Giunone e la distruzione
Tuttavia, tutto questo suscitò le ire di Giunone che, dopo aver cacciato la rivale, riversò nei luoghi ricoperti di fiori la furia di molti torrenti. Fu così che le acque irruppero nella campagna, allagando e distruggendo qualsiasi cosa: dei campi coltivati rimase solo una vasta palude senza alcuna forma di vita. Da tanta devastazione, si scampò soltanto di bosco di Feronia. Ma Giunone non si arrese; si rivolse a Vulcano e con il suo aiuto fece si che si verificasse un terremoto orrendo che distrusse ogni cosa e di tutte le città non restarono che delle rovine.
Intervento divino e rinascita
Allora, dall’alto dell’Olimpo, Giove volse lo sguardo verso la valle divenuta un mare di fango e ordinò a Mercurio di di scendere sulla terra per salvare almeno il tempio di Feronia; per suo volere, in tale luogo sarebbe sorta una nuova stirpe di eroi e vi sarebbe stato celebrato il culto di tutte le divinità dell’ Olimpo.. Nel frattempo, Feronia, scacciata da Giunone, fu accolta in casa del contadino Lica dove si recò Giove in persona per confortarla e per annunciarle che le città distrutte sarebbe tutte risorte, unitamente agli altari andati distrutti. Questo sarebbe avvenuto prima ad opera dei Romani e successivamente per volontà di un Pontefice, Pio VI.
Domande da interrogazione
- Qual è l'opera principale a cui Monti ha dedicato gran parte del suo lavoro?
- Chi è Feronia nella leggenda narrata da Monti?
- Come reagisce Giunone alla venerazione di Feronia?
- Qual è l'intervento divino che porta alla rinascita dopo la distruzione?
L'opera principale è la "Feroniade", un poema incompiuto diviso in 3 canti con circa duemila versi endecasillabi, su cui Monti ha lavorato fino alla sua morte.
Feronia è una bellissima ninfa che viveva vicino a Terracina, amata da Giove e divenuta dea, adorata da molte popolazioni.
Giunone, invidiosa, scatena la furia di torrenti e un terremoto con l'aiuto di Vulcano, distruggendo le città e trasformando la campagna in una palude.
Giove ordina a Mercurio di salvare il tempio di Feronia, promettendo la rinascita delle città distrutte e l'istituzione di un nuovo culto, con l'aiuto dei Romani e del Pontefice Pio VI.