Concetti Chiave
- Vittorio Alfieri mostra un forte disprezzo per qualsiasi forma di autoritarismo e tirannia, influenzato dal contesto aristocratico piemontese in cui è cresciuto.
- Sebbene critico della società dell'ancien regime, Alfieri non vede nella borghesia una forza positiva di cambiamento a causa della sua dipendenza dagli interessi economici.
- Alfieri non propone alcuna soluzione politica concreta, ma esalta la libertà come principio guida, non legata a specifiche libertà come quella di espressione o stampa.
- Considera il nobile come un "superuomo" capace di raggiungere la libertà autentica, libero da interessi materiali e pronto a combattere per essa se necessario.
- Alfieri preferisce l'uso della parola scritta come strumento di azione, celebri le sue parole: "Il dire altamente cose, è un farle in gran parte."
Indice
Alfieri e l'influenza illuministica
Il rapporto di Alfieri con la politica è inscindibile dalle sue letture illuministiche nel periodo giovanile. Tuttavia egli tende a elaborare posizioni fortemente distanti per alcuni versi, maggiormente vicine per altri. Inoltre bisogna dimenticare l’ambiente socio culturale in cui Alfieri cresce : quello della nobiltà del Piemonte dei Savoia, particolarmente legata ai propri doveri verso la casa reale.
Disprezzo per l'autoritarismo
Probabilmente è proprio questo ambiente così chiuso in sé stesso a far nascere in lui un profondo disprezzo per qualsiasi forma di autoritarismo e tirannide, nel tentativo di evadere da questo mondo così opprimente.
Critica al potere borghese
Alfieri riconosce come la società di ancien regime dove lui stesso vive, basata su schemi superati, fosse prossima al collasso, ma non riesce a vedere nella borghesia la forza motrice di questo cambiamento, perché troppo legata agli interessi economici. Questo nuovo potere borghese che va via via affermandosi non è di certo migliore dell’assolutismo monarchico che Alfieri aveva potuto osservare nel corso dei suoi viaggi, tanto che una volta raggiunta la vecchiaia incomincerà a provare un vero e proprio sentimento di nostalgia verso la società dell’ancient regime.
Elogio della libertà
Quello che Alfieri esprime è un profondo disprezzo in generale per il concetto di potere, indipendentemente da quale forma assuma, tanto da non proporre nessuna forma di miglioramento del sistema politico. Quella di cui lui compie l’elogio è la libertà intesa come principio guida, non una forma particolare di libertà che può essere quella di espressione o di stampa. Tale principio di libertà è in realtà implicitamente raggiungibile dal nobile, quale “superuomo”, poiché slegato da qualsivoglia interesse materiale. Egli stesso si direbbe pronto a imbracciare le armi in caso di necessità, preferendo tuttavia la scrittura: famosa è infatti la sua massima secondo cui “Il dire altamente cose, è un farle in gran parte.”
Domande da interrogazione
- Qual è il rapporto di Alfieri con l'illuminismo e come influisce sulla sua visione politica?
- Come si manifesta il disprezzo di Alfieri per l'autoritarismo e il potere borghese?
- In che modo Alfieri esprime il suo elogio della libertà?
Alfieri ha un rapporto complesso con l'illuminismo, influenzato dalle sue letture giovanili, ma elabora posizioni sia vicine che distanti da esso, influenzato dall'ambiente nobiliare del Piemonte dei Savoia.
Alfieri sviluppa un profondo disprezzo per l'autoritarismo e la tirannide, vedendo la società dell'ancien regime come prossima al collasso, ma non considera la borghesia come forza di cambiamento, criticandone l'interesse economico.
Alfieri elogia la libertà come principio guida, non legato a forme specifiche come la libertà di espressione, e vede il nobile come "superuomo" capace di raggiungerla, preferendo la scrittura come mezzo di azione.