Concetti Chiave
- Saverio Bettinelli, gesuita e amico di Voltaire, fu una figura innovativa del Settecento, noto per le sue idee audaci.
- Le Lettere virgiliane (1757) furono famose per la critica spregiudicata della letteratura italiana, usando criteri settecenteschi di buon gusto.
- Bettinelli criticò aspramente la Divina Commedia di Dante, giudicandola caotica e pedante, utilizzando standard moderni.
- L'opera evidenziò la necessità di liberarsi dall'imitazione della tradizione letteraria, proponendo nuovi modelli poetici contemporanei.
- Nel suo ultimo lavoro, Bettinelli rinnegò le idee del Settecento, riflettendo sul cambiamento del suo pensiero con l'età.
Indice
L'Innovatore del Settecento
Saverio Bettinelli rappresenta la mentalità e l’atteggiamento degli innovatori più spinti del Settecento e per quanto fosse gesuita, egli era amico di Voltaire.
Le Lettere Virgiliane
Il suo nome è legato alle Lettere virgiliane, pubblicate nel 1757 che fecero molto scalpore per la spregiudicatezza dei giudizi espressi dall’autore.
Egli immagina che Virgilio invi delle lettere all’Arcadia di Roma con le quali esprime un giudizio sugli scrittori della letteratura italiana di tutti i tempi adottando i criteri tipicamente settecenteschi del buon gusto cioè la chiarezza, la semplicità, la verosimiglianza e la razionalità.Critica alla Divina Commedia
Molto celebre è rimasto il giudizio distruttivo espresso nei confronti di Dante e della Divina Commedia. Il Bettinelli definisce l’opera dantesca un caos di confusione, un garbuglio indefinibile, il tutto espresso in uno stile barbaro e strano, farcito di pedanteria senza conclusione alcuna e di contraddizioni difficilmente decifrabili.
Riflessioni Critiche e Rinnegamento
L’errore è evidente: egli giudica con gusto moderno e secondo canoni prefissati un'opera composta in tutt'altra condizione storica. Con lo stesso metro di giudizio vengono passate in rassegna quasi tutti gli scrittori della storia letteraria italiana per proporre come modello da seguire le liriche di alcuni contemporanei come Innocenzo Frugoni, Francesco Algarotti e lui stesso. L’opera pur mancando di un’evidente serietà critica è importante perché costituisce un documento del XVIII che testimonia l’abilità nel distruggere la tradizione e la necessità di liberarsi dall’imitazione, divenuta troppo opprimente. Infatti la Divina Commedia per il Bettinelli diventa il simbolo di un passato pedantesco da cui bisogna affrancarsi ad ogni costo e la scelta dell’opera dantesca come esemplificazione fu molto felice perché come osservava il Bettinelli stesso, pochi osavano scrivere quello che egli scriveva, ma molti pensavano nello stesso modo e “se lo dicevano nell’orecchio per non essere uditi”. Lo scrittore visse 90 anni (nato nel 17818, morì nel 1808) e questo gli permise in vecchiaia di rinnegare se stesso e tutto il Settecento, come scrive nell’opera L’Europa punita, ossia il XVIII secolo.
Domande da interrogazione
- Chi era Saverio Bettinelli e quale era il suo atteggiamento verso la letteratura del Settecento?
- Qual è il contenuto delle Lettere Virgiliane e perché furono significative?
- Come giudicava Bettinelli la Divina Commedia e quale impatto ebbe questo giudizio?
Saverio Bettinelli era un innovatore del Settecento, amico di Voltaire, che rappresentava la mentalità progressista dell'epoca. Nonostante fosse gesuita, era noto per le sue opinioni audaci e critiche verso la letteratura tradizionale.
Le Lettere Virgiliane, pubblicate nel 1757, immaginano Virgilio che invia lettere all'Arcadia di Roma, esprimendo giudizi sugli scrittori italiani secondo i criteri settecenteschi di buon gusto. Furono significative per la loro spregiudicatezza e per il modo in cui criticavano la tradizione letteraria.
Bettinelli criticava la Divina Commedia definendola un caos di confusione e uno stile barbaro. Questo giudizio distruttivo simboleggiava la necessità di liberarsi dalla tradizione pedantesca, influenzando il pensiero di molti contemporanei che condividevano segretamente le sue opinioni.