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di paolodifalco01
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voto 25 settembreAlla fine le tanto invocate elezioni politiche ci saranno e, in un certo senso, rappresentano un unicum: dal 1948 ad oggi le votazioni si sono svolte sempre nei primi sei mesi dell'anno, mai dopo il mese di giugno.

Vista la situazione che si è venuta a creare dopo le dimissioni del Premier Draghi e la necessità di non sprecare tempo considerando i numerosi impegni del nostro Paese, tra la Legge di Bilancio e le riforme del PNRR, si andrà a votare il 25 settembre.

La notizia però non è piaciuta molto ai dirigenti scolastici, scopriamo insieme il perché!

La data del 25 settembre

Visti gli improrogabili impegni che il nostro Paese deve adempiere prima della fine dell'anno, come auspicato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Consiglio dei Ministri di ieri ha scelto la prima data utile per il voto ovvero quella del 25 settembre.

Su quest’ultima, inizialmente, c'erano dei dubbi visto che coincide con la vigilia di Rosh haShanah, il capodanno ebraico ma – come ha chiarito l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – non c'è nessun ostacolo: la solennità, che inizia la sera, consente ai fedeli di religione ebraica di esercitare il proprio diritto al voto nelle ore precedenti.

Le critiche dei presidi

"C’è disappunto non preoccupazione per le urne in autunno: un certo numero di scuole fermeranno infatti le lezioni appena avviate e questo è un problema che solleviamo da non so quanti anni". Queste invece le parole del presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli all'ANSA che, oltre a dar voce al malumore dei presidi italiani, avanza al Ministero dell'Interno la richiesta di individuare seggi non scolastici:"Basta seggi nelle scuole che fanno perdere giorni di lezione dell’anno scolastico appena iniziato, lezioni che poi non verranno recuperate".

Paolo Di Falco