
Dopo le scuole superiori e lo scoglio dell’Esame di Stato, 3 ragazzi su 4 sceglieranno di continuare il proprio percorso di studi iscrivendosi all’Università. Ma questa scelta è vissuta in maniera personale o come un obbligo? Per 1 su 4 pesa la consapevolezza che il diploma, in realtà, serva a poco, e 3 su 5 confessano di subire un’ingerenza totale o parziale dai propri genitori.
E tra quelli che, invece, preferiranno da subito il mondo del lavoro, 3 su 5 ammettono che, se le Università mettessero a loro disposizione borse di studio, potrebbero cambiare idea. Questo è quanto riscontrato da un’inchiesta di Skuola.net su un campione di 1800 studenti.SCELGONO MAMMA E PAPA’ – A pochi mesi dalla fine della scuola i ragazzi si interrogano su quale sarà il loro futuro. Tra test d’ingresso ed iscrizioni il 75% ha già deciso che continuerà a studiare all’Università, all’estero per 1 su 5, che sfrutterà l’occasione di un’esperienza considerata più formativa. Ma quanti hanno preso questa decisione in autonomia? Stando ai dati del rapporto Anvur è del 40% la percentuale degli universitari che non porta a compimento il percorso e particolarmente elevato è anche il numero dei fuori corso, in special modo nelle facoltà di stampo umanistico. Ad influire su questo crollo è probabilmente il dato raccolto da Skuola.net: 3 ragazzi su 5, infatti, confessano di subire la volontà di mamma e papà, in parte o completamente.
LAVORO E CRISI – 1 ragazzo su 4, invece, ha dichiarato di non essere attratto dal mondo universitario. Tra chi si getterà immediatamente alla ricerca di un lavoro e chi, invece, preferisce pensare a percorsi formativi alternativi, 1 su 2 è convinto che la laurea sia di poca utilità. Circa la metà di questi, infatti, ha già in mente una professione per la quale crede che nessun corso di laurea attualmente esistente possa formarlo in maniera adeguata, mentre per la restante metà pesa la consapevolezza dell’elevato numero di laureati disoccupati in Italia.
MA CON LA BORSA… - “Ma se un’Università ti offrisse una borsa di studio, cambieresti idea?” Ben 3 ragazzi su 5 hanno risposto affermativamente a questa domanda. Circa il 60% degli intervistati, quindi, sarebbe disposto a rivedere le proprie scelte se avesse la possibilità di usufruire dell’aiuto economico degli atenei. Di questi, però, 1 su 3 ammette che il problema non riguarderebbe solo la retta: ulteriori spese come ad esempio il trasferimento, i libri e quant’altro potrebbero comunque frenarli dall’iscriversi all’Università.
Francesca Fortini