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voto condotta

Reintrodotto con il D.M. numero 5 del 16 gennaio 2009, meglio conosciuto ai più come uno dei decreti della “Riforma Gelmini”, il famigerato voto in condotta divide ancora il mondo della scuola. È sempre molto attivo il dibattito anche sul nostro forum, dove sia ragazzi delle scuole medie e superiori, sia le famiglie, chiedono le motivazioni e il funzionamento del voto in condotta. Per questo oggi Skuola.net vi dà una mano e vi aiuta a capire qualcosa in più.

Che cos'è il voto in condotta

Stando alle disposizioni ufficiali, il voto di condotta corrisponde ad una valutazione sul comportamento complessivo dello studente, sulla crescita civile e culturale tenuta negli ambienti, nelle attività e situazioni scolastiche ed educative, secondo criteri ben specifici. In altre parole, in sede di scrutinio intermedio o finale i professori valutano gli alunni in base al numero di assenze, di ritardi ingiustificati, al comportamento tenuto in classe, in palestra o in gita scolastica, al livello di partecipazione alle lezioni e ad altre attività didattiche. Unitamente ad un 6 in tutte le materie, avere almeno 6 anche in condotta rappresenta il minimo indispensabile per avere la promozione assicurata.

Cosa succede con un'insufficienza in condotta?

Insomma, è una sorta di semaforo che dovrebbe far riflettere gli studenti sui loro comportamenti ed atteggiamenti. Si parla infatti di crescita e maturazione civile, per questo il voto in condotta non è legato al rendimento scolastico. Va da sé che avere ‘solo’ 6 in condotta non è certo esaltante: sebbene rappresenti la sufficienza in ogni altra materia non è bello sapere di avere un comportamento appena sufficiente. E no, se avete 7 non dovete ritenervi fortunati o pensare di averla scampata bella: sicuramente potete fare di più. Tanto per chiarire, sappiate che col 5 in condotta di automatico avete solo la bocciatura e una bella strigliata a casa, ma probabilmente nessuno di voi si impegnerebbe per questo!

Voto in condotta: può essere collettivo?

Un rischio, insomma, da considerare e spesso sottovalutato dagli studenti, salvo amare sorprese. A questo punto sorge un’altra questione un po’ più delicata. Il voto in condotta deve essere individuale o trattandosi di un voto che riguarda la vita in classe può arrivare a sanzionare anche comportamenti collettivi? Sempre il testo originario del decreto, e stavolta anche la carta dei diritti degli studenti, affermano che non è possibile sanzionare un’intera classe o un intero istituto per un comportamento scorretto tenuto da una sola persona. Né è giusto o possibile abbassare il voto per un solo episodio negativo, poiché si deve considerare tutto il percorso scolastico. Per esempio: vi siete assentati in massa il giorno del compito per partecipare ad una manifestazione? Tranquilli, il prof non potrà mettere a tutti lo stesso voto in condotta orientato alla vostra bocciatura.

Meglio fare attenzione al comportamento

Un piccolo consiglio? Se non volete rischiare brutte sorprese a fine anno, meglio studiare, comportarsi bene e ogni tanto fare qualche domanda - ma non al vicino di banco su come risolvere l’esercizio del compito in classe - al prof per chiedere chiarimenti. Attenzione, quindi, a non prendere il voto di condotta sottogamba. Specie se avete un rendimento scolastico non proprio da genio, potrebbe essere almeno il vostro interesse e la vostra partecipazione a non farvi bocciare.

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