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scuola rapporto svimezCome si misura la qualità dello studio? Una domanda che conta più risposte e che – almeno nel nostro Paese – spinge ad una dovuta riflessione. In questo senso, è utile l'ultimo rapporto SVIMEZ sul gap di apprendimento in Italia, in termini di ore di scuola ma anche di infrastrutture.


Palestre, mense scolastiche, laboratori: l'analisi evidenzia profonde disparità da Nord a Sud della penisola. In generale, le maggiori criticità vengono riscontrate nel Mezzogiorno, ma anche gli studenti del Centro-Nord non possono vantare una dimensione scolastica degna di questo nome.

La carenza di infrastrutture si ripercuote sul tempo pieno

L'analisi SVIMEZ parte dall'osservazione delle infrastrutture dislocate nel territorio. Nel Mezzogiorno circa 650mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200mila (87%), in Sicilia 184mila (88%), in Puglia 100mila (65%) e in Calabria 60mila (80%). Anche al Centro-Nord emergono diverse problematiche legate al servizio mensa: gli studenti che non possono usufruirne sono 700mila, il 46% del totale. Non solo, dal rapporto SVIMEZ emergono criticità legate anche alle palestre a disposizione delle strutture scolastiche. Al Sud sono circa 550mila gli allievi che frequentano scuole non dotate di palestra: il 66% del totale. Da questo punto di vista solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre, mentre registrano un netto ritardo la Campania (170mila allievi privi del servizio, 73% del totale), la Sicilia (170mila, 81%), la Calabria (65mila, 83%). Nel Centro-Nord la percentuale di studenti 'orfani' di una struttura dove praticare attività fisica si ferma al 54%.

Carenze infrastrutturali che si ripercuotono fortemente sull'accesso a tempo pieno a scuola: solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Tra le regioni del Sud, solo in Basilicata si registrano valori vicini a quelli delle regioni del Nord. Al Centro, non fanno sorridere i dati di Marche e Umbria, i cui studenti hanno accesso al tempo pieno rispettivamente nel 30% e nel 28% dei casi. Percentuali bassissime invece in Molise (8%) e in Sicilia (10%). Alla fine emerge che gli studenti della primaria, nelle scuole del Mezzogiorno, frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto ai coetanei del Centro-Nord. Anche sulle cause che originano queste problematiche, lo SVIMEZ non ha dubbi.

In 12 anni meno 20% di investimenti al Sud

Non è infatti difficile risalire alla fonte del problema. Il rapporto evidenzia come – tra il 2008 e il 2020 – abbiamo assistito ad un progressivo ridimensionamento degli investimenti nell'Istruzione. Nel periodo preso in analisi, la spesa complessiva in termini reali si è ridotta del 19,5% al Sud, oltre 8 punti percentuali in più del Centro-Nord. A pesare particolarmente è il rapporto spesa-studenti, soprattutto al Sud dove la spesa per studente è inferiore di 100 euro rispetto alla media nazionale (5.080 contro 5.181 euro). Scarto che aumenta se ci soffermiamo esclusivamente sul comparto della scuola, con una spesa per studente di 6.025 euro al Sud contro un valore di 6.395 nel Centro-Nord.

”Nel nostro Paese ci sono due bambini, nati lo stesso anno. Una si chiama Carla e vive a Firenze, l’altro Fabio e vive a Napoli. Hanno entrambi dieci anni e frequentano la quinta elementare in una scuola della loro città”. Ma mentre la bambina toscana, secondo i dati SVIMEZ, ha avuto garantita dallo stato 1226 ore di formazione; il bambino cresciuto a Napoli non ha avuto a disposizione la stessa offerta educativa, perché nel Mezzogiorno mancano infrastrutture e tempo pieno. Secondo la SVIMEZ, infatti, un bambino di Napoli, o che vive nel Mezzogiorno, frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto al suo coetaneo che cresce nel centro-nord che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del sud” ha spiegato lo SVIMEZ.