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voti scuola

Le vacanze sono ormai un lontano ricordo. Siamo a metà settembre e per migliaia di studenti ciò significa ricominciare, pertanto, la routine fatta di lezioni, interrogazioni, verifiche scritte e...voti. Sì, i famigerati voti che accompagnano lo studente lungo tutta la sua carriera scolastica fino alla maturità. Con le valutazioni, i docenti non esprimono solo un numero, ma tengono in conto diversi elementi.

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Come funzionano i voti a scuola

I voti sono importanti, inutile nasconderlo e regolano la didattica, l'orientamento e i passaggi tra le diverse classi degli studenti. I voti sono sempre numerici, dalla scuola primaria a quella secondaria
di secondo grado, e vanno da 1 a 10.

    1 – preparazione nulla;
    2 – preparazione o prova del tutto manchevoli o con numero considerevole
    di errori;
    3 – stessa cosa, con lieve minore gravità;
    4 – preparazione o prova insufficienti, con gravi errori o carenze;
    5 – preparazione o prova mediocri;
    6 – preparazione o prova sufficienti;
    7 – preparazione o prova discrete;
    8 – preparazione o prova buone;
    9 – preparazione o prova ottime;
    10 – preparazione o prova lodevoli.

Voti a scuola, cosa c'è da sapere

Il Miur definisce i voti come espressione della valutazione che gli insegnanti fanno dei propri alunni. I maestri della scuola primaria (elementare) utilizzano i voti per valutare gli apprendimenti degli
studenti, mentre i professori delle scuole secondarie (medie e superiori) li utilizzano anche per valutare il comportamento (legge 169/2008, D.lgs. n. 62/2017). In ogni caso non esiste una disciplina giuridica della questione, che è demandata all’autonomia delle istituzioni scolastiche. Il vincolo normativo esiste, invece, in riferimento alla valutazione intermedia e finale degli alunni (cfr. il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122).

C'è da ricordare che il docente è tenuto a comunicare in tempo reale allo studente l'esito dell'interrogazione o della verifica: questo deve avvenire davanti a tutta la classe e in modo chiaro. I voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell'istruzione.

Non solo: la normativa vigente sulla valutazione degli studenti afferma che ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva. Ciò significa che una prova scritta deve essere corretta e valutata in un periodo compreso tra le due e le tre settimane ed è soprattutto necessario che lo studente conosca, prima di iniziare la prova di verifica, la griglia di valutazione che il docente utilizzerà per definire il voto.

Per gli alunni dei diversi ordini di scuola, infine, è prevista una valutazione periodica (trimestrale o quadrimestrale) e una valutazione finale, riferite sia ai livelli di apprendimento acquisiti sia al comportamento.

Voto in condotta

Sul voto in condotta, invece, c'è un capitolo a parte. Nelle scuole medie non c'è il numero, ma un giudizio sintetico di comportamento che, in ogni caso, se considerato insufficiente, può pregiudicare l’ammissione alla classe superiore. Per quanto riguarda gli alunni delle scuole superiori, il voto in condotta, il famigerato 5 che resta espresso con una votazione numerica e non con un giudizio scritto, potrebbe essere causa di bocciatura. Sarà il consiglio di classe e i professori a decidere e il 5 in condotta viene solitamente assegnato in casi molto gravi come quelli legati alla violenza o se si è stati sospesi per più di 15 giorni.
Data pubblicazione 18 Settembre 2019, Ore 9:35
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