Concetti Chiave
- Vittorio Alfieri, nato ad Asti nel 1749, proviene da una famiglia nobile ma carente di affetti e istruzione, elementi che influenzeranno la sua personalità e opere.
- La sua avventura letteraria inizia a Torino con la scrittura della tragedia "Antonio e Cleopatra", seguita da altre opere importanti come "Filippo", "Antigone", "Merope", "Saul" e "Mirra".
- Alfieri canalizza le sue inquietudini e tormenti personali nella creazione artistica, un processo che caratterizza tutta la sua produzione letteraria.
- Durante il suo soggiorno a Parigi e Firenze, Alfieri scrive le sue memorie, "Vita", che rappresentano una riflessione sulla sua esistenza e carriera.
- Nel suo "Journal", Alfieri descrive con ironia la sua vita di giovane nobile, diviso tra l'attrazione per la letteratura e la mondanità, rivelando il suo conflitto interiore.
Indice
Infanzia e primi passi letterari
Vittorio Alfieri nasce ad Asti il 17 gennaio 1749, da una famiglia nobile, ma carente affetti ed istruzione.
Inizio dell'avventura letteraria
A Torino si avvicina agli ambienti letterari della città, formando insieme ad alcuni amici, una sorta di accademia delle lettere. Intanto si era innamorato di una donna sposata e abbozzò alcuni pagine della sua prima tragedia “Antonio e Cleopatra”, che segna l’inizio dell’avventura letteraria di Alfieri; da questo momento, infatti, le inquietudini e i suoi tormenti verranno progressivamente incanalati nella creazione artistica.
Scrisse poi altre importanti tragedie tra cui “Filippo”, “Antigone”, “Merope”, “Saul” e la “Mirra”.Memorie e riflessioni personali
A Parigi incominciò la stesura della prima parte delle proprie memorie “vita”, continuando poi la seconda parte a Firenze, dove morì nel 1803.
E’ tratto dal Journal, un diario che Alfieri tenne dal 1774 al 1775, scritto in francese e in italiano. Qui Alfieri descrive con ironia una sua giornata da “giovin signore”, attratto dalla letteratura, ma ancora incapace di rinunciare alla sua vita mondana.
Prima si descrive con un’inutilità e come un personaggio annoiato, con tormenti interiori e si sminuisce, dicendo che non riesce a concentrarsi nemmeno nella letteratura. Continua però dicendo che ci sono momenti in cui è una brava persona, e altri in cui ha l’ozio tipico dei nobili. Conclude dicendo di non esser capace di descrivere la sua giornata perché da una parte lo umilia, e dall’altra lo lusinga.