
Questi i risultai della seconda indagine "STOP ai seggi elettorali nelle scuole" promossa dalla Scuola di Cittadinanzattiva che ha coinvolto i 1.905 Comuni delle due Regioni dove si andranno a svolgere le elezioni.
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L'indagine promossa dalla Scuola di Cittadinanzattiva
La rilevazione condotta dalla Scuola di Cittadinanzattiva che ha coinvolto i Comuni delle due Regioni dove la prossima domenica e il prossimo lunedì si andrà al voto è stata realizzata attraverso una richiesta, inviata tramite PEC, con lo scopo di conoscere se l’amministrazione comunale avesse valutato la possibilità di spostare i seggi elettorali dagli istituti scolastici presso altre sedi alternative.Complessivamente su 1.905 Comuni interessati dalle elezioni regionali hanno risposto 371, il 19% del totale e, di questi, 155 (42%) hanno provveduto allo spostamento o lo faranno a breve. Si tratta di 147 comuni lombardi e di appena 8 comuni laziali.
Stando ai dati diffusi dal Ministero dell'Interno, attualmente l’88% dei 61.562 seggi elettorali a livello nazionale si trova all'interno di edifici scolastici. In particolare, il 75% circa dei fabbricati che ospitano uno o più seggi sono edifici destinati alla didattica ed il 35% di essi presenta barriere architettoniche all’accesso.
L'appello per non interrompere le lezioni scolastiche
A lanciare l'appello per non interrompere le lezioni scolastiche a causa dei seggi presenti nelle strutture scolastiche è la segretaria generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino: "La scuola è un servizio pubblico che non va interrotto e, piuttosto che restare "chiusi per elezioni", gli spazi scolastici dovrebbero essere sempre aperti e a disposizione degli studenti, perché luogo nel quale costruire anche modelli nuovi di partecipazione e di cittadinanza attiva. Anche per questo chiediamo di riprendere il percorso per la digitalizzazione del procedimento elettorale e la sperimentazione del voto elettronico, al fine di favorire la partecipazione elettorale da parte delle persone con disabilità, degli anziani, e dei cittadini lontani dalle proprie sedi per motivi di studio, di lavoro, di salute".Al suo appello si aggiunge anche Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva:"Si procede a piccoli passi verso il superamento di una cattiva pratica, tipicamente italiana, di mantenere i seggi elettorali all’interno degli edifici scolastici. Risultati significativi ma insufficienti perché non può essere considerato irrilevante il disagio per le famiglie e per gli studenti di due regioni popolose, quali Lombardia e Lazio, costrette a sospendere le lezioni per tre giorni. Mentre vediamo che nei piccoli centri è più semplice trovare sedi alternative in altri edifici pubblici come palestre, centri anziani o locali comunali, nelle grandi città dovrebbero essere messe a disposizione le caserme o altri edifici statali in disuso ed anche previsti contributi per sostenere le amministrazioni a trovare soluzioni proprie".
Paolo Di Falco