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di paolodifalco01
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lascia la Ferrari per lavorare a scuolaIl sogno di qualsiasi ingegnere meccanico del settore automobilistico è quello di arrivare un giorno a lavorare per una casa automobilista importante come quella del Cavallino Rampante di Maranello.

Fonte foto: Account LinkedIn Silvio Capizzoto

Eppure c'è chi, riuscito a coronare il suo sogno, ha deciso di rinunciarvi scegliendo di seguire un'altra strada nonostante quest'ultima fosse meno redditizia: questa la storia dell'ingegner Silvio Capizzoto che dopo essere riuscito ad occupare una posizione di responsabilità nella prestigiosa azienda modenese ha scelto di lasciare e dedicarsi all'insegnamento.

La carriera in Ferrari

La storia dell'ingegner Capizzoto, 46enne originario di Messina, che ha deciso di lasciare il lavoro in Ferrari per andare a insegnare a scuola è davvero molto particolare: come ha raccontato lui stesso al portale Orizzontescuola.it:"In Ferrari prendevo circa 3000 euro al mese. Avevo un ruolo di responsabilità. Tanti ragazzi aspirano a quel posto". L'ingegnere dopo una lunga gavetta in alcune delle principali case automobilistiche italiane tra cui FIAT e Lamborghini, nel marzo 2015 era stato assunto dalla Ferrari come responsabile del progetto BiW (fase della produzione di un'automobile denominata Body-in-White).

"In Ferrari" - dice Capizzotto nella stessa intervista - "ero l'ingegnere delle sfide perché ho avuto sempre dei progetti molto particolari con livelli di complessità elevati. L’ultima è stata la Ferrari Portofino. Era molto sfidante come progetto". Nonostante questo, nell'estate del 2017 ha deciso di lasciare tutto per andare ad insegnare: prima come precario e poi, dopo aver vinto il concorso nel 2022, come docente di ruolo in un istituto professionale di Modena.

La scelta di dedicarsi all'insegnamento

A rivelare il motivo che lo ha spinto a fare questa scelta è stato lui stesso nell'intervista rilasciata a Orizzontescuola.it:"Io ero orientato per la carriera in azienda, poi però ho cambiato idea. L’insegnamento non è un lavoro ma quasi una missione. Tra le motivazioni c'era anche l'idea di avere più tempo libero, di poter gestire il tempo in modo diverso. Spesso facevo 12 ore al giorno. Come insegnante invece lavoro meno ore. Anche se, a dir la verità, pensavo di lavorare meno".

A non frenare la sua scelta non è stato neanche il gap economico tra lo stipendio percepito in Ferrari e quello da docente, lo stesso ha ribadito:"Non faccio l’insegnante per i soldi né per altro tipo di gratificazioni, si fa per i ragazzi". La sua decisione spesso sorprende anche i suoi alunni:"Quando i miei studenti mi chiedono perché ho lasciato la Ferrari per insegnare, io rispondo che mi piacciono le cose difficili".

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 9 Febbraio 2023, Ore 9:55 Data aggiornamento 9 Febbraio 2023, Ore 10:52
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