
Un altro venerdì di mobilitazioni è quello che ci aspetta nella giornata del 10 dicembre 2021. Infatti, i sindacati Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals hanno indetto uno sciopero che coinvolgerà docenti e personale ATA, con il conseguente stop alle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Non solo, allo sciopero aderiranno anche molti comitati studenteschi, tra i più attivi sul territorio, come l'Unione degli Studenti e Link che scendono in piazza per rivendicare maggiori investimenti nella scuola e chiedere una revisione della Legge di Bilancio che, allo stato attuale, sembra proprio non accontentare nessuno.
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Sciopero 10 dicembre: le ragioni della protesta
Nel mirino dei lavoratori questa volta c'è la manovra 2022; una Legge di Bilancio di 33 miliardi, di cui solo 0,6% destinato al fondo che dovrebbe premiare la professionalità dei docenti. Una percentuale ritenuta irrisoria dai sindacati che rilanciano la necessità di “rendere merito al lavoro della classe insegnante”. In aggiunta è nodale la questione degli aumenti in busta paga: gli 87 euro di aumento previsti sono stati considerati come “decisamente troppo pochi” dai sindacati. Un altro tema caldo poi è sicuramente l'organico Covid riguardo cui il Governo avrebbe fatto troppo poco: sono stati trovati 300 milioni di fondi per gli insegnanti ma nessuna risorsa si è registrata invece per il personale ATA.
Perché la Cisl Scuola non aderirà allo sciopero
Interrogata da “TuttoScuola”, la segretaria generale di Cisl Scuola Maddalena Gissi ha spiegato come mai il sindacato da lei diretto non sia tra le sigle che hanno indetto lo sciopero: “Nella storia del sindacalismo confederale gli scioperi di pura protesta hanno sempre avuto ben poco spazio, anche per la consapevolezza del costo che ogni azione di sciopero pone a carico di chi vi partecipa. Il dialogo e il confronto servono e valgono infinitamente più della protesta. Oggi questo sciopero, sia detto senza offesa per nessuno, mi sembra più un gesto di rassegnazione che di lotta” sostiene la segretaria Cisl.
Gissi (Cisl Scuola): “Chi chiede cifre esorbitanti per la scuola dovrebbe spiegare dove quelle risorse potrebbero essere recuperate”
Tuttavia, gli stipendi degli insegnanti italiani continuano ad attestarsi tra i più bassi d'Europa.Gli stanziamenti previsti non sono all'altezza, e su questo concorda anche la Gissi: “Che quelle risorse, almeno per la scuola, siano insufficienti lo abbiamo detto da subito. Che vi siano margini di incremento significativo, o la possibilità di prevederne una diversa distribuzione fra le categorie pubbliche, appare poco realistico” dichiara la segretaria Cisl che aggiunge una piccola provocazione: “Chi chiede, peraltro un po’ tardivamente, cifre esorbitanti per la scuola, dovrebbe spiegare dove quelle risorse potrebbero essere recuperate. Concretamente, però, non cavandosela con facili slogan. È fin troppo chiaro, e lo dicevo già prima, che la partita va immediatamente ripresa anche dopo l’approvazione della legge di bilancio, e il rinnovo del contratto sarà in questo senso un fondamentale terreno di gioco”.