
Nel 2021 il numero di contratti a tempo determinato ha toccato quota 225mila – a fronte di circa 900mila docenti attivi - portando il tasso di precarietà tra i docenti al 25%. Circa un prof su quattro vive in condizioni di precarietà e a farne le spese nel prossimo futuro – oltre alla categoria – saranno gli studenti, specialmente coloro affetti da disabilità.
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Il Ministero dell'Istruzione e del Merito corre ai ripari
Anche per questo motivo il Ministro Valditara tenta di correre ai ripari. E' stato infatti annunciato un piano straordinario di assunzioni che – entro il 2024 – dovrebbe portare in cattedra circa 70mila nuovi docenti. Un piano massiccio che tuttavia rischia di diventare una goccia nell'oceano. Secondo lo studio di 'TuttoScuola' infatti – anche qualora i nuovi posti vengano tutti assegnati – la misura riuscirebbe a soddisfare solo un terzo del fabbisogno totale.Premesso che i contratti a tempo determinato nella scuola si distinguono in contratti annuali (12 mesi) o fino al termine delle attività (giugno), le nuove 70mila assunzioni copriranno a malapena quei 67.647 posti assegnati con contratto precario. Nel frattempo altri 25mila insegnanti andranno in pensione a settembre, e a questi si aggiungono quei 157.461 posti di docenti con contratto fino al 30 giugno.
In sette anni il precariato è aumentato del 224%
L'indagine ha messo in fila l'andamento dei contratti assegnati ai docenti negli ultimi anni. A cominciare dall’anno scolastico 2015/16, i posti complessivamente assegnati a docenti con contratto a tempo determinato sono più che raddoppiati nell’arco degli ultimi sette anni. Dai 100.277 posti del 2015/16 si è passati l’anno dopo a 125.832 per continuare in un crescendo continuo fino ad arrivare ai 224.958 del 2021-22, cioè un più 224%. Sulla scia di questi numeri, il rapporto ci dice che nel corrente anno scolastico molto probabilmente si è già toccata la quota record di oltre 240mila docenti precari. La criticità più evidente è rappresentata dai contratti attivati fino al termine delle attività (quelli con scadenza a giugno) che costituiscono il 70% di tutti i posti assegnati a docenti con contratto determinato. A questo si aggiunge 'un problema nel problema': i posti in sostegno in deroga. Questi non hanno mai registrato flessioni e anzi sono progressivamente aumentati: dalle 35mila unità del 2015/2016 alle quasi 96mila dello scorso anno.