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di Margherita Paolini
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studente bocciato dal consiglio di classe per cattivo voto in condotta. Ma il Tar del Lazio si schiera dalla parte dei genitori

La fine dell’anno scolastico si avvicina ed è ormai tempo di scrutini. Lo spettro che vaga sulle teste di migliaia di studenti è ora quello della bocciatura che minaccia, da dietro l’angolo, tutti coloro che a causa delle insufficienze, della cattiva condotta o delle troppe assenze rischiano fortemente di ripetere l’anno.

Proprio come stava per accadere ad uno studente della Capitale, frequentante la seconda media. I prof, infatti, avevano deciso di bocciarlo per via del cattivo comportamento ed anche dello scarso rendimento. Ma il Tar del Lazio, a cui si sono rivolti i genitori del ragazzino, ha cambiato il corso del destino del giovane.

BOCCIATO PER CATTIVA CONDOTTA- Tra le cause, che possono allontanare qualsiasi studente dalla meta della promozione, vi è la cattiva condotta. Per non ripetere l’anno è indispensabile ottenere, infatti, almeno un 6 in condotta, altrimenti la bocciatura è assicurata. Pare che lo studente in questione a quel 6 non ci fosse arrivato, a causa della sua indole da “leader cattivo” e della strafottenza con cui trattava compagni e prof. All’atteggiamento profondamente negativo si sono aggiunte quattro insufficienze, un mix che ha fatto in modo che il Consiglio di Classe non potesse affatto chiudere un occhio. E così gli insegnanti nel totale accordo hanno optato per la bocciatura del giovane.

I GENITORI SI RIVOLGONO AL TAR- Una decisione che i genitori dello studente non sono riusciti a digerire, al punto da rivolgersi al Tar del Lazio. Capita spesso che mamme e papà si schierino dalla parte dei figli che, indifesi o meno, riescono a fare presa sui cuori dei genitori al punto che i prof diventano dei veri e propri carnefici. Ma la pratica di rivolgersi ad un tribunale per un cattivo voto in condotta o una bocciatura non è certo particolarmente diffusa. Eppure questa volta la famiglia dello studente ha avuto ragione. Infatti il Tar del Lazio si è pronunciato contrario alla bocciatura, sostenendo che l’alunno andava recuperato e reindirizzato sulla retta via con una risposta disciplinare severa. Insomma per la legge la responsabilità della situazione è dei docenti che non hanno saputo infliggere la giusta punizione allo studente che, da parte sua, dimostrava comunque di impegnarsi allo scadere delle verifiche per ottenere la sufficienza. Sarebbe stato, inoltre, il cattivo voto in condotta a condizionare negativamente il rendimento scolastico già precario del giovane.

CAUSE BOCCIATURA- Ma se allo studente romano è andata bene, non è affatto detto che il caso di oggi si trasformi in regola. A volte, infatti, le prove che inducono gli insegnanti a bocciare gli studenti sono indiscutibili. I fattori in gioco sono sempre gli stessi. I voti finali: per essere promossi bisogna aver ottenuto la sufficienza in tutte le materie e nessun debito. Le assenze: affinché possiate essere certi della promozione dovete aver frequentato almeno i ¾ dell’orario scolastico. Ed infine la condotta: il 6 in condotta è fondamentale per non ripetere l’anno.

Margherita Paolini