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La proposta sull’eliminazione delle bocciature dalle scuole
Manca meno di un anno alla fine della legislatura corrente; infatti il suo termine naturale è previsto per marzo 2023, quella sarà la data entro la quale si dovrà sciogliere il Parlamento, formato da Camera e Senato, per chiamare nuovamente i cittadini alle urne per scegliere i propri rappresentanti che occuperanno i seggi delle due Camere.È dunque questo il periodo nel quale i vari partiti stanno iniziando la loro propaganda per cercare di convincere gli elettori di meritare i loro voti. Fratelli d’Italia, nel corso del convegno che si è svolto nel weekend, ha quindi presentato i punti più salienti del programma che vorrebbe attuare una volta al governo del Paese. Tra questi, come già accennato, vi è lo stop alle bocciature a scuola.
“Al termine dell’ultimo anno – si legge nel programma di FdI – non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere (un approccio simile a quello degli A-levels, nel Regno Unito). E accompagno questa rivoluzione con una applicazione letterale dell’articolo 34 della Costituzione: borse di studio generose per tutti i “capaci e meritevoli”, fino ai “più alti gradi degli studi”, ossia laurea magistrale e dottorato di ricerca”.
Le risposte alla proposta di Giorgia Meloni sulle bocciature
Ovviamente le repliche alla proposta avanzata da Fratelli d’Italia non hanno tardato ad arrivare; tra i primi a commentarla è stato il sottosegretario all'istruzione leghista Rossano Sasso, che ha affermato: “Sono profondamente contrario a una visione buonista e rassicurante che trasforma la scuola in un diplomificio”, e aggiunge “una bocciatura non è la fine del mondo”. Conclude quindi: “Una scuola che non dice mai di no non rende un buon servizio agli studenti, al pari di un genitore che non dice mai di no al proprio figlio".Interpellato su questa proposta a Radio 24, anche il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha commentato ironico sulla scelta di prendere esempio dal modello britannico: “C’è sempre qualcuno che ci propone qualcosa d’altro”.
Bianchi ha quindi continuato affermando che in Italia si tende spesso a voler imitare altri modelli stranieri senza tenere conto delle specificità della situazione nelle diverse aree, riporta Money.it.