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Ritorno a scuola in presenza, come è andata nei paesi europei? Torna l'ombra della Dad

Se l’Italia sta aprendo ora le prime scuole sul proprio territorio, in altri paesi la campanella ha suonato già qualche settimana. Questo secondo anno scolastico in pandemia aveva messo d’accordo più o meno tutti i governi, dopo lo scorso anno in Dad, quest’anno la parola d’ordine doveva essere “presenza”.

Tuttavia, a qualche settimana dalla ripresa delle lezioni, i primi risultati della nuova apertura degli istituti sono infine arrivati, e non sembrano buoni. Infatti va ricordato che i bambini al di sotto dei 12 in Europa e fuori non sono ancora interessati dalle vaccinazioni, e quindi i contagi, soprattutto della temibile variante Delta, si sono moltiplicati. E c’è chi già inizia a invocare nuovamente la Dad.

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Come riportato da Repubblica.it, molti paesi europei stanno “pagando” il prezzo della scuola in presenza al 100% con picchi di contagi. Prima fra tutti la Germania, soprattutto nella regione del Nordreno-Westfalia, lì l'effetto del ritorno sui banchi è decisamente nitido: due settimane dopo la riapertura, 30mila studenti e 300 insegnanti si ritrovano già in quarantena. I tassi di infezione nei ragazzi tra 5 e 19 anni sono i più alti dell’intero stato, che ha 18 milioni di abitanti e un tasso di vaccinazione simile al nostro. Spostandoci Oltremanica, in Gran Bretagna nell'ultima settimana di agosto i casi fra i ragazzi di 5-15 anni sono stati 300 ogni 100mila persone, molti di più di quanti non fossero nella stessa settimana del 2020, quando erano solamente 10. A resistere dal far tornare i ragazzi in Dad è anche la Scozia, dove il governo ha annunciato: “Manterremo le scuole aperte a ogni costo”. Innegabili però gli effetti del ritorno in classe di metà agosto che ha portato la regione al suo record di casi dall’inizio della pandemia: oltre 5mila al giorno. Un terzo dei nuovi contagi ricade fra gli under 19.

USA: "Fateci tornare alla didattica a distanza" pregano gli studenti

Da quanto riporta Repubblica, e secondo la società Burbio che si occupa del monitoraggio delle attività delle scuole negli Stati Uniti, almeno 1.000 istituti in 31 stati hanno chiuso per colpa del Covid dalla fine di luglio, quando le prime lezioni sono ricominciate. Secondo un sondaggio commissionato dai Centers for Disease Control (Cdc), solo una minoranza di genitori (il 43%) è favorevole al ritorno in classe per l'intero orario. "Fateci tornare alla didattica a distanza", così, riferisce il Washington Post, molti genitori di ragazzi non vaccinati si rivolgono ai presidi per paura del contagio. Solo a Washington la richiesta è stata accolta per 200 istituti, che sono stati quindi autorizzati a fare lezione al computer da casa nonostante le direttive negli Usa siano nette. Anche in Alabama, il proposito ferreo di mantenere le lezioni in presenza è già stato abbandonato. Lo stato americano conta 5 milioni di abitanti e il 40% di immunizzati, uno dei tassi più bassi degli Usa, le lezioni sono riprese da due settimane e negli ultimi sette giorni si sono registrati 9.200 casi solo fra scolari e insegnanti. La fascia di età 5-17 ha contribuito con il 21% delle infezioni, pur rappresentando soltanto il 16% della popolazione. E quindi, purtroppo l’unica soluzione praticabile per moltissime scuole è stata tornare alla didattica a distanza, la Dad.

Situazione scolastica nel resto del mondo

Stando a quanto riporta Repubblica, nemmeno Israele, uno dei paesi dove la vaccinazione è stata più efficiente al mondo, è riuscita ad abbandonare la formula della scuola per via telematica. Infatti l’inizio dell’anno scolastico, il primo settembre, è stato accompagnato da una campagna di test massicci: tutti i ragazzi non vaccinati hanno dovuto eseguire da soli un antigenico prima dell’ingresso in classe, dove restano obbligatorie mascherine e distanze e dove saranno attivi dei centri per le vaccinazioni. Nelle aree con i tassi di contagio più alti si opta ancora esclusivamente per la didattica a distanza, a meno che almeno il 30% dei ragazzi sia vaccinato. Infine, l’Indonesia, paese che ha appena riaperto le scuole, anche se non tutte, per la prima volta dall’inizio della pandemia, è uno dei pochissimi che ha optato per l’obbligo di vaccinazione per tutti i suoi cittadini. Anche a scuola le regole sono ferree. Non solo ci saranno doppi turni per assistere alle lezioni, mascherine obbligatorie e parte dell’insegnamento a distanza, ma chi avrà la fortuna di ritrovarsi tra i banchi, insieme ai compagni, dovrà restare rigorosamente in silenzio. Infatti parlare diffonde goccioline, e quindi è strumento di contagio. Dunque il silenzio sarà per i ragazzi indonesiani un ulteriore segno di un ritorno in classe ancora lontano dalla normalità.