
Non è ancora arrivato il momento per affermare di essere ritornati alla normalità. L’emergenza sanitaria da Covid-19 e le questioni legate ad essa costituiscono tuttora le problematiche principali su cui lavorare.
Se il piano dei vaccini sembra procedere, seppur con qualche ritardo, il Governo e le Regioni non hanno ancora preso decisioni ferme circa il rientro tra i banchi di scuola. La ripresa della didattica in presenza per le superiori, infatti, era prevista per la giornata odierna ma nulla è andato per il verso giusto. Gli studenti e le diverse organizzazioni hanno dunque deciso di far sentire la propria voce attraverso degli scioperi fisici e digitali. Ecco tutte le iniziative previste oggi e nei prossimi giorni.
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Sciopero virtuale: l’iniziativa della Rete degli studenti medi del Lazio
“Vogliamo la scuola in presenza ed essere priorità del paese, basta rimandi e rimpalli. Il coinvolgimento degli studenti è stato assente e le misure sono insufficienti”. Dicono così gli organizzatori della Rete degli studenti medi del Lazio che hanno deciso di invitare tutti gli studenti a scioperare “virtualmente”. L’iniziativa era inizialmente circoscritta al Lazio ma è stata accolta da studenti di diverse città italiane. Le modalità dello sciopero sono chiare: per gli organizzatori tutti gli studenti devono “assentarsi dalle proprie ore di lezioni per tutta la giornata di lunedì 11 gennaio e partecipare alla mobilitazione”. Le loro aspettative dal Governo sono molteplici: “Vogliamo mettere in luce le mancanze di un sistema che vive continui tagli da vent’anni, vogliamo evidenziare che la scuola non è oggi prioritaria come dovrebbe, vogliamo esprimere dissenso per la gestione pessima di questo secondo rientro scolastico. Ci priviamo un giorno della scuola per non esserne privati mai più”. La stessa ministra Lucia Azzolina, dal canto suo, ha espresso la sua perplessità circa le misure adottate da alcune regioni: “Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l’aperitivo, mentre non possono andare in classe con la mascherina, l’igienizzante e i banchi separati”. Ecco le motivazioni integrali della Rete espresse nel comunicato diffuso:
Scioperiamo perché vogliamo tornare in una scuola in presenza e la vogliamo ora e in sicurezza: vogliamo essere messi nelle condizioni di tornare nelle nostre aule, fra i nostri banchi, con i nostri compagni e le nostre compagne. Abbiamo bisogno di un piano che risolva le enormi problematiche causate da decenni di tagli e di disinvestimenti. Soprattutto negli ultimi giorni abbiamo visto ripresentarsi lo schema che ormai va avanti da troppo tempo ci siamo stancati di essere messi in secondo piano, ci siamo stancati di non essere consultati quando si parla del nostro futuro e ci siamo stancati della poca serietà con cui si sta affrontando il rientro. Vogliamo essere coinvolti nei processi decisionali che riguardano la riapertura delle scuole. È necessario che gli studenti e le studentesse possano esprimere le loro priorità, e che la loro voce venga ascoltata. Vogliamo una scuola sicura e vivibile, vogliamo un sistema di trasporti funzionante con degli investimenti mirati che possano seriamente sopperire alle mancanze di tutti questi anni, vogliamo un sistema di tracciamenti efficace e vogliamo che si investa per potenziare le pessime connessioni delle scuole. Poco o niente è stato fatto per garantirci i nostri diritti, per garantirci un rientro in presenza sicuro. Non possiamo più permetterci che si parli del destino degli studenti senza i diretti interessati. Ci priviamo un giorno della scuola per non esserne privati mai più.
Le manifestazioni del Comitato “Priorità alla scuola”: le città e le date
Lo sciopero virtuale non è l’unica iniziativa pensata dopo le confuse decisioni del Governo e delle Regioni. Sempre per la giornata odierna il Comitato “Priorità alla scuola” ha organizzato delle manifestazioni per chiedere lo screening sanitario nelle scuole e la vaccinazione del personale ad alto rischio. Nel loro comunicato gli organizzatori hanno chiarito che le manifestazioni hanno l’obiettivo di chiedere al Governo che “la scuola sia finanziata perché possa avere più spazi, più personale, per riaprire le infermerie, per fare uno screening sanitario regolare della comunità scolastica (docenti, ATA, studenti), per inserire, come categoria prioritaria, il personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale”. Come riportato su Tecniche della Scuola, le manifestazioni promosse sono previste a Roma, Firenze, Milano, Faenza, Pescara, Viterbo, Salerno, Parma, Imola, Trieste, Ancona, La Spezia, Pisa. Ecco tutti gli appuntamenti riportati dal sito:
• Firenze, alle ore 14.00, via Cavour, presidio davanti alla Prefettura.
• Milano, alle ore 17.30, via Galvani, presidio davanti alla Regione.
• Viterbo, alle ore 9.30, piazza del Comune, presidio e sciopero dalla DAD.
• Pescara, astensione dalla DAD e dalle lezioni in presenza e richiesta confronto con le istituzioni.
• Faenza, tutti i giorni dall’11 al 23 gennaio, dalle ore 8.00 alle 12.45, lezioni in presenza all’aperto e in DAD dei docenti del Liceo Torricelli Ballardini di Faenza, via Santa Maria dell’Angelo 48.
• Parma, dalle ore 8 alle 11, via Maria Luigia 1, davanti al Liceo Romagnosi, studenti in DAD supportati da genitori e docenti.
• Salerno, dalle ore 8.00 alle ore 10.00, in piazza San Francesco, lezione con studenti.
• Roma, martedì 12 gennaio. Roma, ore 9.00, via Rosa Raimondi Garibaldi, presidio davanti alla Regione.
• Ancona, alle ore 15.00, presidio sotto la Regione, palazzo Raffaello.
• La Spezia, alle ore 10.00, presidio in piazza Verdi. Altre iniziative nei prossimi giorni.
• Trieste, sabato 16 gennaio, ore 11.00, piazza dell’Unità d’Italia, presidio.
• Pisa, sabato 16 gennaio, ore 16.00, piazza XX Settembre, manifestazione.
• Imola, sabato 16 gennaio, ore 16.00, piazza Matteotti, manifestazione con studenti, genitori, docenti.
L’appello del Popolo della Famiglia “per un ripensamento di questa grave decisione”
Anche il “Popolo della Famiglia”, movimento nato in Sicilia, ha lanciato un appello per “un ripensamento di questa grave decisione e quindi per la riapertura di tutte le scuole in presenza”. L’istanza è stata presentata al Governo e al Comitato tecnico scientifico regionale con la richiesta di avere una maggiore rappresentatività della società al suo interno. Ecco cosa hanno chiesto gli organizzatori nel comunicato diffuso: “La politica deve ritrovare la sua legittimazione avendo a cuore il miglioramento delle condizioni di vita e non contribuire ad accrescere la paura e nelle sue scelte non può essere guidata da un organo di presunti esperti senza alcuna rappresentanza politica e, se il Comitato tecnico scientifico regionale ha o come dovrebbe avere solo un compito consultivo, chiediamo in nome di una maggiore rappresentatività della società la presenza anche di un rappresentante delle imprese, del mondo della scuola e naturalmente di un rappresentante delle famiglie siciliane”.Oggi scioperi dalle lezioni e flashmob in tutto il Paese: Apriamo cantieri e Ricostruiamo diritti. Servono investimenti strutturali per garantire sicurezza, apertura delle scuole e diritti che da anni vengono negati agli studenti e alle studentesse del paese.
Unione degli Studenti, scioperi e flashmob in tutto il paese: "il problema del contagio non sono le scuole"
Così commentano le mobilitazioni in tutta Italia da Unione degli Studenti: “Il problema del contagio non sono le scuole, ma come è stata organizzata la riapertura” - dichiara Luca Redolfi - “Ormai è dai mesi estivi che le necessità sono chiare a tutti e tutte, investire sui trasporti e garantire diritto allo studio per organizzare un rientro in sicurezza degno di questo nome. Ora stiamo scontando un piano di riapertura vivisezionato regione per regione che non ha dato risposte ai problemi degli studenti e delle studentesse che il ministero e la ministra conoscono benissimo.”“Oggi ci siamo attivati perché vogliamo non doverci preoccupare di dover studiare mettendo a rischio la nostra salute e la nostra sicurezza: vogliamo poter studiare in qualunque condizione” - continua l’Unione degli Studenti - “Vogliamo l’aumento dei fondi della legge di Bilancio e del Recovery Fund per avere una scuola aperta e sicura, che non veda autobus strapieni”.
“Fino ad ora il ministero si è preoccupato solo di consegnare le colpe del rientro mancato alle regioni, in un paese che ha 34mila studenti e studentesse a rischio dispersione scolastica causa pandemia e solo il 7% circa di investimento del Next Generation Plan italiano su istruzione e accessibilità al diritto allo studio, sembra assurdo che gli studenti non siano stati interpellati!”
“Da oggi lanciamo nel paese un'importante campagna di ricostruzione della scuola pubblica con il nome - Cantiere Scuola - avvieremo assemblee in tutto il territorio nazionale per discutere di come costruire la scuola del futuro. Riteniamo che non si possa tornare a scuola senza pensare a come cambiarla radicalmente e strutturalmente dalla didattica alla valutazione, dal diritto allo studio alla revisione dei cicli. Siamo stanchi di vedere la scuola a pezzi sotto i nostri occhi passivi è giunto il momento che le studentesse e gli studenti insieme ricostruiscano la scuola pubblica” - conclude l’Unione degli Studenti.
Paolo Ferrara