
La vita in rete non semplifica la sopravvivenza a scuola. Secondo una recente indagine condotta dal Gruppo di Ricerca sui Nuovi Media del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Bicocca in collaborazione con l’Osservatorio sulla Comunicazione della Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ogni ora trascorsa sui social network condanna lo studente al conseguimento di risultati e valutazioni decisamente inferiori a quelli ben sperati.
La ragione va cercata anche in un utilizzo del web spesso disorientato e bisognoso di guide.L’INDAGINE - Le “cavie” dell’indagine sono stati 2.327 studenti delle seconde classi superiori di tutta la Lombardia. L’analisi basata su alcuni parametri come le competenze digitali dei giovani, l’utilizzo dei media, le ore trascorse in rete, ha evidenziato come il rapporto tra l’abitudine di utilizzare il web e il rendimento in ambito scolastico giochi decisamente a svantaggio di quest’ultimo. Infatti, utilizzando come riferimento i dati dei test Invalsi è stato evidenziato come per ogni ora in più sui social il punteggio cala di 0,8 in italiano, e di 1,2 in matematica; cifre destinate ad un ulteriore ribasso (-2,2 punti in italiano, e -3,2 in matematica) in considerazione dell’esclusiva quantità di tempo trascorsa sul web per motivi legati allo studio.
CHI SONO GLI STUDENTI VERY SOCIAL? - I giovani che trascorrono un maggior numero di ore sul web sono quelli provenienti da scuole professionali. Infatti se quest’ultimi dedicano mediamente circa 3 ore e un quarto alla vita nel web, i coetanei liceali stanno online 2 ore e 48 minuti, abbassando la media giornaliera complessiva alle tre ore. Tuttavia nel valutare le fonti, considerare i rischi in rete e capire i contenuti, si rivelano più preparati proprio i liceali che rispondono meglio rispetto agli studenti di formazione professionale alle domande somministrate per l’indagine, dimostrando di avere una maggiore “competenza digitale critica”. Questo significa che la loro navigazione in rete è più sicura e proficua. Ma solo 3 studenti su 10 conoscono il funzionamento del più noto motore di ricerca, Wikipedia.
INTERNET ANCHE PER LA SCUOLA - Ovviamente l’utilizzo incontrastato del web da parte dei giovanissimi riguarda per lo più Facebook: oltre 8 ragazzi su 10 di quelli che si sono sottoposti all’indagine possiede un profilo e di questi, quasi 6 lo consultano e lo tengono aperto mentre studiano. Ma il web è anche un valido supporto per la scuola e lo studio: il 32,4% degli intervistati ha infatti dichiarato di cercare in rete le informazioni che non trova nei libri di testo, mentre circa 4 studenti su 10 ricorrono alla chat o ai social per scambiare informazioni utili con i propri compagni relativamente all’argomento del giorno.
STUDENTI BISOGNOSI DI GUIDE - E allora perché questo sistema non garantisce buoni risultati, ma al contrario collabora ad un peggioramento del rendimento scolastico? La risposta sta nella carenza di capacità degli studenti di utilizzare correttamente il web. La rete, infatti, può essere un ottimo supporto integrativo allo studio, tuttavia solo se ben conosciuta. Per questo gli studenti dovrebbero avere l’appoggio di una guida, come quella di un genitore, che possa orientarli in una navigazione orientata e corretta.
Margherita Paolini