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bambini con smartphone e tablet

Nell’era del digitale è molto facile farsi assorbire da smartphone, tablet o dalla TV. Un video tira l'altro, un feed scorre via veloce, e le ore passano senza accorgersene. Questa abitudine, però, se iniziata troppo presto, può avere effetti negativi, misurabili, sul percorso scolastico negli anni successivi.

A rivelarlo, sono stati i ricercatori del progetto canadese "TARGet Kids!", coordinato da Catherine Birken e Jonathan Maguire, dopo aver analizzato per ben 15 anni (dal 2008 al 2023) le abitudini di oltre 3.000 bambini.

L'obiettivo era capire se l'uso intensivo di schermi, non solo di smartphone e tablet ma anche di TV e computer, in tenera età potesse influenzare i voti ottenuti dai piccoli nei test standardizzati. E a quanto pare si trattava di una pista giusta. I risultati, pubblicati di recente su JAMA Network Open, indicano proprio che più i bambini passano ore davanti a un display, minori sono i loro punteggi a scuola

"L'esposizione precoce e prolungata alla televisione e ai media digitali può avere un impatto misurabile sugli esiti scolastici", ha spiegato Catherine Birken. Pertanto i ricercatori invitano a riflettere: "È fondamentale sviluppare interventi precoci che aiutino le famiglie a promuovere abitudini sane nell’uso degli schermi". 

Indice

  1. Cosa dice lo studio 
  2. I principali responsabili: i genitori 
  3. L’obiettivo di cultura più sana e bilanciata 

Cosa dice lo studio 

Lo studio si distingue rispetto ad altre analisi per la sua lunghezza e ampiezza, fornendo dati davvero solidi. I bambini monitorati hanno trascorso in media 1,6 ore al giorno davanti a uno schermo nei primi anni di vita, una media che è salita a 1,8 ore nel periodo successivo.

Il dato che fa riflettere è il legame tra il tempo di esposizione ai contenuti multimediali e i voti, con una proporzione inversa tra tempo davanti lo schermo e rendimento scolastico. Più era ampia la parte della giornata passata a contatto con i vari dispositivi, minori era i risultati in classe. Soprattutto in lettura e matematica, mentre la scrittura sembra esserne meno intaccata.

Nello specifico: "Per ogni ora aggiuntiva di utilizzo dello schermo, c'era circa il 10 per cento di probabilità in meno di raggiungere gli standard richiesti per l'eta di riferimento sia in lettura che in matematica", ha sottolineato Birken.

Una curiosità dello studio riguarda anche le differenze di genere: le bambine che giocano ai videogiochi (una minoranza nel campione, il 20%), a parità di tempo allo schermo, mostrano risultati ulteriormente inferiori rispetto ai coetanei maschi in lettura e matematica.

I principali responsabili: i genitori 

Limitare l'uso dei dispositivi durante l’infanzia, dunque, sembrerebbe essere cruciale per uno sviluppo sano. Questo compito ricade, ovviamente, sui genitori, che devono favorire un approccio graduale e consapevole alla tecnologia. 

La strategia vincente è fatta di regole chiare e orari ben definiti, e per riuscire in questo è utile ricordare le linee guida della Società Italiana di Pediatria (SIP) che suggeriscono dei paletti molto precisi:

  • Nessuno schermo per i primi due anni di vita del bambino.

  • Massimo un'ora al giorno per l'età compresa tra i due e i cinque anni.

  • Massimo due ore al giorno per i bimbi tra i cinque e gli otto anni.

In più, è sconsigliato l'uso di telefono o tablet per calmare o distrarre i piccoli, così come guardare programmi con contenuti violenti

L’obiettivo di cultura più sana e bilanciata 

I ricercatori canadesi, però, guardano già oltre la semplice quantità di tempo. La vera sfida per il futuro sarà capire la qualità di questo tempo: che contenuti vengono guardati, in quale contesto e in compagnia di chi. Non tutte le ore davanti a uno schermo sono uguali.

Comprendere questi fattori sarà la chiave per costruire in futuro una cultura digitale più sana e bilanciata. Gli autori dello studio sono chiari: un intervento efficace non può essere deciso da uno solo, ma deve essere co-progettato da medici, insegnanti, genitori e decisori politici.

Un uso moderato e guidato della tecnologia non è solo questione di "non esagerare", ma un tassello fondamentale per sostenere l'apprendimento e il benessere delle nuove generazioni. La tecnologia è il futuro, ma usarla bene è la chiave del successo.

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