
Università sempre più in crisi. Sembra, infatti, che al crescere della crisi occupazionale tra le fila dei giovani del nostro Paese corrisponda la controtendenza delle iscrizioni in netto calo agli atenei italiani.
Non stupisce questo quadro, né il cosiddetto fenomeno dei “cervelli in fuga”. Se l’epilogo di un lungo faticoso e dispendioso percorso di studi deve essere, infatti, il salto nel vuoto della disoccupazione o del precariato, allora meglio interrompere il percorso formativo e cercare da subito un’occupazione. L’ultimo rapporto Almadiploma, condotto su un campione di 48mila studenti neodiplomati ci informa che di questi solo 3 su 10 si iscrivono all’università.UNIVERSITARI IN DISCESA LIBERA - Dall’indagine condotta da Almpadiploma in 347 scuole di 5 regioni italiane, risulta che è il 30% dei neodiplomati ad imboccare il percorso accademico, e il restante 70% rinuncia a sogni di gloria per mettersi da subito alla ricerca di un impiego. Un impiego che comunque non garantirà un reddito sufficiente: sono poco più di due giovani su 10, sia tra gli aspiranti universitari che tra i lavoratori, a riconoscere una proporzionalità tra reddito e titolo di studio posseduto. Inoltre di quel 30% di ragazzi che decide di immatricolarsi nella facoltà tanto ambita, circa il 17% pare abbandonare l’ateneo nel corso del primo anno. Dai dati rilevati da Almadiploma potremmo dire che l’università sta vivendo uno dei suoi massimi periodi di crisi.
I SOGNI DEI CORAGGIOSI - Ma cosa spinge i giovani a proseguire gli studi? Sempre secondo il rapporto di Almadiploma un fattore decisivo alla scelta di conseguire un diploma di laurea è il grado di istruzione della famiglia. Più quest’ultimo è alto, più remota si fa la possibilità dell’abbandono del percorso formativo. Ottenere la professione ambita, essere ben retribuiti e approfondire gli interessi culturali: sono queste le aspirazioni che inducono i neodiplomati ad immatricolarsi all’università. Quella stragrande maggioranza che, invece, si accontenta del diploma di Maturità, optando per la ricerca immediata del lavoro, ha come obiettivo un posto fisso a tempo pieno. Non mancano coloro che pensano di poter conciliare studio e lavoro.
GLI STUDENTI E IL LAVORO - Ma il lavoro è nell’aria già durante la frequentazione del liceo. Almadiploma ha messo in luce, infatti, il fatto che poco meno del 50% degli studenti italiani frequentanti istituti superiori, ha svolto un’esperienza di stage o tirocinio, come anche quella di lavori stagionali o saltuari. Sembra insomma che i diciannovenni di Casa nostra possano vantare, al momento del diploma, già un primo passo nella realtà professionale. Sono 5 giovani su 10, inoltre, a dichiarare di conoscere abbastanza bene la lingua inglese, almeno a livello scritto, e il 31% dei neodiplomati ha svolto un’esperienza di studio all’estero.
PROMOSSI I PROF, BOCCIATA LA SCUOLA - La maggior parte dei ragazzi intervistati ha promosso i propri insegnanti e, tuttavia, sporto qualche lamentela per le infrastrutture scolastiche e l’adeguatezza degli spazi. Il dato allarmante è che uno studente su due, tornando indietro, cambierebbe scuola e indirizzo di studi. Questo a causa del fatto che anche la scelta della scuola superiore è spesso condizionata da parametri poco validi, compresa la volontà sorda dei genitori e il loro grado di istruzione. Tutto questo mette in evidenza una problematica molto delicata e da non sottovalutare, da cui dipendono le sorti delle giovani generazioni di studenti e anche la sopravvivenza del percorso universitario: l’orientamento.
Margherita Paolini