Riforma del teatro
Nella sua autobiografia
Goldoni ricostruisce il cammino di questa riforma attraverso tappe. Innanzitutto egli si limita a moderare e rendere più razionale e misurati gli intrecci, che secondo lui sono diventati sempre più stravaganti, inverosimili e volgari. In seconda battuta egli propone testi in cui la parte del protagonista è interamente scritta: è questo il caso della trilogia che ha per protagonista il Pantalone. Segue poi l’azzardo della prima commedia distesa, ovvero interamente scritta: “La donna di garbo”, composta per l’attrice Anna Baccherini della compagnia del teatro San Samuele. Infine, il passo finale verso la commedia di carattere: quando quella di autore comico diventa una vera professione, quando Medebach gli mette a disposizione uno spazio teatrale stabile, Goldoni può finalmente introdurre tutte le novità della sua riforma. Essa è appunto una riforma, non una rivoluzione: Goldoni non intende operare una rottura traumatica col bagaglio professionale dei comici dell’arte, ma intende scavare all’interno delle tipologie fisse delle maschere per tirarne fuori i caratteri più vicini alla realtà. È così che Goldoni estrae dal vecchio pantalone dell’arte il suo nuovo Pantalone trasformando in un mercante veneziano, accorto e virtuoso. Ed è così che ricava dalla figura tradizionale della servetta vivace e impertinente, detta di solito corallina, uno di suoi caratteri più riusciti: la Mirandolina della
Locandiera. Dunque, nella sua riforma Goldoni attua: una progressiva riduzione dell’improvvisazione, il rifiuto delle maschere, il rafforzamento del carattere dei personaggi, il realismo sia del linguaggio sia delle situazioni e delle psicologie. La riforma teatrale di Goldoni si compì sul palcoscenico in un rapporto continuo tra gli attori e il pubblico. Questo aspetto del lavoro goldoniano è chiaramente espresso nella commedia manifesto (il teatro comico), un magnifico esempio di teatro nel teatro: Goldoni mette in scena una compagnia di attori che sta provando un suo testo teatrale, una piccola farsa intitolata “Il padre rivale del figlio”. È una compagnia abituata a recitare all’improvviso, ma che Goldoni rappresenta nel momento in cui sta passando alla tecnica del premeditato. Goldoni sostiene che bisogna educare tutti a un nuovo tipo di drammaturgia che conservi le professionalità consolidate ma che sappia anche sfruttarle con nuovi criteri di verosimiglianza, di grazia e di credibilità psicologica. La condizione per una riforma di questo tipo era la stretta collaborazione che Goldoni instaurò con gli attori.I
Memoires
Dedicati al re Luigi XVI, i Memoires (memorie) uscirono a Parigi nell’agosto del 1787 in tre volumi: il primo relativo al periodo compreso tra la nascita dell’autore fino al suo ritorno da Pisa a Venezia nel 1748; il secondo corrispondente al periodo della riforma, vale a dire gloriosi anni nell’attività teatrale veneziana, dal 1748 al 1762; il testo dedicato all’attività dell’autore in Francia.
La Locandiera
Lo spunto iniziale delle sue commedie gli viene molto spesso dal materiale umano che è in quel momento a disposizione, e del quale sfrutta il meglio le potenzialità, costruendo talvolta anche un’intera commedia attorno ad alcuni aspetti peculiari di un certo interprete particolarmente dotato. É il caso di Anna Baccherini, per la quale Goldoni crea La donna garbo nel 1743, che Goldoni sviluppa il personaggio della “servetta”, che la tradizione voleva furba. Ma nel periodo della collaborazione con Medebach che riemerge l’interesse di Goldoni per il personaggio della servetta, dato che nella compagnia del Sant’Angelo c’é un’altra bravissima interprete di questo ruolo: Maddalena Marliani, in arte Corallina. Goldoni scrive una delle commedie di maggior successo, La locandiera, la cui protagonista é Mirandolina, in cui il personaggio della “servetta” non è più una maschera ma decisamente un carattere.